The Vanishing of Ethan Carter – Recensione
Queste prime settimane di gennaio sono un toccasana per i videogiocatori, dopo la stagione invernale. Qualche giorno prima che colossi come Monster Hunter: World e Dragon Ball FighterZ (per non parlare di Dissidia NT) arrivino nei negozi, stiamo vivendo una di quelle rarissime finestre temporali dalle uscite limitate, perfette per alcune produzioni indipendenti per sparare le loro cartucce. Devono aver pensato così anche i The Astronauts, team di sviluppo polacco che ha lanciato da qualche giorno la sua versione Xbox One di The Vanishing of Ethan Carter, titolo di avventura in prima persona.
Gioco che sbarca su XBox a quasi 4 anni dal suo esordio su PC e più di tre da quello su PlayStation 4, per uno dei più conosciuti esponente di questo nuovo sotto-genere dei Walking Simulators, “inaugurato” da Dear Esther nell’ormai lontano 2012 (altri esempi si trovano anche precedentemente, per esempio The Graveyard di Tales of Tales): adventure games moderni dove l’esplorazione mista a componenti puzzle molto leggere è il succo dell’esperienza.
The Vanishing of Ethan Carter è conosciuto come uno dei più riusciti, anche grazie al suo impressionante reparto tecnico: sarà ancora attuale oggi, al suo esordio su Xbox One?
X-Files
Paul Prospero è un detective che ne ha vista una più del diavolo. Anzi, diciamo che è andato molto vicino a vedere il diavolo stesso, indagando per una vita sul paranormale. Nella sua esperienza decennale, ogni luogo nasconde un mistero; ogni angolo del mondo, per quanto insignificante o tranquillo, cela un fondo buio, malvagio e antico. E pericoloso, molto pericoloso. Quando muove i suoi primi passi a Red Creek Valley, il suo sesto senso gli suggerisce che, questo apparentemente inoffensivo bucolico affresco di America del Nord ha qualcosa di strano. E la vista del primo cadavere, con le gambe mozzate di netto, non può che confermargli questa teoria. Così Prospero andrà alla ricerca dello scomparso Ethan Carter, il ragazzino le cui struggenti e inquietanti lettere lo hanno attirato in questa valle dimenticata del Wisconsin, cercando di scoprire cosa sia successo davvero.
Questo è tutto quello che vi racconteremo della trama di The Vanishing of Ethan Carter, perché davvero rivelarvi altri particolari danneggerebbe il piacere della scoperta, nelle quattro ore circa che vi serviranno per arrivare al termine dell’indagine. Vi basti solo sapere che si tratta di una storia davvero intrigante, raccontata non da cutscenes o lunghi dialoghi, ma piuttosto dall’ambiente circostante e dai suoi anfratti, un qualcosa che abbiamo già apprezzato in giochi come Gone Home o Firewatch.
Il sesto senso
Oltre a offrire uno splendido mondo open world da esplorare, ricco di segreti, The Vanishing of Ethan Carter possiede alcune delle caratteristiche di un investigation game, con Paul Prospero che potrà sfruttare alcuni apparentemente soprannaturali poteri derivati dalla sua lunga esperienza investigativa per ricostruire le scene del delitto che troverete sul vostro cammino. Dopo aver trovato tutti gli indizi infatti, entrerete in una sorta di realtà alternativa nella quale rimettere in ordine e in atto tutti gli elementi dell’accaduto. Semplice, ma interattiva quanto basta per evitare di camminare e basta per tutta la durata del gioco.
Inoltre, sono presenti anche alcune sezioni stealth/horror, che vi stupiranno e metteranno seriamente alla prova le vostre coronarie. Non avrete difficoltà a portare alla fine The Vanishing of Ethan Carter, ma è piacevole avere queste deviazioni sul tema e qualche semplice puzzle per aumentare la varietà.
Tantissime opzioni per Xbox One X
Una delle ragioni più importanti e più pubblicizzate per questo port è stato il supporto a Xbox One X, la nuova console 4K di Microsoft. Il titolo di The Astronauts è Enhanced per Xbox One X e presenta una serie di opzioni per “giocare” con risoluzione e frame-rate, qualcosa che ci piacerebbe vedere replicata in altre produzioni, certamente. Nel menu impostazioni è infatti possibile modificare al volo sia la risoluzione che il frame-rate del gioco, con impatti immediati sulla qualità d’immagine.
La fluidità infatti può essere impostata come Unlimited o fissata a 30 fps. Per un gioco di questo genere i 60 fps non sono certo così importanti, visti i ritmi decisamente blandi, ma l’opzione è principalmente lì per chi non amasse un frame rate variabile, fluttuante a seconda delle situazioni. E delle risoluzioni, perché il gioco offre tre scelte, almeno su Xbox One X: 1080p, 1440p e 2160p (ossia 4K). A 4K infatti è difficile che il gioco raggiunga su Xbox One X i 60 fps, che sono però garantiti o quasi a 1080p o anche 1440p. È davvero super interessante passare tra le tre definizioni in tempo reale, vedendo come sì, soprattutto nella draw distance e nel fogliame, anche su schermi non 4K la maggiore risoluzione porti il gioco a livelli davvero alti per console. Non potrete davvero evitare di fermarvi spessissimo a guardare il panorama.
E anche la versione Xbox One S si comporta in maniera più che ottima, non preoccupatevi!
Ancora oggi, un ottimo esempio di game design
Tutto bene quindi? Sì, pur con qualche minore caveat. La struttura open world del gioco offre libertà, ma può risultare di difficile comprensione nella ricerca del prossimo obbiettivo o luogo da esplorare. In un disclaimer dopo la schermata di Start, The Vanishing of Ethan Carter dichiara di non voler “tenere la mano” del giocatore e lasciarlo completamente da solo nella sua esplorazione della valle, ma siccome alcuni dei checkpoint o dei luoghi sono leggermente difficili da trovare e per niente intuitivi: potrà capitare di vagare a caso per qualche minuto prima di pensare a dove andare a sbattere la testa. Non sappiamo se in effetti sia stata una scelta artistica e di concetto o solo di un mezzuccio per aumentare la longevità, ma forse siamo troppo maliziosi.
Inoltre, la modalità Free Roam, offerta in esclusiva per Xbox One, è abbastanza inutile se non accoppiata a una seria modalità Foto. Bello infatti poter esplorare senza nessun legame di storia o elementi cruenti l’intera – splendida – ambientazione di gioco, ma avremmo gradito avere un sistema interno per scattare le nostre – inevitabilmente ne farete – foto, piuttosto che dover usare l’OS di Xbox per catturare screenshot. Pensando a quanto tempo abbiamo perso ultimamente in Assassin’s Creed: Origins o Super Mario Odyssey e le loro Photo Mode, sembra un’occasione persa.
The Vanishing of Ethan Carter su Xbox One è una storia che vale la pena di essere rivisitata anche dagli utenti dell’ammiraglia di casa Microsoft, seppur negli anni il sotto-genere dei “walking simulators” si sia riempito di ottime alternative come Gone Home, Firewatch e Tacoma.
Pro
- Storia e ambientazione molto interessante
- Graficamente al top
- Tante opzioni e migliorie su Xbox One X
Contro
- La nuova modalità non serve a molto