The Last of Us: Remastered
È inutile, Naughty Dog non smette mai di sorprenderci: sono passati solo pochi mesi dalla nostra recensione di The Last of Us, nella quale abbiamo sostenuto come l’avventura fosse talmente intensa e profonda da meritare di essere vissuta a fondo una volta soltanto. A nostro parere, rispetto ad un Uncharted, il nuovo prodotto latitava in una sola caratteristica, quella della rigiocabilità: seppur longeva e stupenda, l’avventura era lineare e guidata a tal punto da far sì che i giocatori reinserissero il disco nella console solamente per partecipare alle partite in multipayer online. Nell’ultimo periodo, dopo aver riacceso la nostra passione per l’universo di TLOU con il DLC Left Behind, necessario per colmare una lacuna narrativa sul passato della piccola Ellie, Naughty Dog ci ha sfidato con la modalità Realismo, un nuovo livello di difficoltà in grado di farci rigiocare appassionatamente tutta l’avventura con uno spirito nuovo. È così che oggi, inserendo nelle nostre PS4 l’edizione Remastered, lo facciamo senza timore e senza preconcetti: consci ormai che TLOU è sempre in grado di stupire, ci accingiamo a intraprendere il nostro viaggio in compagnia di Ellie e Joel ancora una volta.
Se nell’ultimo anno avete vissuto sulla luna, o se avete recentemente acquistato una PS4 senza possedere una Playstation 3, potreste non avere ben chiaro che cos’è The Last of Us. Questo è un titolo sviluppato dai creatori di Uncharted. Attenzione però: se quest’ultimo è un action game in stile hollywoodiano a tutti gli effetti, l’avventura di Joel ed Ellie è invece un qualcosa di più profondo, riflessivo, violento e reale. In The Last of Us non si salta e non si fanno acrobazie, si spara poco – meglio se non si spara per niente – e si cammina ammirando il paesaggio piuttosto che correre e gettarsi a testa bassa nei combattimenti. La sopravvivenza è il fulcro principale dell’avventura: dopo che un potente virus ha infettato la maggior parte della popolazione mondiale trasformandola in aggressivi mutanti, le città sono state abbandonate e i pochi superstiti vengono rinchiusi dal governo nelle aree di quarantena. Scarsità di risorse e carestia fanno parte del quotidiano e, in questo nuovo mondo dove tutto cade a pezzi, i videogiocatori accompagneranno il contrabbandiere Joel nella sua missione più importante: contrabbandare la ragazzina Ellie, forse unica speranza di trovare un vaccino per l’epidemia, fuori dalle porte della città. Sarà il carisma da antieroe del protagonista o il rapporto che via via si crea tra lui e la piccola Ellie, che prende il posto della defunta figlia. Sarà l’incredibile ritmo della narrazione che, nonostante un tempo apparentemente lento scandito dal gameplay, tiene sempre sulle spine fino allo sconvolgente finale; oppure qualche altra caratteristica che al momento non ci viene nemmeno in mente, chissà. Fatto sta che The Last of Us si è dimostrato un vero capolavoro, in grado di convincere critici e giocatori nel descriverlo come il perfetto canto del cigno di Playstation 3 prima del passaggio alla nuova generazione.
Per tutti i dettagli sul gameplay e la trama vi rimandiamo alla recensione del gioco originale, sempre qui sulle pagine di Gamesource. In questo momento, infatti, preferiamo concentrarci maggiormente sulla reale novità di questo remaster: il miglioramento grafico offerto dall’hardware della PS4.
Un mondo da scoprire
Lo abbiamo già detto più volte: The Last of Us racconta di un lungo viaggio attraverso più paesi, la maggior parte del quale rigorosamente a piedi, durato all’incirca un anno. Nei panni di Joel ed Ellie attraverseremo intere città abbandonate, saccheggeremo le abitazioni in cerca di risorse, ammireremo i paesaggi e proseguiremo lasciandoci tutto alle spalle, senza mai voltarci indietro. Questo anche grazie all’incredibile lavoro svolto dagli sviluppatori: il background cambia in base agli spostamenti e al periodo dell’anno; le foreste sono vive, le case abbandonate e decadenti, riportando alla mente pellicole dai temi post-apocalittici come The Walking Dead e Io Sono Leggenda. Tutto questo, però, accadeva già su Playstation 3, il cui hardware era stato spremuto fino al limite più estremo.
Cosa cambia su Playstation 4? Siamo sinceri: inizialmente poco. La prima mezz’ora di gioco non presenta chissà quali incredibili novità: certo, l’alta definizione e la fluidità si vedono, ma la differenza non è poi così netta come ci si potrebbe aspettare. Poi però le cose cambiano: si incontra Ellie, si inizia il viaggio e, raggiungendo l’esterno della città, si inizia a spalancare la bocca. I dettagli sono all’inizio minimi – le gocce di pioggia sul vetro di una finestra, ad esempio – per poi aumentare e sommarsi in un tutt’uno di grafica e sonoro (anche questo interamente rimasterizzato) che lasciano davvero esterrefatti. In campo aperto e nelle giornate soleggiate, abbiamo potuto ammirare come la profondità sia stata nettamente migliorata e sia ora più che mai in grado di dare la sensazione di trovarsi in un mondo di gioco immenso, nascondendo incredibilmente bene che in realtà l’avventura prosegue dritta sui binari di un percorso ben chiaro e delineato, dall’inizio alla fine. La scena in cui i due protagonisti incontrano le giraffe, già memorabile su Playstation 3, prende davvero vita su PS4 e, ne siamo certi, è esattamente come gli sviluppatori l’avevano immaginata. Stesso discorso per le sessioni a cavallo, soprattutto quelle più veloci verso la fine dell’avventura: scompaiono tutti quei problemi di lievi rallentamenti e comparsa improvvisa degli alberi all’orizzonte che affiggevano Playstation 3, evitando così che l’immersione del giocatore nella trama venga improvvisamente rovinata da improvvisi e fastidiosi glitch.
Un discorso a parte, infine, trattiamo le texture e le animazioni dei personaggi: anche in questo caso non si vede un miglioramento così netto tra le due versioni, tranne che per qualche eccezione. Gli altri personaggi, i nemici e persino Ellie sono comunque un gradino al di sotto rispetto a quanto Naughty Dog ha portato a compimento con Joel, davvero uno dei personaggi dalle espressioni e dalle movenze più umane che questi sviluppatori abbiano mi realizzato.
Ne vale la pena?
Sappiamo che la maggior parte dei lettori di questa recensione, già acquirenti della prima edizione di The Last of Us su Playstation 3, si stanno ponendo questa domanda. Dal canto nostro possiamo assicurarvi che, se intendete rigiocare l’avventura – magari completa di tutti i DLC – e desiderate vederla come probabilmente gli sviluppatori avrebbero sin dal principio voluto realizzarla, potete andare sul sicuro e acquistare TLOU Remastered. La differenza a livello grafico non è poi così marcata, ma la somma di tanti piccoli dettagli come i riflessi sull’acqua, le ombre, le collisioni tra gli oggetti e la profondità di campo valgono il prezzo del biglietto. Discorso a parte per il personaggio di Joel, che davvero merita di essere ammirato in tutte le sue texture di antieroe violento e determinato. Se fate parte di quei giocatori che possiedono solamente una PS4, invece, state ancora più tranquilli: acquistate ad occhi chiusi e scopritelo per la prima volta: sinceramente, vi invidiamo un po’.
[signoff icon=”quote-circled”]The last of Us: Remastered è l’edizione definitiva del miglior titolo realizzato da Naughty Dog su Playstation 3. Una trama cinica e violenta, un mondo devastato da un’epidemia inarrestabile e tutta la voglia di sopravvivere di una bambina con un enorme segreto e di un uomo che ha perso tutto: queste caratteristiche, insieme ad un comparto tecnico da urlo, hanno fatto la fortuna del gioco su Playstation 3. L’edizione rimasterizzata propone i medesimi contenuti, rinnovando la componente sonora e quella grafica. Certamente non siamo di fronte al meglio che l’hardware di PS4 può mostrarci, ma per essere un titolo della scorsa generazione ha tutte le carte in regola per ricordarci di come un vero capolavoro possa restare tale a prescindere dall’anno e dalla console di sviluppo.[/signoff]