The Last Oricru – Recensione
Come la saga di Aliens insegna, farsi un viaggio in ipersonno non è quasi mai una scelta felice. Non sarà certo quindi The Last Oricru a interrompere questa simpatica tradizione, visto che, appena svegli, verremo immediatamente accoppati da uno pseudo zombie. Ma questo, fidatevi, sarà decisamente l’ultimo dei vostri problemi…
Infatti, ci risveglieremo poco dopo, come se nulla fosse accaduto (o quasi), nel salone di quello che sembra un monastero medievale, finendo per essere immediatamente perculati da una sorta di Craig the Brute bluastro che, per quanto non faccia nulla per nascondere la sua repulsione nei nostri confronti, sarà avere bisogno di noi assolutamente.
A grandi linee, questo è il plot iniziale di The Last Oricru, ultima fatica del team ceco GoldKnights uscita su Steam, PlayStation 5 e Xbox Series X/S, che ci catapulta in un mondo tecno fantasy dove noi stessi possiamo fare la differenza! Si, perché durante le nostre caramboliche avventure su Wardenia (questo è il nome del pianeta sul quale siamo finiti), dovremo più di una volta decidere da che parte stare, prendendo decisioni morali e non, che influiranno in maniera pesante sullo svolgimento della nostra impresa. Ci alleeremo con le popolazioni oppresse, o daremo una mano ai cattivi schiavisti? Saremo eroi senza macchia, o delle vere e proprie carogne? Sta a noi decidere.
Va detto subito che, da questo lato, The Last Oricru mantiene abbastanza bene quello che promette, le nostre scelte avranno pesanti ripercussioni sulla trama e i personaggi, andando a cambiare veramente le carte in tavola. Non aspettatevi però una totale libertà, esiste comunque uno schema di fondo ma il sistema funziona piuttosto bene. Se in una run un certo personaggio, ad esempio, è un vostro fidato alleato, in un’altra potrebbe essere un sanguinoso avversario e cose così. Molto interessante tutto questo, peccato che sia praticamente l’unico punto a favore di The Last Oricru.
La trama, che vede un mischione fantasy/fantascientifico degno di una serie animata Filmation degli anni ’80, non è poi nemmeno malaccio, al netto di una ben poca originalità. Su Wardenia esistono due specie senzienti: i Naboru, muscolosi umanoidi azzurri dalle fattezze simili a quelle di un Brute di Halo, e i Ratkin che, come i più perspicaci tra di voi hanno già intuito, sono una razza di uomini ratto, solo all’apparenza inferiore come intelletto ai puffi pompati di poco sopra. Peccato però, che i Naboru abbiano sconfitto in guerra i Ratkin, finendo per schiavizzarli.
A turbare questo idillio, mancavano solo una terza razza di abominazioni simil non morti che vuole fare piazza pulita di tutto e noi esseri umani, piovuti letteralmente dalla spazio, e considerati praticamente divini, vista la capacità di risorgere all’infinito quando accoppati, grazie all’avanzata tecnologia del nostro equipaggiamento.
Silver, questo è il nome del nostro alter ego, si ritrova in mezzo a tutto questo delirio senza neppure ricordarsi chi è e cosa ci è venuto a fare su questo pianeta sperduto, finendo per dover decidere da che parte stare… Come al solito, oserei aggiungere!
Dicevo che il sistema di scelte è praticamente l’unica cosa azzeccata in The Last Oricru perché, a fronte di un andamento realmente influenzabile dalle nostre azioni, troviamo un gioco con un comparto tecnico agghiacciante e una giocabilità appena nella sufficienza.
Graficamente, The Last Oricru fa rimpiangere ancora di più le passate generazioni di console. Nonostante il tanto sbandierato logo “Xbox Series X/S”, sembra di giocare a un titolo per, bene che vada, Xbox 360. Animazioni legnose e mimiche facciali assurde sono praticamente nulla a confronto del doppiaggio italiano, piatto e senza un minimo di carattere, e il sistema di illuminazione, che io… boh… Poco ci mancava che comparisse Duccio a urlare “Biascica, apri tutto!”.
Il gameplay è quello di un ARPG con pesantissimi rimandi al genere Soulslike in quanto a meccaniche ma realizzate in modo grezzo e per nulla godibile. Inoltre, aggiungiamo anche un controllo della telecamera non proprio reattivo e la frittata è bella che fatta.
Peccato, perché The Last Oricru presenta anche una modalità multiplayer a prima vista interessante e che, cosa rarissima di questi ultimi tempi, funziona anche in locale, come una volta! Purtroppo però, è davvero troppo poco per salvare il gioco dal baratro della mediocrità.
The Last Oricru non si presenta, è nemmeno voleva farlo, come titolo AAA ma purtroppo non riesce a tenere testa nemmeno a uno moltissimi indie che, nonostante le limitazioni, offrono un’esperienza da fare, almeno una volta. Qui proprio non ci siamo, va rivisto praticamente tutto del gioco. La sufficienza, stiracchiata oltretutto, la ottiene solo e soltanto per il sistema di scelte e la possibilità di giocare in coop. E assieme, questi due “dettagli” non da poco, fanno arrivare The Last Oricru solo alla sufficienza e nulla più. Fatevi due conti quindi…
Pro
- Sistema di scelte davvero impattante sulla trama
- Coop anche locale
Contro
- Graficamente lascia molto a desiderare
- Animazioni legnose
- Illuminazione da rivedere
- Telecamera scostante