The Persistence – Recensione
The Persistence è finalmente arrivato anche senza VR, portando con sé spavento, terrore e una buona dose di angoscia. Sviluppato dallo studio indipendente Firesprite, il gioco permette di vestire i panni di un personaggio di nome Zimri Eder, responsabile della sicurezza clonato per cercare di riprendere il controllo della navicella Persistence, per l’appunto. Se siete tra coloro che lo hanno giocato in passato sulle piattaforme VR, vuol dire che avete già avuto modo di sperimentare ciò che si prova ad aggirarsi per i corridoi di una navicella coloniale completamente invasa da creature che hanno il solo scopo di farvi fuori.
The Persistence è infatti un survival horror in salsa sci-fi, ovviamente in prima persona per farvi godere appieno delle aberrazioni che vi danno la caccia lungo i corridoi della navicella. Dal momento che il gioco ha comunque una trama narrativa, all’interno di questa recensione non si farà menzione eccessiva di dettagli e parti di storia per evitare spoiler e fastidiose anticipazioni. Il gioco sarà disponibile su PC, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, al momento solo in versione digitale a causa del problema Covid-19. Tra qualche mese, The Persistence in copia fisica verrà distribuito da Perp Games.
Aberrazione a chi?
Non giriamoci intorno: là fuori in quei corridoi gira della brutta gente, nel vero senso della parola. Se pensate di sottovalutare la faccenda pensando di avere a che fare coi soliti mostriciattoli ispirati agli zombie, banali e anche un po’ stupidi, farete meglio a chiudere immediatamente il gioco e dedicarvi ad altro perché per sopravvivere là fuori, specialmente all’inizio, la vita sarà decisamente dura. La Persistence è un girone dantesco e i nemici hanno le carte in regola per farvi fuori al vostro minimo errore. Partire a testa bassa è il modo migliore per essere massacrati, riclonati e dover riavviare la partita. La parte relativa all’esplorazione potrebbe sembrarvi vana, visto che la caratteristica principale della Persistence è quella di cambiare la disposizione di corridoi ed elementi dell’ambientazione ad ogni riavvio, tuttavia con un po’ di acume ed esperienza riconoscere i vari pattern diventerà automatico. La carenza di oggetti e munizioni suggerisce prudenza, padroneggiare un po’ di abilità stealth è fondamentale per evitare di frustrarsi all’inizio e buttare il gioco sullo scaffale.
Quando avrete capito come muovervi per bene all’interno dei corridoi e avrete iniziato a prendere le misure alle varie tipologie di mostri che vi verranno lanciati contro, sarà naturale iniziare ad essere più incisivi: appena ne avete la possibilità, fate fuoco e levate di mezzo gli ospiti indesiderati quindi, ma fate attenzione a non sprecare munizioni. Le armi sono di diverso tipo, tutte abbastanza potenti, ma sfortunatamente non siete in Duke Nukem quindi… Tenete a bada il dito sul grilletto e aspettate il momento propizio. Oltre alle armi, grazie al potenziamento genetico potete migliorare vari parametri del vostro personaggio aumentandone ad esempio la resistenza, la salute o la difesa: cercate di aumentare questi valori il prima possibile, perché vi semplificherà notevolmente la vita.
Un altro aspetto di The Persistence che dimostra la necessità di avere mentalità e visione di gioco, è data dalla possibilità di lavorare sul DNA dei membri dell’equipaggio per poter clonare corpi nei quali potersi risvegliare: durante il gioco, infatti, incontrerete coloro che, in seguito al malfunzionamento della navicella e alla generazione di cloni impazziti, sono stati aggrediti e appartengono all’Olimpo dei furono. Ogni volta che li troverete, estraetene il DNA: sbloccare le loro abilità peculiari è fondamentale.
Calma e sangue freddo
Fin dal primo momento in cui metterete piede sulla Persistence, un crescente sentimento di angoscia la farà da padrone: il senso di disorientamento generato dal cambiamento dell’ambientazione di volta in volta, unito all’elevata difficoltà iniziale, rischiano di tenere molto alte le vostre pulsazioni. Mantenere la lucidità e fare la scelta giusta al momento giusto è fondamentale per completare il lavoro all’interno della navicella. Siete sperduti nello spazio, siete tutti morti, le munizioni sono poche e… Siete soli. Potrebbe solo migliorare giusto? Perfetto, niente panico e dateci dentro. Cedere al nervosismo o farsi magari prendere dalla frustrazione, vi farà commettere errori che vi spediranno dritti alla riclonazione senza armi e oggetti. Non esistono check point, se venite uccisi prima di completare un livello dovrete ricominciare dall’inizio perdendo tutto quello che avete faticosamente conquistato durante il livello in questione.
Audio e Grafica
La grafica del gioco è ben curata: l’ambientazione potrebbe sapere di già visto, tuttavia le varie categorie di mostri sono ben realizzate. Nel complesso The Persistence è gradevole, ma a farla sicuramente da padrone è il comparto audio: ogni minimo rumore come quello dei passi o dei trascinamenti è ben realizzato e giocando con un paio di cuffie all’altezza regala dei veri e propri sussulti degni dei migliori film horror. I giochi di luce e la grafica dell’ambientazione sono inoltre leggermente migliorati rispetto alla versione precedente.
Multiplayer
The Persistence è dotato di una modalità multiplayer asimmetrica: potrete chiedere a quattro amici di poter collaborare durante le vostre partite, collegandosi anche da dispositivi Android o Apple. Grazie al loro apporto, potrete sapere in anticipo dove sono i nemici e potrete chiedere loro di aprire o chiudere alcune porte per agevolarvi il lavoro. A causa di mancanza di giocatori, questa modalità non è stata testata in fase di recensione.
The Persistence in questa nuova riedizione senza VR perde un po’ di effetto “atmosfera”: grazie al visore l’immedesimazione era totale e l’elemento novità aiutava il giocatore a calarsi perfettamente nei corridoi gremiti di mostri pronti a farlo a pezzi. In questa nuova veste, pur divertente e gradevole, a nostro avviso si perde qualcosa. Chi vi scrive ha giocato a suo tempo alla versione VR e, decisamente, la mancanza della versione rivista si sente eccome. L’utilizzo del visore permetteva al gioco di emergere nel marasma dei survival horror, mostrando le potenzialità di una tecnologia destinata ad ampi spazi di utilizzo. Fatta questa doverosa premessa, ovviamente non è tutto da buttare. La giocabilità c’è, l’audio resta il punto di forza dell’intera produzione e il multiplayer asimmetrico è una vera e propria chicca. Se non avete giocato con la versione VR non lasciatevelo sfuggire, perché merita senz’altro una possibilità.
Pro
- Audio coinvolgente
- Alta tensione costante
- Multiplayer particolare
Contro
- Senza VR perde qualcosa
- Ambientazione a lungo andare ripetitiva