The Padre – Recensione
Un po' survival horror vecchia scuola, un po' opera dissacrante sul mondo ludico, sul sacro e sul profano. Andiamo alla scoperta del particolare The Padre.
L’importanza della scena indie diventa, ogni giorno, sempre più marcata ed evidente. Svincolata dalle pressioni che un Tripla A canonico deve sostenere, una produzione indipendente può “volteggiare” tranquillamente nell’iperuranio ludico, compiendo scelte di stile e/o di contenuto totalmente libere e slegate dal mero bilancio (feature principale di una buona fetta delle produzioni principali del settore n.d.r). Il titolo di cui parleremo oggi, The Padre, rientra perfettamente nella schematica atipicità che circonda vorticosa la produzione indipendente odierna, offrendo un gioco “rischioso” ma sicuramente interessante. Ma…andiamo con ordine!
The Padre è un survival horror vecchio stampo, evidentemente ispirato alle serie di Alone in the Dark o Resident Evil, dotato di un comparto grafico pixelloso in pieno stile Minecraft. Naturalmente, per la natura totalmente sui generis del gioco, la succitata etichettatura calza un po’ strettina al ludo, seppur sia meccanicamente precisa. Nel gioco, com’è facile intuire, interpreteremo un uomo di fede incaricato di indagare sulla scomparsa misteriosa di un alto prelato. Pochi attimi e ci ritroviamo catapultati in una enorme e oscura villa ricolma di entità maligne e bui misteri da risolvere. Il gameplay del gioco si muoverà su caratteristiche classiche del settore, con sezioni dedicate all’esplorazione, al combattimento e alla risoluzione di enigmi via via più complessi e criptici (alle volte anche troppo), pescando a piene mani da quel passato che non aveva particolare voglia di facilitarci le cose.
La prima nota caratteristica del gioco, per certi versi focale per quanto concerne le tematiche, è l’ironia: The Padre è infatti un tentativo piuttosto complicato di prendere in giro il genere dei survival horror attraverso un… cupo survival horror. Se l’idea di base è sicuramente originale e sui generis, mescolare horror e commedia è un po’ complicato (a meno che non si sia dei politici navigati n.d.r). Il risultato è una sorta di montagne russe emozionali, in cui nell’esatto istante in cui la cupa atmosfera del gioco sembra aver fatto finalmente presa, compare improvvisamente una boutade pungente del protagonista che frantuma in mille pezzi la coltre oppressiva creatasi.
In sostanza, dopo poco il fattore horror si consumerà del tutto e il gioco, per certi versi, diventerà una commedia dark di una manciata di ore basata su cliché, citazioni ludiche e una visibile irriverenza nei confronti di svariate tematiche legate al sacro e profano. Ma se sin qui ci troveremo dinanzi a un’opera complessa seppur ingegnosa e che potrebbe essere comunque apprezzata da una nutrita fetta di player, analizzando gli aspetti meccanici di The Padre tutti o quasi potrebbero invece trovarsi improvvisamente d’accordo. Da un mero punto di vista ludico, la produzione si attesta su livelli non particolarmente brillanti, offrendo un sistema di combattimento impreciso e complicato.
Al contempo, anche il feeling dei controlli non sarà particolarmente intuitivo a causa del 3D isometrico del gioco, visibilmente ispirato ai sopracitati classici del genere seppur difficile da digerire su di una console che prevede anche il controllo in mobilità. Il gioco non offrirà inoltre un sistema di locking automatico degli obiettivi: caratteristica che, unita ad una hit-box dei nemici non particolarmente precisa, si tradurrà in scontri a fuoco sempre complicati da gestire, soprattutto se avremo più mostruosità a cui badare. Se i comandi inerenti i movimenti generici saranno comunque sufficientemente comodi sulla portatile Nintendo, la gestione di alcuni puzzle sarà complicata poiché la funzione “usa” cambierà spesso d’assegnazione nel momento in cui ci troveremo vicino a più punti d’interesse con cui interagire.
Se graficamente il gioco è evidente emanazione del mondo illogicamente stupendo creato da Notch, non lasciate che l’intrinseca “easyness” in stile Minecraft vi inganni: The Padre è un gioco tetro, buio e a tratti spaventoso, grazie adun saggio e ispirato gioco di colori e, soprattutto, a un magistrale uso delle luci unito a un comparto sonoro sicuramente azzeccato e ispirato. Il tutto fluisce in una generale e atmosferica cupezza che farà la gioia degli amanti del genere, anche fra quelli che non apprezzano particolarmente lo stile artistico pixel-cubettoso. Tecnicamente parlando, il gioco metterà sul piatto una struttura piuttosto solida e fluida, senza particolari cali o imprecisioni degne di nota a cui giocare senza intoppi, in entrambe le modalità d’uso previste dall’ammiraglia Nintendo.
The Padre è un progetto molto particolare. Un tentativo complesso di unire il buio dell’horror a un dissacrante humor nero ludico. Esperimento riuscito? In parte, visti anche alcuni evidenti limiti di carattere strutturale e meccanico. Un titolo sicuramente interessante ma che potrebbe lasciar spiazzata la maggioranza del pubblico.
Pro
- Un survival horror sui generis
- Ricolmo di ironia e citazioni
- Atmosfera sapientemente cupa...
Contro
- ...spezzata spesso dalla verve comica
- Meccanicamente complicato ed impreciso
- Alcuni enigmi sono troppo criptici ed ardui