The Walking Dead: A Telltale Games Series – The Walking Dead
A volte ritornano. Quando lo fanno con stile, però, tutti gli appassionati de “La notte dei morti viventi” a la Romero non possono che esultare: se nei classici survival horror i famosi viventi sono più vivi che morti – dai tempi di Cold Fear e Resident Evil 4, ormai, corrono e saltano come atleti professionisti – a quanto pare è nelle avventure grafiche che i fan possono ritrovare le fameliche, lente orde di zombi a loro tanto cari. Se poi l’avventura in questione è realizzata da Telltale Games (Sam & Max, Ritorno al Futuro) anche ai redattori di Gamesource viene l’acquolina in bocca come al miglior morto che cammina. Prima di iniziare, una sola e semplice nota di servizio: la recensione che segue si basa sulla versione iOS del prodotto videoludico di Telltale, già da tempo disponibile per il download; la versione per Pc e console, a pochissimi giorni dall’uscita rispetto a quando scriviamo, non presenterà comunque sostanziali differenze rispetto a questa, quindi qualunque sia la vostra piattaforma preferita leggete pure tutte le nostre considerazioni per valutare o meno l’acquisto di The Walking Dead.
Attenzione: attraversamento zombi
Originale nella sua banalità, l’incipit di The Walking Dead ricorda molto da vicino il classico prologo del film horror anni ’80 sui morti viventi: un solo zombi si aggira sperduto in mezzo alla strada, incrociando – e cambiando nettamente – il destino di Lee Everett, protagonista dell’avventura. Lasceremo a voi la soddisfazione di scoprire dove si stava recando Lee e perché quando scoppia l’infezione, essendo questo un fatto che avrà grande importanza nel suo interfacciarsi con gli altri personaggi. Non possiamo però esimerci dal fare una breve carrellata di questi ultimi, la cui caratterizzazione e importanza è di pari cura a quella che avrebbero avuto se questo The Walking Dead fosse stato un film per il grande schermo: durante l’avventura faremo la conoscenza della piccola Clementine – proteggendo la quale Lee troverà il suo motivo di redenzione e di speranza – Kenny e la sua famiglia, composta da Katjaa e Duck, le cui vicende vi spingeranno certamente a versare più di una lacrima; ci sono poi Lilly e suo padre Larry – il cui brusco carattere metterà ripetutamente a rischio il già precario clima di collaborazione all’interno del gruppo – la bella Carley, Glenn, Shawn, Doug, Hershel e molti altri, ognuno con i propri scheletri nell’armadio e con la propria storia da raccontare.
Quando tra poche righe analizzeremo il gameplay del titolo Telltale scoprirete quanto è stata, secondo noi, importante la caratterizzazione dei personaggi per la buona riuscita del gioco. Per ora ci limitiamo ad esternare tutta la nostra ammirazione per questo cast assolutamente da Oscar, dove la storia di ognuno si intreccia a doppio filo con quella di Lee e Clementine, evidenziando volutamente dei dettagli in grado di non far apparire tutto bianco o nero, lasciando invece perennemente il giocatore in quella situazione di grigio sfumato nel quale una scelta né giusta né sbagliata può cambiare il destino del gruppo e dei suoi singoli membri. L’incredibile forza della trama di The Walking Dead, infatti, sta nel suo essere totalmente interattiva.
Sarà veramente andata così?
L’interattività della trama, come abbiamo appena detto, è il vero punto di forza di The Walking Dead: via di mezzo tra l’avventura grafica e il film interattivo, il prodotto videoludico di Telltale è appositamente studiato per far piovere sul giocatore una serie di importanti scelte e per fargliele prendere in fretta, lasciandogli così (volutamente) sempre in bocca l’amara sensazione di aver preso la strada sbagliata. Il classico gameplay punta e clicca, con qualche breve sezione action e di combattimento qua e là, è così perfettamente bilanciato da una lunga serie di dialoghi tra i vari personaggi, dove il giocatore nei panni di Lee sarà spesso chiamato a intervenire prendendo una posizione. Il gioco di solito propone quattro scelte, apparentemente chiare, ma che celano sempre devastanti conseguenze. Più volte ci è capitato di scoprire come anche l’opzione “non dire nulla” porti ad eventi ai quali mai avremmo pensato di assistere.
Anche in questo caso non entriamo troppo nel merito delle scelte e dei dialoghi per evitare spoiler sulla bellissima trama confezionata da Telltale. Per darvi un’idea della vastità dello storytelling, comunque, vi basti pensare che alcune scelte fatte nel secondo capitolo – l’intera avventura di suddivide in cinque macro capitoli come le puntate di una serie televisiva – hanno profondamente influenzato il nostro incontro con un personaggio nel quarto e quinto capitolo. Il fatto più interessante, poi, è stato che queste piccole scelte ci erano parse abbastanza insignificanti al momento, o comunque ben inferiori rispetto a quelle più pesanti come abbandonare (o addirittura uccidere) un compagno di squadra comportatosi in maniera scorretta durante un attacco di zombi.
Nel caso non si fosse ancora capito, definire The Walking Dead come una semplice avventura punta e clicca è a nostro parere estremamente riduttivo: il gioco Telltale non sfigura (anzi!) nemmeno di fronte a solidi esponenti del genere come Heavy Rain, risultando a volte persino più coerente e assai meno lacunoso a livello di trama del kolossal di Quantic Dream. La suddivisione a capitoli, originariamente pensata per permettere ai giocatori su cellulari e tablet di acquistare separatamente i vari episodi dell’avventura, è poi utile alla progressiva presentazione dei personaggi e all’approfondimento dei rapporti tra Lee, Clementine e ognuno di essi, in modo da non mettere da subito tutta la carne al fuoco e permettere al giocatore di ambientarsi nel mondo di gioco in modo graduale. Resta certamente qualche piccolo punto oscuro dato da scelte chiaramente mirate al sensazionalismo (come una scena che vede migliaia di zombi uscire da una foresta fino a poco prima molto calma): si tratta di pochi episodi isolati, probabilmente pensati nell’ottica di far saltare il giocatore sulla sedia mettendolo davanti a situazioni di incontrollabile pericolo e spingendolo a compiere le sue scelte ancora più in fretta del solito. Per quanto ci riguarda, le scene al limite dell’assurdo come quella citata si potevano evitare, ma restano comunque un piccolo orpello all’interno di una storia mirabilmente raccontata e pienamente interattiva, nella quale il coinvolgimento e la sensazione di controllare (o distruggere) quanto accade con le proprie scelte è sempre presente e pesa tanto sulle spalle del protagonista quanto su quelle del giocatore che lo controlla.
Un breve approfondimento, infine, merita il gameplay in senso più stretto, quello riguardante i movimenti e la gestione della telecamera. Per quest’ultima in particolare segnaliamo qualche piccolo problema in alcune aree: negli spazi più angusti così come in quelli più vasti, alcune volte è più difficile del previsto riuscire ad inquadrare tutta l’ambientazione, con la conseguente difficoltà nello scovare oggetti utili o parti interattive dello scenario da esaminare per proseguire. Il primo capitolo, comunque, serve proprio ad impratichirsi con il sistema di controllo per permettere al giocatore di non restare bloccato con il proseguo dell’avventura, durante la quale le situazioni e gli ambienti esplorati si fanno più complessi e ricchi di pericoli. Le sezioni action, invece, dal taglio più cinematografico, sono gestite con il classico sistema dei quick time event, durante i quali è richiesto di premere forsennatamente lo stesso tasto o una combinazione di essi per portare a termine mosse offensive coreografiche contro il malcapitato morto vivente di turno. Niente da eccepire su questi adrenalinici momenti ricchi d’azione, se non forse il solo fatto che, essendo il titolo di Telltale stato originariamente pensato per dispositivi con schermo touch, su console l’azione sarà un po’ meno coinvolgente: i tap e gli swipe direttamente sui nemici o sugli oggetti dello scenario risultano infatti più intuitivi ed efficaci per immedesimarsi nell’azione rispetto ai più asettici comandi impartiti con il joypad. Parliamo comunque del trovare il pelo nell’uovo (a volte il compito del recensore è alquanto ingrato) in un gameplay realizzato a regola d’arte e di sicuro impatto emotivo sul giocatore.
Fumetto interattivo
Riferendoci a The Walking Dead abbiamo più volte parlato di avventura grafica, o film interattivo. Diciamo che il termine più corretto, ora che ci troviamo ad analizzare il comparto tecnico del prodotto videoludico Telltale, è fumetto interattivo: graficamente il mondo di gioco e i personaggi sono infatti chiaramente ispirati dalla pluripremiata serie a fumetti di The Walking Dead ideata da Robert Kirkman. Cambiano i personaggi e l’ambientazione – per scelta di Telltale e dello stesso Kirkman i sopravvissuti del gioco non incroceranno la strada con Rick Grimes, protagonista della serie originale, nonostante qualche personaggio e qualche luogo siano comunque ripresi dai fumetti – ma il comparto tecnico si avvale della collaborazione del talentuoso Charlie Adlard, disegnatore di splendide tavole che gli appassionati di fumetti conoscono bene.
Dal canto nostro appoggiamo in pieno la scelta di questo tipo di realizzazione grafica, se non altro anche perchè a livello tecnico permette di abbattere le limitazioni hardware tra le varie piattaforme: l’esperienza di gioco su iPhone e tablet, in altre parole, sarà coinvolgente e graficamente apprezzabile tanto quanto quella su Playstation3 e Xbox, il tutto senza scendere a compromessi con la qualità della resa visiva. Un buon gioco non necessita per forza di un motore grafico in grado di muovere milioni di poligoni contemporaneamente sullo schermo, quanto più di una coerenza di fondo tra la narrazione e il level design, fattore che in The Walking Dead è decisamente un esempio da seguire per tutti gli altri sviluppatori di titoli simili.
Verdetto finale
Spesso le nostre recensioni si concludono consigliando l’acquisto del titolo recensito agli appassionati del genere di riferimento, con qualche riserva per chi invece preferisce giochi di altro tipo e caratura. Nel caso di The Walking Dead ci permettiamo di prendere una posizione assai più netta: acquistatelo senza timore. Calcolando che il primo episodio è disponibile gratuitamente, potrete comunque scegliere in seguito se proseguire l’avventura acquistando anche i restanti capitoli o se fermarvi al già ottimo prologo. Detto questo, sappiate che giocando al primo episodio la spinta a proseguire sarà tale che vi ritroverete in men che non si dica a divorare l’avventura capitolo dopo capitolo, fino a completarla nell’interezza delle sue 7-8 ore di gioco. Difficilmente un prodotto videoludico può permettersi di raccogliere consensi a tutto tondo, soprattutto quando viene a priori già guardato con sospetto a causa della moltitudine di premi vinti in concorsi più o meno importanti. Dopo la nostra prova approfondita possiamo garantirvi che i premi portati a casa da The Walking Dead sono tutti meritati e che, qualsiasi sia il vostro genere videoludico di riferimento, un titolo del genere non potete proprio lasciarvelo scappare.