The Lion’s Song – Recensione
Oggi, quando si parla di videogiochi, ci si aspetta sempre che durino decine e decine di ore, in modo da poterci accompagnare per giorni, mesi, anni. Ci sono blockbuster tridimensionali incredibilmente fotorealistici, giochi di ruolo eterni o giochetti per piattaforme mobili rigiocabili all’infinito.
C’è però una nicchia di sviluppatori, quelli che oggi chiamiamo “indie”, che si dedicano alla produzione di titoli magari brevi e poco d’impatto ma che, al loro interno, contengono una forte dose di narrativa e perché no di ricerca artistica e stile. O tutte queste cose insieme.
Un caso particolare che salta all’occhio è quello di Mipumi Games, studio di sviluppo viennese che ha saputo metter mano o creare prodotti come quelli citati poco sopra per lanciarsi poi, in maniera del tutto inaspettata, nell’impresa di creare un racconto d’altri tempi, una novella digitale. Così, nasce The Lion’s Song, un prodotto originale che permette di mettersi nei panni di diversi personaggi e di vivere con loro esperienze di vario tipo.
Dal punto di vista stilistico sembra voler ricalcare da una parte le tinte seppia di inizio ‘900 (periodo in cui è ambientato il gioco) e, dall’altra traspare lo stile vintage dei videogiochi pixellosi d’un tempo. Insomma, si tratta di un bel “pastiche” di ispirazioni stilistiche non da poco. Il minimalismo assoluto del gioco si ritrova anche nell’assenza di un inventario che si aggiunge a quel senso di riduzione ai minimi termini del genere punta e clicca.
Per creare ancor più l’idea di un racconto sensoriale non vi è musica ma rumori ambientali. La musica la troviamo solo in alcuni momenti idilliaci, ispirazionali, sensoriali, chiave.
Lo scopo del gioco è avanzare nella storia, un po’ come in un libro game, cliccando su quanto troveremo nelle circostanze, per giungere alla fine dell’episodio selezionato. Non c’è un modo giusto, o sbagliato, di arrivare alla fine dell’episodio ma vi assicuriamo che c’è piena libertà di scelta per tutti i gusti. Inoltre, se non foste soddisfatti del vostro operato, potrete sempre rivedere le vostre scelte per poter rigiocare l’episodio in maniera differente e divertirvi così a trovare tutte le sfumature possibili nella storia.
Ricordatevi che non c’è rischio di rimanere bloccati o di puzzle impossibili ma, questo, non renderà l’esperienza di gioco meno piacevole.
EPISODIO I: SILENCE
Il primo episodio, quasi come un film d’altri tempi, si presenta mostrandoci un contesto: Austria, Inizi del ‘900. Un giovane, salutando i genitori, parte con un treno e pensa a Wilma, talentuosa fanciulla con un futuro nel mondo della musica. E con l’espediente del ricordo o flashback, ci troviamo nei panni della protagonista, proprio Wilma che, sebbene sia bella, fine e possa sembrare dal carattere forte per via delle composizioni musicali che realizza è, in realtà, fragile e labile, oppressa da tutte le attenzioni e aspettative che gli altri ripongono nel suo incredibile talento.
Ma non è solo quello. In un accademia musicale come quella in cui Wilma studia non è nemmeno possibile tirare il fiato e così Arthur, fiducioso insegnante e spasimato da Wilma, le suggerisce (in maniera un po’ forzata ma con quella grinta che si ha quando si tiene a qualcuno) di ritirarsi in una baita in montagna, sulle Alpi, da sola: in questo modo potrà studiare e lavorare alla conclusione di una partitura che tutta Vienna non vede l’ora di sentire.
Ma lì le cose non vanno come dovrebbero: una lettera di benvenuto, che Arthur ha lasciato lì per Wilma, le segnala che si terrà un concerto di lì a una settimana dove presenzieranno grandi nomi della musica contemporanea tra cui anche un certo Signor Mahler. Wilma non può reggere e sarà nostro compito quello di permettere alla nostra bella di riuscire a farcela in questo frullato di emozioni, paure, tensioni, amori e riuscire a farle comporre la partitura definitiva.
EPISODIO II: ANTHOLOGY
Siamo sempre in una stazione austriaca e una coppia si sta salutando passionalmente poiché lui deve lasciare lei per andare a Vienna; lui, sale a bordo del treno dopo aver detto cose sdolcinate alla sua lei e lo vediamo accomodarsi nella stessa cabina in cui ha preso posto il ragazzo all’inizio del primo episodio. E poi, la storia comincia.
Franz, un giovane e talentuoso pittore, viene accompagnato dal nonno a casa di un illustre signore amante delle arti, Gustav Klimt, il quale, accogliendoli calorosamente, li presenta a tutti gli invitati, elogiando il dipinto che Franz ha realizzato ritraendo una giovane e famosa violinista. Ci rendiamo conto che, giocando The Lion’s Song, stiamo andando a tracciare dei punti che si collegano tra loro in maniera velata ma efficace.
Come Wilma nel primo episodio, anche Franz è frustrato: riesce a percepire alcuni “livelli” emozionali, delle apparizioni fisiche di stati emotivi, delle persone che lo circondano: sulle sue spalle c’è quindi un enorme peso, ovvero quello di trovare il giusto equilibrio tra quello che le persone sono, quello che le persone sembrano o vogliono sembrare, e quello che Franz stesso vede in queste persone. Questa “capacità” lo rende nervoso, preoccupato, sofferente e molto molto insicuro. Come se non bastasse, una critica d’arte molto severa non riesce ad aiutare nel mondo più adatto Franz, criticandolo aspramente per i dipinti realizzati.
Come nel primo episodio, anche qui sarà nostro compito riuscire a scoprire i vari strati emotivi di alcuni personaggi per poi farli dipingere a Franz nel modo migliore possibile. Un’interessante aggiunta, che rende più dinamica l’esperienza di gioco, è la mappa da cui selezionare differenti location. Franz, inoltre, non riesce a essere soddisfatto del proprio lavoro in quanto non riesce a vedere i propri strati emotivi…portandolo a un male interiore non da poco e sentendosi da meno nei confronti degli altri che, lui, riesce a capire meglio di sé stesso. Così, cercando di scoprire sempre di più dei soggetti da ritrarre, potrete cercare di scoprire sempre di più anche di voi e arrivare, così, a realizzare l’opera d’arte completa agognata da Franz.
EPISODIO III: DERIVATION
Ancora una volta, un treno è il punto di inizio di questo capitolo della nostra storia. E, proprio come negli altri capitoli, vediamo un ragazzo sbronzo, salire e bordo del treno per poi dormire nello scompartimento con altre persone: gli stessi passeggeri conosciuti all’inizio dei precedenti capitoli.
Poi, addormentandosi, il ragazzo sbronzo comincia a sognare e, con un’abile dissolvenza, ci troviamo davanti a un flashback, giocabile, che ci presenta la protagonista: una matematica, la giovane Emma Recniczek.
Questi sa di aver trovato la soluzione a un complicato teorema che, per ora, nessuno è riuscito a padroneggiare così, decide di recarsi presso “The Radius”, il più importante circolo viennese di matematici. Ovviamente, trattandosi di una donna, non riesce nemmeno a pronunciare il lavoro svolto in quanto, a detta del più importante dei matematici in sala, “la matematica non è qualcosa da donne, con la loro mente adatta alle faccende domestiche e non a quelle pratiche“. Un ottimo incipit per metterci immediatamente in empatia con la giovane e il contesto socioculturale in cui ci troviamo. A differenza degli altri episodi, qui ci troviamo dinanzi all’ostracismo e alla sofferenza più forti vissute finora poiché, oltre agli uomini ottusi, anche se matematici, vivremo in prima persona la morte del padre di Emma, unica persona ad avere fiducia in lei, nonostante fosse una “femmina”.
Nell’apprendere la tragica notizia, insieme al telegramma, viene inoltre consegnato un pacco contenente i vestiti del padre di Emma che, dopo qualche minuto di gioco in maniera grottesca ma furba, vi serviranno per “travestirvi” e riuscire così a farvi accettare dal circolo The Radius.
Così come negli altri episodi, anche qui dovrete farvi strada cliccando qua e là per fare avanzare la storia e dimostrare a tutti il vero valore di Emma e che, essendo donna, non ha niente da invidiare a tutti gli altri studiosi.
In questo episodio comincia a essere sempre più labile anche il confine tra un episodio e l’altro permettendoci di capire sempre di più, mettendo insieme tutti i pezzi che compongono tutto il gioco.
EPISODIO IV: CLOSURE
Sebbene debba ancora uscire, fremiamo all’idea di poter concludere questo favoloso gioco punta e clicca!
The Lion’s Song è una meraviglia stilistica e narrativa che fa leva sull’unicità di ognuno e le peculiarità che ci rendono tali. Era dall’ultima secessione viennese che gli austriaci non lasciavano un segno ed emozioni così importanti, da togliere il fiato.
Pro
- Trama incredibile
- Stile grafico impeccabile
- Rigiocabilità elevata
Contro
- La durata esigua di ogni capitolo potrebbe deludervi