This War of Mine: The Little Ones
In modern war… you will die like a dog for no good reason
Questa frase cruda di Ernest Hemingway ci catapulta direttamente nel mondo di This War of Mine. Si tratta di un gestionale di sopravvivenza, ambientato durante l’assedio di Sarajevo, avvenuto in occasione della guerra in Bosnia ed Erzegovina nel 1992. La particolarità del titolo sta nel fatto che esso non racconta il classico punto di vista del soldato, ma mette il giocatore nei panni di alcuni civili, il cui scopo è quello di sopravvivere all’assedio della città, la quale è stata isolata da qualsiasi tipo di rifornimento.
Il gioco è uscito nel 2014 per PC, riscuotendo un buon successo dalla critica. Tuttavia in questo articolo parleremo della nuova versione disponibile invece per PlayStation 4 e Xbox One, che presenta una interessante variante già evidente nel nome. This War of Mine: The Little Ones, infatti, inserisce i bambini all’interno del tetro contesto della guerra, mostrandoci come, anche nei momenti più bui, essi riescano ancora a sognare.
Fuck the war
Queste parole campeggiano sul muro semidistrutto accanto al nostro rifugio, e sembrano riassumere l’intero significato di This War of Mine. Se nella struttura esso risulta essere molto semplice e immediato, per quanto riguarda invece la componente emotiva e semantica, il gioco risulta essere molto profondo. Ma prima di addentrarci in quest’ultimo aspetto, chiariamo un attimo a chi si approccia per la prima volta in cosa consiste il titolo degli 11 bit studios.
Come abbiamo scritto precedentemente, si tratta di un gestionale a scorrimento, sostanzialmente diviso in due parti. Di giorno staremo all’interno del nostro rifugio, occupandoci delle migliorie che possiamo apportare al suo interno, come la creazione di posti letto, stufe per riscaldare l’ambiente, banchi da lavoro, radio per tenerci aggiornati e quant’altro. Inoltre potremo dedicarci alla salute dei nostri personaggi facendoli riposare, mangiare o curare, quando è necessario. Il tutto dipende dalle risorse che abbiamo raccolto durante la notte, o barattato, o ricevuto come aiuto dai vicini. Spesso però ci ritroveremo con pochi rifornimenti, e a seconda di quello di cui necessitiamo dobbiamo scegliere quale luogo perlustrare durante la notte. Questa rappresenta la seconda parte, in quanto con il calare del sole è più facile non farsi beccare dei cecchini che occupano i tetti della città ormai in rovina.
Prima di iniziare l’esplorazione, dovremo selezionare un personaggio da mandare a rovistare in un determinato posto. Passati alla fase successiva, sarà più evidente una componente stealth, in quanto spesso i luoghi visitati possono essere abitati da altre persone, molte delle quali sono ostili e soprattutto armate. Conviene quindi esplorare con cura, camminando lentamente, nascondendoci, oppure, se ce la sentiamo, combattere. L’inventario è inoltre limitato, per cui saremo costretti a fare delle scelte ben specifiche sui materiali da raccogliere, a seconda dei nostri immediati bisogni. Se dovessimo perdere più tempo del necessario, l’alba sorgerà, e non è detto che il nostro personaggio torni sano e salvo, in quanto aumenterà notevolmente il rischio di essere colpiti dai cecchini.
La cosa che rende interessante la partita è la sua struttura casuale. I personaggi da gestire, le risorse trovate, i luoghi sbloccabili della mappa, gli eventi come le irruzioni dei banditi o l’incontro con altri personaggi, il clima, e la stessa durata del conflitto, sono tutti variabili. Questo aspetto, oltre a rendere diversa qualsiasi partita, riesce a immergere il giocatore nell’atmosfera incerta della guerra, dando l’idea che ogni giorno potrebbe essere davvero l’ultimo. Persino i salvataggi infatti sono controllati dal gioco, per cui se optiamo per una scelta sbagliata, dobbiamo essere pronti ad accettare qualsiasi conseguenza, anche se si tratta della morte di un personaggio.
Questo è quel che riguarda il lato tecnico, mentre vorremmo dedicare maggiore spazio alla componente emotiva, che è, a nostro parere, il punto forte di This War of Mine, e che nella versione The Little Ones risulta ancora più evidente. Nella speranza di coinvolgervi almeno un minimo di quanto siamo stati coinvolti noi, vi racconteremo una scena della nostra partita. Tanto, come abbiamo scritto precedentemente, le situazioni sono casuali e il resto dipende da scelte puramente soggettive, quindi non c’è alcun pericolo di spoiler.
Abbiamo optato per la modalità Crea la tua storia, in cui scegliamo i personaggi da gestire, la rigidità dell’inverno, le zone esplorabili sulla mappa, e la durata del conflitto. In questo modo abbiamo potuto giocare nei panni di una bambina, Iskra, sin da subito. Oltre al lei, nel rifugio vivono Christo, il padre, Zlata, dotata di grande carisma, e l’ex combattente Roman. I primi giorni passano bene. Abbiamo abbastanza cibo e parecchi materiali che hanno portato a un rifugio più efficiente. Iskra non può uscire durante la notte, per cui a casa si diverte a disegnare sui muri, e parlare con il suo papà, a fare pupazzi di neve, o a raccontare storie fantastiche sui ragni che abitano la casa. La sua dolcezza trasmettere serenità al gruppo.
Tuttavia l’inverno è rigido, e la stufa che abbiamo nel rifugio non ha materiale combustibile da bruciare. Durante le notte quindi tutti si ammalano, e le medicine non bastano. La precedenza viene data a Iskra, ma il padre e Roman rimangono gravemente malati. Aspettiamo la notte successiva per trovare qualche cura, pur sapendo di avere poche possibilità, visto che la radio ha annunciato una grave scarsità di medicine in città. Lo stesso uomo con cui barattiamo ne ha davvero poche con sé, e se le fa pagare parecchio. Decidiamo comunque di perlustrare una villetta. L’avevamo già visitata precedentemente, ma non abbiamo preso nulla, poiché è abitata da due anziani. La signora è malata, e il marito ci ha implorato di non fare loro del male, né di prendere le lo scorte di medicinali vista la condizione della moglie. Quindi la prima volta volta, assaliti dai sensi di colpa, abbiamo deciso di lasciar perdere. Ma adesso prevale il cinismo derivato dalla guerra, e preleviamo quanto ci serve. Al rientro a casa, i compagni e la piccola Iskra sono tristi per quello che ha fatto Christo. Ma è questione di sopravvivenza, no?
In This War of Mine: The Little Ones è molto importante il rapporto tra i personaggi, e soprattutto quello che vi è tra figlio e genitore. Se dovesse accadere qualcosa di brutto al padre o alla madre, i bambini potrebbero cadere in depressione. E a noi è successo con Iskra.
L’essenziale
Stilisticamente parlando, This War of Mine: The Little Ones risulta essere molto minimalista, e poco o nulla si differenzia dalla sua precedente versione per PC. La grafica è stilizzata, con tratti di carboncino abbastanza netti. Ne deriva un effetto chiaroscurale che ben si amalgama con l’atmosfera del gioco.
Per quanto riguarda invece il comparto sonoro, il doppiaggio è assente così come le sequenze video, e la narrazione prosegue attraverso i sottotitoli o il diario di ogni personaggio. Persino la musica è molto essenziale, limitandosi a fare da sottofondo, in cui invece prevalgono gli effetti sonori, come gli spari in lontananza. Questo non deve essere visto come un difetto, ma è chiaro che si tratta di una scelta stilistica che noi riteniamo opportuna per il contesto in cui si svolge l’avventura.
Unico appunto, semmai, è la traduzione non perfetta, soprattutto quando si comanda un personaggio femminile. Capita di leggere “Katia è malato”, o “Katia è tornato”, e così via. Ma al di là di questo errore, è interessante notare come ogni elemento è utilizzato per permettere un totale coinvolgimento del giocatore.
[signoff icon=”quote-circled”] This War of Mine è un titolo affascinante, non tanto per il gameplay da gestionale, abbastanza semplice e immediato sia su PC che su console, quanto per la profondità del tema trattato. La guerra infatti è parecchio gettonata nel panorama videoludico, ma qui viene narrata attraverso un punto di vista nuovo. Come diceva il buon vecchio Snake, la guerra è cambiata, e in quella moderna i civili vivono in prima persona gli orrori che ne derivano. A enfatizzare tale aspetto vi è l’aggiunta dei bambini come personaggi nell’edizione The Little Ones dedicata a PlayStation 4 e Xbox One. La loro gestione rende la partita decisamente più difficile ma più interessante, mostrando un’ulteriore visione del conflitto: quella spensierata e ingenua di un bambino. [/signoff]