The Thing Remastered Recensione
Nel calderone di remake e remastered, i Nightdive Studios si sono ormai fatti un nome come esperti restauratori soprattutto in ambito PC e, nonostante l’annuncio avvenuto quasi in sordina sei mesi fa, con The Thing Remastered sono riusciti ad aggiungere un altro tassello di pregio al loro ormai ricco portfolio.
Se aggiungiamo il fatto che il titolo in questione, sviluppato in origine da Computer Artworks e rilasciato nel 2002 su PC e console dell’epoca, si pone come sequel canonico dell’omonimo film del 1982 diretto da John Carpenter, approvato come tale dallo stesso regista, l’occasione è ghiotta per riscoprire questo piccolo ma intrigante survival horror tps.
The Thing Remastered Recensione di un titolo legato strettamente al cinema
Se siete cresciuti tra anni 80 e anni 90 amando il genere horror, ma non solo, il nome di John Carpenter vi sarà certamente familiare. Del resto capolavori come Halloween, The Fog e il meno orrorifico, ma non per questo meno adrenalinico, 1997: Fuga da New York sono ormai riconosciuti all’unanimità come film di culto.
Nel 1982 Carpenter dava in pasto al pubblico La Cosa, una nuova trasposizione cinematografica del racconto La cosa da un altro mondo, già trasposto cinematograficamente nel 1951. Flop al botteghino, grazie al mercato home video la pellicola venne rivalutata, divenendo un vero e proprio film di culto.
Oltre all’adattamento letterario, La Cosa ha potuto contare anche su sequel fumettistici e un prequel cinematografico intitolato anch’esso La Cosa (2011) ma, soprattutto, di quello che è considerato a tutti gli effetti il seguito delle vicende viste su grande schermo e che ritorna oggi su PC e console con The Thing Remastered.
Nightdive Studios, acquisito lo scorso anno da Atari, nel suo lavoro di riproposizione ha cercato di inserire alcune migliorie per rendere il titolo ancora appetibile 22 anni dopo la sua uscita. Per farlo ha affinato gli elementi più interessanti e originali della produzione di Computer Artworks.
Non fidarti di nessuno
Senza stravolgere nulla, The Thing Remastered comincia dove finisce il film di Carpenter. Il capitano Blake e la sua squadra vengono inviati nella base Outpost #31 in Antartide, pochi giorni dopo gli eventi in cui il pilota R.J. MacReady e il resto del team statunitense di cui faceva parte, ebbero il primo incontro con “La Cosa“.
Questo parassita di origine extraterreste si dimostra in grado di mutare e prendere la forma degli organismi con cui entra in contatto, che siano essi umani o animali. Ne consegue un semplice ma efficace concetto: chiunque potrebbe essere l’alieno. Questa situazione porta come reazione al generarsi di conflitti, tensioni e paranoie tra i vari personaggi.
Pertanto il sistema di fiducia e il sistema di paura, affinati da Nightdive Studios per questa remastered, risultano al contempo semplici ma efficaci nell’esperienza globale di gioco. Infatti Blake non sarà solo e, come leader, dovrà conservare la fiducia della sua squadra, cercando al contempo di tenere a bada il loro crescente terrore.
I comprimari si suddividono in tre classi: medico, ingegnere e soldato. Questi NPC permettono di avere agevolazioni, come le costanti cure del medico, o l’aiuto necessario per andare avanti nel gioco sia sfruttando l’ingegnere di turno per sbloccare porte o sistemi avanzati, sia avvalendosi dell’efficacia in combattimento dei soldati.
Ci sono quindi diverse azioni possibili per guadagnare la fiducia dei membri ma anche per perderla, tenendo sempre a mente che un alleato potrebbe, di punto in bianco, attaccarci in quanto infettato dal parassita alieno. E questo ci porta alla tensione costante nel gioco e il conseguente terrore che potrebbe colpire i membri del team.
Anche qui ci sarà il rischio di vedere un alleato rivoltarsi contro o impazzire completamente, perdendo poco dopo la vita. In The Thing Remastered la componente survival horror si concretizza nella gestione dell’inventario, le cui scorte difficilmente scarseggeranno, e nella suddivisione degli oggetti con gli altri membri del team.
Tenere in salute e armare i propri compagni sarà il miglior modo per affrontare le numerose minacce aliene e umane presenti tra le varie location di gioco, alcune familiari e altre originali, che compongono questo breve ma intenso titolo: per portare a termine i 20 livelli di gioco saranno infatti sufficienti all’incirca 5-6 ore.
La Cosa tirata a lucido
Parlando di questa remastered bisogna chiarire fin da subito che non bisogna aspettarsi miracoli dal lavoro di Nightdive Studios. The Thing Remastered è stato tirato a lucido in maniera essenziale ma efficace grazie a pulizia delle texture, anti-aliasing e miglioramenti al sistema di illuminazione, apprezzabili nel nuovo supporto a risoluzioni fino a 4k.
Se i modelli dei personaggi non brillano particolarmente, nonostante si noti il lavoro di pulizia fatto, sono invece le creature ad aver guadagnato molto da questa operazione di restauro. I mostri ora risultano molto meglio definiti e meglio caratterizzati, uscendo fuori da quell’anonimato fatto di poligoni del titolo originale.
Il momento giusto per apprezzare tutto il lavoro svolto in tal senso sono gli scontri a fuoco. Queste adrenaliniche situazioni rappresentano il prevedibile fulcro del gameplay, vista l’indole del titolo da third person shooter. Qui esplosioni, effetti di luce e fluidità generale restituiscono momenti divertenti e non fanno pesare gli anni che The Thing si porta dietro.
Del resto a livello di sceneggiatura, pur con qualche colpo di scena, non siamo di fronte a chissà quale opera elevata, anzi. C’è giusto qualche chicca grazie al ritrovamento di registrazioni audio e di documenti nonché per le sporadiche, ma apprezzabili, citazioni cinematografiche.
Il resto del titolo è caratterizzato da situazioni semplici come il dover trovare una chiave o un ingegnere per sbloccare una nuova via o, ad esempio, salvare un commilitone. Eppure The Thing Remastered, così com’è stato in origine, funziona bene per via della sua atmosfera, con alcuni jump scare qua e là, e per il suo gunplay che raggiunge il culmine in alcune spettacolari boss fight.
Giunti a questo punto la domanda è la solita, ma sempre lecita: ne vale la pena? Distribuito da Atari al prezzo di 29,99 euro e con una longevità limitata (nonostante l’introduzione dei trofei\obiettivi), il consiglio per chi aveva giocato l’originale è quello di attendere una futura scontistica, mentre gli altri possono farci un pensierino fin da subito.
Soprattutto coloro che amano il genere horror, un certo tipo di cinema e i TPS vecchia scuola troveranno pane per i loro denti, grazie a un livello di difficoltà ben bilanciato e, soprattutto, per l’atmosfera suggestiva che caratterizza le basi localizzate nell’Antartide di The Thing Remastered.
Nel mucchio ci butto dentro anche una buona localizzazione, seppur non supportata a dovere dal doppiaggio originale figlio del suo tempo, e una discreta varietà di armi nell’arsenale, in cui il lanciafiamme e le granate incendiarie la faranno da padrona (ancora meglio se abbinate a un estintore carico).
“Qui tra noi c’è qualcuno che non è quello che sembra” diceva il buon MacReady nel film La Cosa, mentre The Thing Remastered è davvero ciò che sembra: un sequel videoludico di una pellicola di culto che cerca di assolvere al suo compito senza osare, ma riusendo anche ad evitare di snaturare l’opera di Carpenter da cui deriva.
The Thing Remastered è un viaggio orrorifico tra i ghiacci dell'Antartide nonché un degno sequel de La Cosa di Carpenter.
Pro
- Ambientazione suggestiva
- Il sistema di fiducia e di paura sono stati affinati
- Pulizia grafica sufficiente, apprezzabile soprattutto sui mostri
Contro
- Trama non sempre incisiva
- Doppiaggio invecchiato male
- Molto breve e difficilmente rigiocabile