The Legend of Zelda: Ocarina of Time / Master Quest – Recensione The Legend of Zelda: Ocarina of Time
Premessa
La serie Nintendo di Legend of Zelda è sempre stata una delle più celebri nel mondo videoludico e si è ritagliata una vasta schiera di fan.
Moltissimi erano i possessori di Nintendo 64 ad aspettare trepidanti la quinta incarnazione della serie e non è un’esagerazione dire che questo gioco è stato uno dei più attesi di sempre. La Nintendo aveva promesso grandi cose e il panorama di giochi disponibili per la console non era certo esaltante (se si escludono alcuni ottimi titoli).
Andiamo ad analizzare questo gioco.
Miti primordiali
La storia di Ocarina of Time può considerarsi come la prima della serie. Essa mostra le origini dell’eroe Link, della Principessa Zelda e del malvagio Ganon (Ganondorf).
L’avventura comincia nella Foresta Kokiri, abitata dagli omonimi elfi e protetta dal Grande Albero Deku. Questi invia la fatina Navi a chiamare il giovane Link, l’unico nella foresta a non avere una fatina "guardiana". Il Grande Albero Deku rivela a Link di essere stato colpito da una terribile maledizione e gli chiede di porvi rimedio. Dopo che Link avrà aiutato il guardiano della foresta, questi gli rivela che il maleficio gli è stato lanciato da un uomo malvagio di nome Ganondorf, desideroso di entrare nel Sacro Reame e ottenere il controllo dell’onnipotente Triforza, una reliquia di origini divine.
Il Grande Albero, quindi, affida una missione a Link: dirigersi al Castello di Hyrule per incontrare la Principessa del Destino, con la quale dovrà trovare un modo per fermare questo terribile uomo.
Senza mezzi termini, la Storia di Ocarina of Time non si distacca molto dal classico schema "eroe che deve salvare la principessa e/o il mondo"; sembra, anzi, evidente che questo schema di base non debba essere cambiato nella serie di Zelda.Quindi, chiunque cerchi introspezione psicologica o una trama intricata, sappia che rimarrà deluso da questo aspetto del gioco. Ad ogni modo la storia ha un fascino classico non indifferente, si svolge come una bellissima favola. Dove la caratterizzazione dei personaggi lascia a desiderare, c’è il linguaggio dei corpi che va a sopperire, dando ai protagonisti una certa profondità.
Al di là dell’eccessiva classicità (che diventa un difetto a seconda dei gusti, data la tipologia di gioco), il vero difetto della storia di Ocarina of Time è che sembra una "riedizione" di A Link to the Past, altro capitolo della serie Legend of Zelda.
Sotto il sole di Hyrule
L’aspetto grafico del gioco è letteralmente impressionante. L’attenzione ai particolari è notevolissima e conferisce al mondo di Hyrule un’atmosfera unica e palpabile.
I modelli poligonali dei personaggi sono davvero notevoli, con una mimica facciale ma vista prima in un gioco in 3D. Possiamo notare al meglio la qualità durante le sequenze non interattive che narrano i vari passi della storia; le animazioni dei personaggi sono realistici e fluidi e un ottimo lavoro è stato fatto sulla gestione della "telecamera", con angolazioni e zoom degni di un film. Ci sono comunque alcuni difetti. Durante qualche sporadica situazione di gioco intenso si possono vedere alcuni rallentamenti. A volte poi si verificano "pop-up" di oggetti dal nulla o qualche difetto delle textures, a causa dell’uso del filtering della console. Sono più che altro difetti legati alle limitazioni del N64, che sbagli di programmazione.
La spada leggendaria
Il gameplay è sicuramente l’aspetto su cui Shigeru Miyamoto (producer storico della Nintendo, responsabile tra l’altro della serie di Super Mario) ha dato più attenzione.
Controllerete Link, con una visuale in terza persona, con il semplice uso della levetta analogica del controller; al tasto B è assegnato l’uso della spada, mentre per tutte le altre azioni si utilizzerà il solo tasto A. Come è possibile? Il tasto cambierà la sua funzione a seconda delle circostanze: quando Link è di fronte ad una scala servirà per arrampicarsi, quando è di fronte ad un masso servirà per spingerlo, ruotarlo ecc… La funzione del salto è stata resa automatica; quando Link si troverà sul limite di una sporgenza salterà automaticamente; questa funzione necessita di un po’ di pratica per essere padroneggiata, ma una volta appresa si rivela utilissima, in particolare risolve l’annoso problema del tempismo dei salti nei giochi d’esplorazione tridimensionali. Agli altri tasti sono assegnati l’uso delle armi e degli oggetti secondari e della visuale. Ma è durante i combattimenti che il gameplay dimostra tutta la sua semplice genialità. Quando Link si avvicina ad un avversario, premendo il tasto Z si attiva la modalità "Z-targeting", che rende tutti i movimenti di Link relativi a quelli del nemico. Egli si muoverà intorno a lui, potrà eseguire azioni normalmente inaccessibili come la schivata, o il salto all’indietro. Tutti i colpi, di qualsiasi arma, saranno automaticamente indirizzati al nemico, risolvendo parecchi problemi di collisioni che normalmente si verificavano in altri giochi (da precisare che questo sistema di "agganciamento" ha fatto scuola ed è stato utilizzato con molteplici varianti in innumerevoli altri giochi). I combattimenti risultano in questo modo intuitivi e divertenti.
Un altro aspetto davvero geniale è il fattore tempo. Link inizierà la sua avventura da bambino di 10 anni, farà alcuni dungeon e, dopo un certo evento della trama, sarà proiettato direttamente a sette anni nel futuro. Da quel momento continuerà l’avventura in un corpo di 17 anni. In seguito egli potrà viaggiare nel tempo e tornare indietro e avanti come e quando vorrà. Il vostro personaggio quindi si "sdoppierà" tra la versione bambino e quella adulta. Il piccolo Link avrà a disposizione alcune armi che l’adulto non avrà e viceversa. Le azioni nel mondo del Link bambino si rifletteranno nel mondo di sette anni dopo e spesso le due "versioni" dell’eroe dovranno coordinarsi per accedere ad alcuni segreti o semplicemente per andare avanti nel gioco.
Uno strumento indispensabile a Link per interagire e destreggiarsi nel mondo di Hyrule è l’Ocarina. Con essa è possibile imparare ed eseguire diverse melodie che avranno diversi effetti: dall’aprire passaggi, al teletrasportarsi in determinati luoghi.
La Nintendo è riuscita a fare quello che nella maggior parte dei casi risulta un fallimento: adattare la giocabilità di un gioco 2D ad un gioco 3D. Spesso i risultati sono terribili o semplicemente si allontanano troppo dal feeling originale. Con questo capitolo su N64 si è riusciti a mantenere grosso modo l’essenza di Zelda, se non a migliorarla.
Il gameplay di Ocarina of Time è un vero e proprio capolavoro di intuitività e semplicità di esecuzione dei comandi. Esplorare e combattere risulta davvero divertente, una volta appresi tutti i meccanismi di controllo. I controlli poi sono precisi e semi-impeccabili. L’unico problema si pone con i nemici volanti, con i quali lo Z-targeting risulta più lento e colpirli, a volte, può essere davvero problematico, se questi si trovano in particolari angolazioni. Per il resto l’avventura offre un notevole livello di sfida con i suoi dungeon e i boss, con i quali bisognerà adottare una tattica diversa ogni volta. L’unico lato negativo dei dungeon è che spesso non è per nulla chiaro cosa bisogna fare per andare avanti, il che a volte può risultare anche frustrante.
Melodie del Tempo
Il reparto sonoro del gioco è discreto. Le composizioni sono di indubbia qualità e risultano molto orecchiabili. I brani che accompagnano i vari ambienti di gioco sono molto appropriati, anche se forse mancano di un vero contenuto emotivo. Nei dungeon la musica è ridotta al limite, evidentemente per non fornire una distrazione. Gli unici problemi del sonoro sono sommariamente due. L’inevitabile qualità audio che il formato cartuccia offre e che mal rivaleggia con quello CD (ma ancora una volta questo è dovuto ad una carenza tecnica della console) e la presenza di pochissime tracce prese dai capitoli precedenti. I fan probabilmente rimarranno delusi dall’assenza del tema principale di Zelda.
L’avventura eterna
L’avventura principale offre un buon numero di ore per essere completata. I dungeon vi terranno impegnati per parecchio prima di essere superati. Ma anche dal punto di vista "facoltativo", Ocarina of Time offre un vastissimo assortimento di segreti. Questi sono di vario tipo e tutti rivolti al potenziamento di Link e delle sue armi, "pezzi di cuore" che aumenteranno la quantità di energia massima, ecc… Per ottenere tutto questo bisognerà immergersi in sub-quest e sessioni aggiuntive che richiederanno abilità, intuizione ed esplorazione.
Per concludere
The Legend of Zelda: Ocarina of Time è l’ennesimo capolavoro Nintendo formato Shigeru Miyamoto. La storia classica non è un grave difetto, trattandosi comunque di un Adventure. Gli altri sono tutti difetti marginali oppure legati alle limitazioni del formato o della console. Per il resto il gioco si avvicina molto alla perfezione. L’aspetto tecnico particolareggiato unito ad una giocabilità impeccabile ne fanno un acquisto obbligato per chiunque sia in possesso di un N64 o sia un fan della serie.