The Lord of the Rings: Tactics – Recensione The Lord of the Rings: Tactics

Ora anche la PSP ha il suo anello…debole

La licenza del Signore degli Anelli arriva ora anche sulla PSP, sempre grazie alla Electronic Arts. Questa volta non si tratta di un gioco di ruolo o di un’arcade, come spesso in passato è stato proposto dalla stessa casa americana, ma di un vero e proprio strategico a turni con elementi di GDR nello sviluppo dei personaggi, che si pone come obiettivo quello di ricreare tutte le situazioni di battaglia e gli eventi chiave della celebre saga letteraria prima, per idea di Tolkien, e cinematografica poi, su scelta di Jackson. Inoltre, in multiplayer sarà possibile creare molteplici scenari ideati esattamente da voi, decidendo voi quali e quante truppe schierare contro il nemico.

Un sistema ciclico molto elementare

Il Tactics presenta una sola modalità che segue quasi del tutto fedelmente la trama del Signore degli Anelli partendo da Colle Vento, patria degli Elfi di Elrond, fino al Monte Fato, al fulcro delle terre di Mordor. Nella schermata iniziale potrete scegliere il vostro schieramento, il bene o il male, trovandovi così a poter manovrare sei eroi: per il bene saranno Gandalf, Frodo, Sam, Legolas, Aragorn e Gimli, mentre, per il male saranno Lurtz, Gorthmog, Grima Vermilinguo, il Re degli Stregoni di Angmar, e, molto distaccata dalla trama, avremo anche la presenza di Saruman e Sauron sui campi di battaglia. La schermata successiva vi metterà difronte al menù gestionale, lo spirito del sistema GDR, nel quale, grazie all’oro ottenuto vincendo le battaglie, potrete acquistare equipaggiamento e abilità per i vostri eroi rendendoli sempre più forti. Una volta terminata la preparazione, premendo X sarete portati alla mappa della Terra di Mezzo, nella quale dovrete scegliere il luogo di battaglia: la cosa che colpisce è che tutti i luoghi sono rigiocabili e ad ogni vittoria vi forniranno esperienza aggiuntiva, cosa che, se ripetuta più volte, porterà i vostri eroi alla facile invincibilità. Ad affiancare gli eroi, che non saranno mai tutti e sei schierati nella stessa campagna, vi saranno alcune truppe comuni, Raminghi o Cavalieri di Rohan, oppure Boromir e Re Theoden per i buoni, Nazgul, Orchi o Uruk-Hai per i cattivi. Il sistema di gioco, alquanto semplice e forse anche banale, ma efficace, si basa su due fasi: movimento e combattimento. La prima vedrà la programmazione degli spostamenti delle proprie truppe, sottoforma di un numero massimo di passi effettuabili su delle caselle quadrate come una scacchiera; quando i movimenti di tutte le truppe sono terminate, queste cominciano simultaneamente a spostarsi, talvolta interrompendo anzitempo il movimento programmato perché si verificano determinate situazioni, la più importante delle quali è sicuramente venire a contatto una truppa avversaria, cosa che fa scattare un inevitabile combattimento corpo a corpo. Segue così la fase di combattimento, nella quale ogni giocatore seleziona l’azione di ciascuna truppa, nonché gli eventuali bersagli: tutte le truppe possono attaccare corpo a corpo solo le truppe nemiche a contatto di casella, e la maggior parte possono anche effettuare attacchi a distanza; inoltre, tutte le truppe possono accedere agli oggetti nell’inventario premendo il tasto quadrato, potendo navigare tra gli oggetti e le abilità a disposizione solo degli eroi. Il ciclo così riparte facendo ricominciare la fase di movimento e poi quella di combattimento fino a quando una delle due parti non rimane senza truppe o finché non si verifica la particolare condizione di vittoria, come quella iniziale del genere "infliggi 30 punti di danno al Re degli Stregoni" oppure "uccidi il Balrog": salvo casi particolari nei quali vedremo la nostra campagna terminare, la perdita di un Eroe non è un evento irrimediabile, e ritroveremo la salma in perfetta salute al termine della missione, quando verranno anche assegnati i premi in esperienza e in denaro…tutto è bene quel che finisce bene.


Il sonoro c’è, ma la grafica dov’è rimasta?

Tecnicamente il gioco si avvale di un sonoro proveniente dalla pellicola e quindi mantiene gli standard molto alti della stessa: la colonna sonora originale del Film, insieme ai doppiaggi e alcuni effetti speciali, dà un risultato ovviamente ottimo, nonostante sia misteriosamente incisa a volume estremamente basso. Di contr’ordine è la grafica, che infatti non presenta modelli 3D ben texturizzati, o almeno non come sono gli standard della PSP, abituata a ben altre vette garfiche. Nel menù poi i ritratti dei personaggi in 2D sembrano delle semplici scansioni di foto degli attori del film di Jackson, e dire che ci si aspettava molto di più non è del tutto sbagliato: una delusione evidentissima.

Un tentativo fallito

Per quanto riguarda la longevità, oltre alla doppia possibilità di schieramento delle campagne e la presenza di tre livelli di difficoltà, vi sarà anche l’ormai immancabile modalità MultiPlayer. Quest’ultima si avvale del sistema a punti, nel quale ciascun giocatore potrà spendere i punti prefissati all’inizio dello scontro per schierare le truppe disponibili, cosa che garantisce scontri sempre equilibrati. Il Signore degli Anelli: Tactics si riassume in poche parole: un gradevole passatempo. Tecnicamente non è niente di eccezionale, e per quanto la colonna sonora del film faccia sempre la sua bella figura, la grafica non rende quanto dovrebbe; tatticamente risulta piuttosto semplicistico, ripetitivo e privo di grandi azioni e colpi di scena, e nel complesso risulta più che adatto a chi è alla ricerca di un pò di svago in compagnia degli eroi o deei cavalieri del male ideati da Tolkien. Non regge il paragone con altri giochi della saga e forse l’Electronic Arts avrebbe potuto dare di più nel creare questo ennesimo gioco sul Signore degli Anelli.

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