The Legend of Legacy
Su Nintendo 3DS possiamo dire senza dubbio che sia presente il miglior parco titoli per quanto riguarda i giochi di ruolo di questa generazione. La console portatile Nintendo ha ottenuto consensi e applausi soprattutto grazie a Bravely Default, di cui sta per uscire il seguito imminente. Sulla falsa riga di Bravely Default (almeno per quanto riguarda il character design), ecco arrivare sul nostro doppio schermo il sorprendente The Legend of Legacy, seguito spirituale della serie SaGa, sicuramente sconosciuta ai più. Basti comunque sapere che The Legend of Legacy tiene sulla sua scacchiera tutta una serie di nomi importanti: dietro al suo sviluppo troviamo per esempio il designer Kyoji Koizumi, lo sceneggiatore di Chrono Trigger Masato Kato, e il compositore di Final Fantasy XIII Masashi Hamauzu. Da questi nomi e molti altri degni di nota, potrebbe forse nascere un titolo scadente? Scopriamolo insieme.
Storia? È per i poppanti.
In un gioco di ruolo, sin dai tempi “antichi”, un’enorme parte della qualità dei titoli era dettata dalla sua storia e dai suoi personaggi. Questo era ciò che più di ogni altra cosa distingueva gli RPG dagli altri generi, dato che almeno una volta la storia era quasi una scusante poco sviluppata per gettare il giocatore nel vivo dell’azione. The Legend of Legacy, all’apparenza, decide di mantenere questo stile di trama così da concentrarsi su “ciò che conta”. Diciamolo subito: se state cercando una trama articolata, con personaggi dalla forte caratterizzazione e dalle relazioni intense, The Legend of Legacy vi deluderà.
Dopo un lungo sonno, un’isola enorme quanto un continente si è risvegliato dagli abissi, salendo in superficie per la gioia di tutti gli avventurieri che vogliono ottenere fama e fortuna. Una terra inesplorata, piena di segreti e tesori, che aspetta solamente di essere esaminata e razziata da cima a fondo. In questo luogo c’è un’unica città, fondata dal primo esploratore che vi ha messo piede e posta all’estremo sud, fondando un vero e proprio reame del quale è il sovrano incontrastato. Quest’isola è chiamata Avalon, e ha destato l’interesse di sette eroi in particolare: Bianca la ragazza con l’amnesia, Garnet la templare, Eloise l’alchimista, Meurs l’elementalista, Owen il mercenario, Liber il cacciatore di tesori, e Filmia il principe rana. Ognuno di loro ha il suo motivo di andare ad Avalon, e noi all’inizio della partita saremo costretti a scegliere uno di essi come protagonista. Dopo un breve preambolo riguardo lo scopo dell’eroe, salteremo direttamente al punto in cui ha incontrato due compagni di viaggio, che saranno sempre due degli altri eroi, scelti dal software a seconda di chi è il personaggio principale. In seguito troveremo anche gli altri quattro e potremo creare la squadra che più preferiamo, ma inizialmente potremo contare solamente sulla forza di un trio.
L’approccio di The Legend of Legacy a un canovaccio privo di una trama profonda lo rende molto simile ai primi Final Fantasy o Dragon Quest, offrendo agli utenti però in cambio un ottimo sistema di gameplay tra battaglia ed esplorazione.
Un continente da esplorare
Una volta che saremo in controllo del nostro eroe saremo immediatamente in grado di iniziare l’esplorazione delle varie zone. La mappa sarà mostrata sullo schermo inferiore del 3DS, e verrà aggiornata man mano che vedremo i luoghi in prima persona. Riempire una mappa al 100% ci garantirà un ottimo guadagno di soldi vendendola in città, quindi l’esplorazione dà i suoi frutti: tuttavia esplorare in toto una zona richiede un’ampia dose di combattimenti. I mostri appaiono randomicamente come ombre oscure, ma starà a noi decidere se affrontarle o se aggirarle ogni volta. Combattere contro i nemici è comunque sempre la scelta più conveniente, a causa dei potenziamenti veramente necessari ai personaggi per proseguire nel titolo senza incappare in enormi problemi contro i boss più ostici.
I combattimenti, all’apparenza, sono presentati con il sistema più classico possibile, cioè quello a turni. Ciò che rende speciale The Legend of Legacy è chiaro andando a scavare più a fondo: le azioni dei personaggi sono dettate unicamente dal loro equipaggiamento e non dal loro “livello”. Indossare uno scudo come equipaggiamento metterà a disposizione del personaggio skill di difesa, equipaggiare un’arma darà loro accesso alle abilità offensive caratteristiche di quell’arma e così via. Non sono presenti nemmeno punti esperienza per far crescere gli eroi: le loro statistiche, così come la potenza delle loro skill, cresceranno con la loro presenza nei combattimenti e con il continuo utilizzo delle abilità speciali.
A ogni turno potremo scegliere una diversa formazione di squadra tra quelle disponibili di base e altre che potremo creare, posizionando i vari personaggi in prima linea o in retroguardia: a seconda dei nemici e della situazione, cambiare formazione si rivelerà vitale. Per fare un esempio, posizionare tutti e tre i personaggi in prima linea incrementerà le loro azioni offensive ma allo stesso tempo subiranno più danno, mentre tenere un solo personaggio davanti e farlo difendere risulterà in meno danni inflitti ai mostri guadagnando tuttavia una maggior survivability. Sin dalle prime fasi di gioco, i team dei mostri inizieranno a metterci alle strette, distruggendoci completamente il party a fine tutorial; tale difficoltà richiede grandi strategie e una mentalità aperta, tenendo comunque conto che a fine combattimento tutti i nostri personaggi rispristineranno del tutto i loro punti vita (ma con un massimale ridotto fino al prossimo riposo nel caso alcuni di loro siano stati uccisi). A questo uniamoci i frammenti elementali che, equipaggiati ai personaggi, daranno loro diversi effetti passivi e delle abilità magiche tutte da scoprire.
La città ha l’unico save point del gioco all’interno della locanda dove potremo far dormire i nostri personaggi, in alternativa potremo approfittare di un Quick Save ovunque desideriamo, ma che si cancellerà automaticamente al suo caricamento. In città troveremo anche il negozio dove acquistare mappe ed equipaggiamento, e il porto dove potremo affittare navi per eseguire commerci con altri paesi, ottenendo così nuovi materiali ed equipaggiamenti. Potremo anche attivare lo Streetpass per scambiare oggetti con altri giocatori.
Un gioco che sembra una fiaba
Graficamente il titolo ricalca moltissimo Bravely Default sia per qualità che per design, tuttavia ciò che lo rende speciale è il “modo” in cui viene presentato. Camminando ed esplorando, ogni elemento dei luoghi apparirà dal terreno come se fosse un pezzetto di cartoncino all’interno di un libro di fiabe, cosa che potrebbe sembrare sciocca ma che invece dona al tutto quel pizzico di fiabesco e originale che tende a rendere The Legend of Legacy davvero speciale. Colonna sonora mozzafiato, con unica voce quella narrante, e naturalmente longevità da capogiro, forse più per necessità di grinding e a causa delle volte in cui vagheremo alla ricerca del prossimo avanzamento di storia che per altri motivi.
[signoff icon=”quote-circled”]The Legend of Legacy sembra essere una sorta di etereo ricordo degli sviluppatori, un RPG fiabesco che ricalca le loro esperienze con questo genere quando era appena nato. Come per i primi Final Fantasy e Dragon Quest, chi metterà mano a questo titolo non dovrà essere alla ricerca né di una storia intricata né di particolari relazioni tra i protagonisti. Se si riuscirà a passare oltre a queste mancanze si scoprirà un’incredibile maestosità nell’esplorazione di Avalon e nella sua atmosfera, così come nel suo sistema di battaglia profondo e crudele. Una nuova gemma per 3DS, che non potrà che farsi amare da coloro che partono già sapendo ciò che devono aspettarsi.[/signoff]