The Uncertain Episode 1: The Last Quiet Day – Recensione
Abbiamo creato i computer, le macchine e infine i robot. Non ci saremmo mai aspettati che questi ultimi avrebbero potuto prendere il nostro posto una volta che ci fossimo estinti. The Uncertain Episode 1: The Last Quiet Day ci racconta come sarebbe il mondo se i robot dominassero il mondo dopo la nostra dipartita.
RT-127NP è un robot come tanti altri. Ha la sua base ricavata in una vecchia casetta di campagna umana, ha il suo computer per interfacciarsi con gli altri robot, la sua power-station per ricaricare le batterie, ma – come spesso accade nelle distopie – RT si fa delle domande. Non ricorda per quale scopo è stato creato dagli umani ma è attratto irresistibilmente dalla conoscenza e per questa sua sete vuole scoprire tutto sugli umani e la loro storia.
Il governo robotico gli inoltre affidato una missione della massima importanza. Notando che man mano che si va avanti con gli aggiornamenti i robot cominciano a sviluppare comportamenti sempre più umani, RT è stato incaricato di scoprire per quale ragione gli umani si siano estinti. Gli androidi non vogliono fare la stessa fine. RT non riesce a spiegarsi quasi nulla degli esseri umani. Perché dormissero distesi o perché affidassero bit di memoria a fogli di carta, però sa per certo una cosa: gli esseri umani si sono estinti.
Un giorno, tuttavia, uno shuttle cade davanti casa sua. Al suo interno c’è un robot pilota distrutto. “Salvali”. Queste sono le ultime parole del malcapitato. Nella stiva, RT trova un’intera famiglia umana morta a causa dell’incidente.
Questo può voler dire solo una cosa: la razza umana non è estinta e il governo robotico li tiene nascosti e reclusi da qualche parte. Non solo: un gruppo di androidi ribelli si mette in contatto col protagonista e gli chiede aiuto per salvare l’umanità.
Da qui prende avvio un’avventura grafica che ha i suoi pregi e i suoi difetti. Primo fra tutti la grafica. Essa è incredibilmente bella quando ci troviamo in spazi ampi aperti ma pecca, rivelando qualche contorno pixelato di troppo, in quelli chiusi e quando un corpo è molto vicino alla nostra visuale. A ogni modo questi difetti non disturbano più di tanto l’occhio che anzi dovrà stare molto attento a tutti i dettagli nascosti in ogni ambiente.
Le primissime ore di gioco saranno dedicate all’apprendimento dei comandi e a quest abbastanza ridicole con rompicapi facilissimi. Man mano che procederemo però tutto diverrà più complicato e bello da “giocare”. Non solo i rompicapi saranno più difficili ma l’intera atmosfera e la tensione palpabile, ci metteranno addosso quel tanto d’ansia che basta a farci sbagliare e ricominciare.
Diciamo subito che le note di demerito vanno in primis ai comandi (il robot infatti risulta lento e macchinoso da manovrare con due velocità, camminata e corsa, entrambe ridicolmente lente) e secondariamente alla musica che ha chiaramente qualche problema poiché tronca di botto le tracce audio. Il problema della lentezza del personaggio anche quando corre poi è davvero frustrante, perché ci saranno delle quest in cui bisognerà fare avanti e indietro da posti molto lontani fra loro e che vi faranno venire voglia di morire. Forse la razza umana si è estinta giocando a The Uncertain Episode 1.
A parte queste due tirate d’orecchio, gli sviluppatori di ComonGames hanno certamente messo in campo un grande sforzo che consiste nel trasformare le piatte avventure grafiche in 3D responsivi, in cui per fortuna nulla si ripete ciclicamente in loop.
Bisogna giocarci o no? Certo che sì. La storia originale complessivamente lo rende molto fruibile, quasi alla stregua di un libro. Il problema è che ci sono dei buchi narrativi lasciati lì, nella speranza che nessuno se ne accorga e che chi ha studiato un minimo di sceneggiatura riconosce come errori madornali. Ad esempio a un certo punto ci verrà chiesto di entrare a far parte dei droidi ribelli e noi potremo dire sì, no (cosa che ci costerà la disintegrazione) e una via di mezzo tra il sì e il no. Bene, scegliendo la terza, non si capisce per quale motivo tutti gli altri droidi ribelli si congratuleranno con noi per il nostro desiderio sincero di dare una mano. Ma dove? Io non ho detto niente, non ci provate!
Al di là di questi fattori (che giustificano un po’ anche il prezzo) direi che gli sviluppatori meritano comunque i nostri soldi, come incoraggiamento a fronte di un lavoro ben fatto anche se da migliorare in qualche aspetto.
In definitiva: prendiamolo, giochiamoci e gustiamoci l’avventura senza troppe pretese. I colpi di scena non mancheranno e il seguito è assicurato.
Pro
- Un'avventura grafica distopico-apocalittica-fantascientifica
- Non esistono molti altri punta-e-clicca fatti così bene
- Atmosfera rilassante e profonda
Contro
- Controlli da rivedere
- Personaggio troppo lento