The Outer Worlds: Pericolo su Gorgone – Recensione
La nostra esaustiva recensione di The Outer Worlds venne premiata con un 85% elencando tra le sue caratteristiche preponderanti un mondo vasto, una sceneggiatura degna, dialoghi, combattimenti e una formula completa che offriva un’esperienza ricca anche se forse troppo legata alla tradizione: oggi riaffrontiamo il titolo per analizzare la prima espansione ufficiale del gioco rilasciata da Obsidian, “The Outer Worlds: Pericolo su Gorgone“.
Un DLC che aggiunge una nuova campagna, una trama ex novo che ci porterà a esplorare aree inedite su di un devastato asteroide. Il gioco varrà la candela? Scopriamolo assieme.
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The Outer Worlds: Pericolo su Gorgone, come The Outer Worlds, è uno sparatutto in prima persona incorniciato da uno profondo e vasto comparto ruolistico. L’espansione inizia in modo poco rassicurante: un pacco inviato a bordo dell’Inaffidabile – la nostra nave – si rivelerà presto nulla più che un macabro contenitore in cui troveremo un braccio mozzato la cui mano stringe un registratore. Ben presto scopriremo che l’arto monco appartiene a una vecchia conoscenza del capitano Hakwtorne, il quale ci farà intendere di esser al centro di una “operazione” dai rischi altissimi ma dai guadagni proporzionali. Naturalmente noi e la nostra “amabile” crew decideremo in un sol colpo di imbarcarci in questa promettente avventura.
Una volta giunti su Gorgone – un massiccio asteroide protagonista di un misterioso progetto fallito – scopriremo che l’intera area è totalmente in rovina, devastata dall’aggressiva fauna locale, da predoni e dalle terribili cavie al centro del progetto ormai in libertà. Naturalmente saremo noi a indagare sul mistero che avviluppa Gorgone, con la missione di rintracciare il diario di una scienziata che aveva lavorato al progetto.
Un incipit non particolarmente originale che però farà da apripista a una trama ben congegnata e coinvolgente, seppur sicuramente non paragonabile per lunghezza all’intreccio narrativo del titolo principale. Una storia che si dipanerà tra oscuri segreti, intrighi da palazzo e dialoghi al limite della follia: com’è lecito attendersi l’estrema ironia che faceva da sfondo alle vicende narrate nel primo capitolo sarà anche qui completamente traslata. Ciò naturalmente non si tradurrà in una storyline banale: anche qui avremo facoltà di prendere decisioni che ci apriranno diverse possibilità narrative e che naturalmente terranno per mano il filo degli eventi a cui assisteremo.
Se volessimo riassumere in modo stringente, al contempo semplificando il concetto al fine di meglio inquadrarlo, potremmo dire che Pericolo su Gorgone è una, più lunga della media, missione secondaria che, con delle piccole variazioni estetiche sul tema, metterà in tavola un pasto coerente con la portata principale e per certi versi, anche più impegnativo a livello di mera sfida. Apprezzabili in questo senso sono i vari dungeon sparsi per la mappa di gioco, piuttosto vasti e labirintici e che accoglieranno al loro interno alcune sfide che potranno esser superate utilizzando particolari abilità oppure oggetti trovati nel corso del gioco.
Avere una identità, in un mondo di Battle Royale e affini, è sicuramente fondamentale: l’espansione di The Outer Worlds in sostanza ripropone a pie pari tutte le caratteristiche fondanti del capitolo base del titolo Obsidian. Se volessimo riassumere allo stremo ed estremo, Pericolo su Gorgone non introduce alcuna novità di rilievo al gameplay rispetto al titolo originale, né sul fronte più squisitamente meccanico, né tanto meno da un punto di vista interpretativo dei concetti ruolistici espressi.
Una permanenza che insiste anche sulla varietà estetica di situazioni e avversari che, in linea di massima, non introdurranno nessuna variante degna di menzione. Pericolo su Gorgone è una emanazione conservativa del primo capitolo del gioco, racchiusa in una storyline di circa 15 ore: un prodotto di indubbia qualità e che farà la felicità di chi ha amato alla follia il capitolo principale, seppur la mancanza del “guizzo” al fine di rendere davvero personale l’espansione, alla fine dei conti, viene a mancare.
Siamo giunti alla sezione tecnica ed estetica: anche in questo frangente, nulla è cambiato rispetto all’originale capitolo, nel bene e nel (pochissimo) male di cui vi parlammo nella recensione originaria. Un plauso sicuro alla direzione artistica che, nella sua “semplicità” concettuale (d’altronde siamo su di un asteroide e un asteroide è formato da roccia) è riuscita nel difficile compito di rendere piacevole e vario un ambiente che, naturalmente, non regala forti emozioni visive.
Stesso discorso si trasla anche per la mera componente tecnica: il DLC non si smuove di un “inch” dall’esperienza di The Outer Worlds. Durante le nostre sessioni svolte su PlayStation 4, utilizzando la versione Pro dell’attuale ammiraglia Sony, non sono stati riscontrati rallentamenti o errori tali da meritare una menzione.
Pericolo su Gorgone è un ottimo DLC, piuttosto lungo e colmo di attività e che al contempo offre anche una storyline ben realizzata. Se proprio volessimo trovare un neo alla complessiva produzione, esso potrebbe essere relativo al “copia/incolla” concettuale e di contenuto dal primo capitolo. Non è ovviamente un dato negativo ma si sarebbe osare qualcosa in più per rendere Pericolo su Gorgone un’esperienza complementare e non una mera estensione di The Outer Worlds.
Pro
- Trama ben realizzata e colma di scelte
- Buona longevità per un Dlc
Contro
- Nessuna reale novità rispetto al predecessore
- Una sterzata al gameplay non avrebbe guastato