The Lord of the Rings: The Return of the King – Recensione The Lord of the Rings: The Return of the King
L’ultimo capitolo della terza era
La Terza Era della Terra di Mezzo giunge oramai al termine.
Sauron, l’oscuro signore, si prepara a sferrare il suo ultimo attacco: Minas Tirith, capitale di Gondor è sotto assedio, un centinaio di migliaio di Orchi uniti sotto il vessillo del grande occhio fiammeggiante, la stringono in una morsa serrata. Riusciranno i popoli liberi della Terra di Mezzo a vincere la battaglia sui campi di Pellenor e a conservare la propria libertà?
Il destino del mondo è nelle mani di due giovani Hobbit, sperduti nelle oscure lande di Mordor, dove il destino dell’unico anello sta per compiersi.
Per chi non ha mai letto Il Signore Degli Anelli (correte subito a leggerlo!) queste parole suoneranno vuote e senza senso, ma gli estimatori della trilogia Tolkieniana e chi ha conosciuto tramite i film diretti da Peter Jackson quel mondo creato oltre mezzo secolo orsono, sanno per certo che questi sono gli attimi conclusivi dell’epica storia narrata dal professor Tolkien.
Ebbene, ancora una volta, puntuale come le tasse, Electronic Arts fa sue le licenze del film e ci propone l’ultimo episodio della trilogia in chiave videoludica.
“Svanita ogni speme, lacero è il cuore: ci attende la collera, la rovina ed il notturno bagliore!” (Eomer)
L’avventura comincia lì dove finisce il secondo capitolo della trilogia: al Fosso di Helm.
Qui vestirete i panni di Gandalf il Bianco, appena giunto nel bel mezzo della battaglia assieme ad Eomer e i suoi Rohirrim (i cavalieri di Rohan).
Come avrete capito, vi troverete ancora una volta nella condizione di dover impersonare più membri della Compagnia dell’Anello: Gandalf, Aragorn, Legolas, Gimli, Frodo e Sam.
Dopo la battaglia per la salvezza di Rohan dovrete completare altri livelli ben conosciuti da chi ha visto l’atto conclusivo della trilogia cinematografica: Isengard, la Valle dei Morti, la tana di Shelob, la difesa di Minas Tirith, fino a giungere all’ultimo scontro sul Monte Fato.
Il sistema di gioco non è cambiato rispetto ai precedenti capitoli: si tratterà sempre di farsi largo tra orde di Orchetti e Uruk-hai fino a giungere al boss di fine livello.
Ogni personaggio seguirà il percorso che lo ha visto protagonista nel film, ma alla fine di ogni livello potrete comunque cambiare soggetto, seguendo altre strade nel corso della trama.
Inoltre, come in passato, ogni personaggio che utilizzerete avrà le proprie caratteristiche peculiari, le proprie abilità e i propri punti deboli, mentre le combo, i potenziamenti delle caratteristiche, e le altre abilità speciali vengono acquisite attraverso la maturazione di punti esperienza con il successivo conseguimento dei livelli, il tutto in base a come vi sarete comportati nella battaglia: dove maggiore sarà il vostro punteggio ottenuto, maggiori saranno anche i punti esperienza guadagnati.
C’è comunque una novità molto interessante implementata in questo Ritorno del Re; ovvero l’opportunità di giocare in multiplayer (finalmente, aggiungerei io), cosa che mancava ai precedenti episodi targati EA e che rende sicuramente più divertente e longevo questo 3° capitolo della saga.
Rendere epica un’esperienza di gioco.
Il gameplay di questo terzo episodio è rimasto pressoché invariato rispetto alle incarnazioni passate, così come il sistema di “inquadratura cinematografica” gestito dalla CPU, che rappresenta purtroppo un grosso limite, specie nelle fasi di gioco più concitate.
Attraverso la levetta analogica sinistra guiderete il vostro personaggio. Il triangolo, la croce e il cerchio sono invece adibiti all’attacco potente, l’attacco rapido e la spinta. Inoltre con questi tre tasti potrete effettuare una serie di combo, che diventeranno sempre più numerose, efficaci e difficili da eseguire con il conseguimento dei livelli. Per la parata è possibile invece utilizzare il tasto quadrato o in alternativa il tasto dorsale R1, mentre con il tasto L1 utilizzerete l’arma a distanza (con mira automatica).
Graficamente, Il Ritorno del Re riesce addirittura a migliorare il suo illustre predecessore: la qualità dei dettagli (dai personaggi fino ai fondali) è eccellente, la somiglianza tra i modelli poligonali e i personaggi del film rasenta la perfezione, così come le texture risultano molto ben definite, il tutto senza influire minimamente sul framerate, a dimostrazione di un motore grafico capace di filare via liscio come l’olio data l’ottima qualità.
Le ambientazioni oltre ad essere ben realizzate sono anche dinamiche, con fondali che presentano molti elementi in movimento, pur senza abbondare nell’interazione di gioco.
Il comparto audio è il punto di forza del titolo EA: la realizzazione degli effetti sonori è ottima, oltretutto attraverso il supporto Dolby 5.1 vi sembrerà di essere nel bel mezzo della battaglia sui campi di Pellenor, con le urla degli orchi e il clangore delle spade riprodotti alla perfezione.
Se oltre a questo aggiungiamo l’epica colonna sonora del film e il doppiaggio originale degli attori della trilogia, potrete solo comprendere come il titolo in questione possa eccellere per qualità audio.
La longevità era il problema principale del capitolo precedente e gli sviluppatori della EA sono riusciti a migliorare (seppur non di molto) il titolo anche sotto questo aspetto: la modalità multiplayer offre sicuramente una sfida e un divertimento più duraturo e, oltre a questa c’è da segnalare l’inserimento del Survivor Mode, dove dovremo sconfiggere in successione i nemici incontrati durante il gioco.
Ci sono inoltre 3 personaggi segreti da sbloccare (Merry, Pipino, e Faramir), oltre ai soliti extra come le interviste ai protagonisti dei film e altre scene tratte direttamente dal backstage.
La Terra di Mezzo non è mai stata così viva.
EA conclude al meglio la trilogia videoludica del Signore degli Anelli, riproponendo lo stesso approccio già visto nei precedenti episodi, ma migliorando il gioco da un punto di vista grafico e aumentando (anche attraverso la tanto desiderata modalità multiplayer) una longevità che risultava alquanto debole nei precedenti episodi.
Come sempre la software house americana sfrutta al meglio le licenze acquisite, riuscendo a far rivivere in prima persona le epiche battaglie già viste sul grande schermo.
Se siete amanti del mondo creato dal professore di Oxford, questo è un capitolo che non potrete farvi sfuggire, se invece non conoscete Il Signore degli Anelli perché negli ultimi 10-20 anni siete stati rapiti dagli alieni, correte a leggervi la trilogia di Tolkien.