The Technomancer – Recensione
Le case produttrici di videogiochi come Spiders si trovano in un certo “limbo di sviluppo videoludico” dovuto alla mancanza di un adeguato budget che possa permettergli di sfornare titoli in tripla A – nonché lontani dal poter utilizzare (o giustificare) come strategia di marketing quella dello “studio indipendente” – lasciando così gran parte del loro potenziale inespresso. In fin dei conti successe la stessa cosa con Mars: War Logs, titolo del 2013 uscito per la precedente generazione, edito da Focus Home Interactive: nonostante le premesse Sci-Fi convincenti, il titolo non raggiunse il successo desiderato, soprattutto a causa di problematiche legate al gameplay. Ben tre anni dopo lo studio francese decide di riprovarci, rilasciando un titolo action-rpg: The Technomancer, dai forti accenti cyberpunk e ambientato nello stesso pianeta rosso della loro penultima creazione.
Ambientato nello stesso universo distopico di Mars: War Logs, racconta le vicende vissute durante la Guerra dell’Acqua su Marte: un terribile scontro tra le due corporazioni Abundance e Aurora per il dominio delle ultime risorse idriche rimaste sul pianeta. In questo clima di tensione, vestiamo i panni del cadetto Zachariah Mancer per aiutarlo a portare a termine la sua ultima missione d’addestramento sulla tecnomanzia: lo straordinario potere di incanalare grosse quantità di energia durante i combattimenti. Durante questa prova Mancer verrà a conoscenza di un terribile segreto riguardante l’ordine dei Tecnomanti e dovrà proteggerlo con tutte le sue forze.
Le fondamenta narrative su cui si basa The Technomancer sono davvero molto solide e definite, ma vengono quasi inspiegabilmente messe da parte dopo una manciata di ore per dare la priorità a situazioni che sono di secondaria importanza. L’esperienza risulta quindi meno palpabile del dovuto, rimanendo fredda. Per tale ragione la varietà di scelte morali che ci si presentano non sembrano possedere il peso d’una conseguenza definitiva, perché è davvero difficile anche nelle fasi più avanzate sentirsi parte della narrazione. A definire ancora di più questo distacco è il gameplay che risulta troppo legnoso sia a livello di animazione che a livello di interazione, per non parlare di un battle system interessante ma mai convincente.
Dopo un breve teaser iniziale il gioco ci richiede di personalizzare il nostro Zachariah attraverso un editor povero che permette di modificare ben poco del nostro protagonista. Una volta decisa l’estetica inizia il tutorial sotto forma di missione principale nel quale potremo allenarci nei quattro cardini del combattimento di The Technomancer: la tecnomanzia, che permette di utilizzare l’energia incanalandola in armi, raffiche o scudi energetici e che potrà essere usata insieme agli altri tre stili in combattimento; il Guardiano, un potente stile col bastone utile per gli scontri in mischia con più avversari; il Guerriero, con scudo e mazza che può alternare utili parate a colpi lenti ma decisi; e infine il Furfante che predilige daga e pistola potendo gestire attacchi sia dalle lunghe che dalle brevi distanze.
Ognuno di questi stili potrà essere perfezionato secondo una serie di punti abilità (PA) derivanti dall’esperienza, permettendo di potenziare quello che più si avvicina a quello desiderato. Si potrà optare per abilità passive o attive che a loro volta potranno essere potenziate scegliendo di sacrificare un ulteriore PA aggiungendo bonus al danno, alla velocità o alla resistenza a questo stesso attacco. Sarà anche possibile aumentare gran parte dei talenti di Zachariah (Carisma, Scienza, Fabbricazione, Esplorazione, Furtività) che andranno a rendere di sicuro meno ostica l’avventura generale su Marte, che comunque a parte qualche Boss Fight è facile già di suo.
Nonostante la grossa personalizzazione l’intero battle system ruoterà intorno a un continuo “schiva e attacca al momento giusto”, qualsiasi tipo di nemico vi si trovi di fronte. Inoltre non sarà difficile prenderci la mano perché il bestiario non è così vario e intelligente e con un po’ di pratica saprete uscirne vittoriosi facilmente. Spiders avrebbe potuto concentrarsi molto di più sui nemici, scegliendo di spendere qualche energia in più: leggere in anticipo gli attacchi dei nemici è molto semplice e a causa del loro respawn a ogni cambio di zona saremo costretti a sconfiggerli più e più volte, senza mai avere una grossa diversificazione.
Avanzando con la storia incontrerete alcune persone che saranno pronte a seguirvi nella vostra avventura e unirsi al party. Questi NPC favoriranno uno dei tre stili tra Furfante, Guerriero e Guardiano e per tale ragione sarà possibile munirsi di una forza lavoro completa a 360 gradi, permettendovi di soffermarvi sul potenziamento di un solo stile. Inoltre sapranno darvi consigli utili per la risoluzione delle quest attive, ma a parte ciò non riusciranno mai a riempire quegli interminabili momenti di silenzio che circondando l’esplorazione. Mancano infatti di carattere e i loro dialoghi sono ben poco originali. Il karma (le scelte morali di cui sopra) influiranno sul vostro rapporto con i compagni, ma qualsiasi sia la vostra scelta (buona o cattiva) non vi saranno situazioni esaltanti che deciderete di imprimere nella vostra memoria.
Dal punto di vista tecnico The Technomancer sembra essere stato realizzato per la passata generazione di hardware. Lo stile grafico è carino, ma nulla di più. Certo non mancano paesaggi evocativi, ben strutturati e molto diversificati, ma tutto sommato c’è una certa penuria nella texture. Quello che manca al gameplay, e al battle system in generale è appunto una legnosità meno evidente. I movimenti dei compagni, dei nemici e di Zachariah stesso fanno sembrare l’intera vicenda una caricatura di quella che ci si aspettava. L’interfaccia grafica è invece architettata ad arte, con indicatori di posizione molto precisi e profili ben chiari.
Impeccabile il comparto audio, grazie ai suoi dialoghi ben recitati e alla presenza di un’ottima colonna sonora che si associa perfettamente a tutti gli ambienti di gioco.
Per dirla tutta, nelle lunghe ore di gioco necessarie per terminarlo, vi dimenticherete delle interessanti premesse sociopolitiche che vi sono state presentate inizialmente. Difficilmente uno dei cinque finali saprà portarvi quella maturità/profondità memorabile che vi aspettavate, il che è un gran peccato perché le premesse c’erano tutte: crafting, diversi stili di combattimento, base narrativa interessante, location cyberpunk suggestiva, ma al pacchetto globale manca lo smalto, quella marcia in più. Perché per ora The Technomancer è un titolo a metà in pratica un gioco che mostra i denti, senza mai mordere davvero.
Pro
- Intrigante universo Sci-Fi
- Comparto sonoro ben orchestrato
- Interfaccia grafica abbastanza intuitiva
- Abbastanza longevo
Contro
- Combat System ridondante
- Manca di tatto e di moralità
- Personaggi secondari molto macchiettistici
- Storyline seccante e colma di cliché
- Comparto grafico di qualche generazione fa