The Spirit of the Samurai | Recensione

Recensito su PC

The Spirit of the Samurai
The Spirit of the Samurai - La recensione

In campo artistico, che sia visivo, musicale, architettonico e anche videoludico ovviamente, vi è sempre una fonte d’ispirazione per poi elaborare qualcosa di proprio: The Spirit of the Samurai è chiaramente influenzato da titoli come Onimusha e Limbo, un po’ come come gli AC/DC hanno influenzato i Guns N’Roses e i Kiss (a grandi linee, eh). L’ esperimento da parte di Digital Mind Games è arricchito ovviamente anche da diverse altre componenti, non è una mera “copia” di alcuni gioielli del passato, ed è proprio questa rielaborazione, questo mix di ingredienti già visti ed arricchiti con qualcosa di originale che desta curiosità da parte nostra.  Si tratta di un titolo a scorrimento 2D dalle atmosfere e dagli effetti di luce simili al già citato Limbo ma ambientato in una sorta di Giappone feudale: le premesse per un buon titoli ci sono.

The Spirit of the Samurai recensione | L’ eterna lotta fra bene e male

Takeshi è un samurai stimato dal suo intero villaggio. Con l’aiuto del suo maestro e dei suoi compagni difende la sua terra natia da qualsiasi minaccia, nonostante corra ormai un periodo di pace abbastanza sereno e solido. È proprio durante una delle solite sessioni di allenamento che questa serenità si sfalda in un batter d’occhio, davanti agli impotenti e pacifici abitanti del villaggio di Takeshi. Il male si è risvegliato e sotto forma di yokai malvagi che di punto in bianco si sono letteralmente lanciati come un’ onda sulla terra natia di Takeshi, trasformando anche i morti in zombie.

Così inizia il viaggio del samurai solitario che dovrà fronteggiare mostri ed amici trasformati adesso in non morti, salvando quel poco che resta dopo la devastazione iniziale. In tutto ciò però non sarà da solo in quanto Chisai, un gattino che Takeshi ha adottato, gli farà da inatteso compagno in questa lotta contro il male, insieme ai Kodama e allo spirito di una Kitsune. Le premesse di The Spirit of the Samurai sono quindi abbastanza classiche e pescano ovviamente dalla mitologia giapponese. La trama probabilmente non sarà uno dei principali motivi per cui questo titolo crea attrattività, c’è da dire però che, sebbene molto classica, non è nemmeno da buttar via. Anche se non è altro che un pretesto per passare a fil di spada nemici su nemici, rispetta i dettami principali dell’intreccio narrativo.

The Spirit of the Samurai
Takeshi è il protagonista di The Spirit of the Samurai

Non morti in stop motion

Il team di Digital Mind è molto piccolo, si tratta infatti di uno studio indipendente spagnolo. È proprio per il fatto dei pochi componenti che hanno collaborato al progetto che la qualità del titolo stupisce: artisticamente infatti si è puntato su delle cutscenes brevi ma animate molto bene, con effetti di luce e chiaroscuri che danno un bellissimo risultato, oltre ad un movimento in-game orientato allo stop motion. Infatti muoversi nei panni di Takeshi riporterà sicuramente alla mente Nightmare Before Christmas sia per l’atmosfera semi-lugubre che per l’animazione particolareggiata. Questa sensazione sarà rinforzata dal fatto che tutti, sia amici che nemici, siano animati in stop motion, ad eccezione degli sfondi. Il risultato merita grande pregio.

Queste sensazioni si avvertono già nei primi minuti di gioco, quando si sfodera la spada per partecipare al primo sparring fra samurai ed in cui viene introdotta al giocatore la meccanica di combattimento. Il mapping dei controlli è molto intuitivo e semplice però nelle situazioni più concitate, quando ci si ritroverà a fronteggiare molti nemici su schermo, la reattività non è il massimo. Può capitare più volte che i comandi non rispondano a dovere o non nell’immediato, segnando la differenza fra la vita e la morte.

The Spirit of the Samurai
Takeshi si muoverà su sfondi 2D ben studiati

Carino il sistema di crescita del personaggio che, tramite la progressione a livelli eseguibile in piccoli altarini, può acquisire anche nuove mosse da inanellare alle combo con la katana. Queste saranno personalizzabili in gran parte delle “sezioni” che compongono le varie combo. Negli scontri non mancherà l’uso di vari kunai, frecce e pozioni per ricaricare vita e stamina. Questa seconda parte però sarà molto più semplificata rispetto al combattimento classico che comunque non è molto stratificato.

Quello che non dà molta soddisfazione e la poca varietà dei nemici o degli scontri: arrivati ad una certa soglia di ore di gioco il tutto diventa ripetitivo e solamente i boss danno un pizzico di varietà in più, ambientazione compresa. A poco servono le combo “direzionali” in quanto il pepe, dopo un po’, finisce il suo effetto.

In conclusione

The Spirit of the Samurai ha delle basi che promettono molto bene, così come le idee introdotte nei primi minuti di gioco. Si consolidano però in maniera troppo poco approfondita, relegando il titolo ad un livello che va poco sopra la sufficienza. Le premesse per un vero e proprio gioiello indie c’erano tutte ma manca quel piccolo passo in più che lo avrebbe reso un must play.  Resta comunque un titolo che vale la pena provare. Potete trovare il gioco sui principali store Xbox e PlayStation oltre che su Steam.

7.5
Un buon titolo che poteva dare molto di più

Pro

  • Stop motion evocativo
  • Sistema di combattimento originale

Contro

  • Alcune sezioni un po' confuse
  • Controlli non precisissimi
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