The Gunk – Recensione
Che sia attraverso le tre o le due dimensioni, l’impagabile senso di scoperta di un mondo alieno pare essere la cifra stilistica di Image & Form Games. Se fino a oggi il desiderio di andare a caccia delle loro terre esotiche si ramificava nel sottosuolo, con la serie SteamWorld, ora gli autori svedesi si sono lanciati nello spazio profondo. The Gunk è la nuova IP creata in collaborazione con Thunderful Games che chiama a raccolta tutti gli aspiranti argonauti su Xbox One, Xbox Series X, Xbox Series S e PC, disponibile dal lancio per gli abbonati a Xbox Game Pass.
Un action adventure che mette la flora e la fauna extra terrestre al centro dell’attenzione, invitando i giocatori a immergersi nei suoi paesaggi inesplorati, nel solco di un viaggio guidato.
Primo contatto
Quella che appariva come una normale giornata di lavoro, si è trasformata presto in una serie di peripezie a catena. Becks, Rani e un robot denominato CuRT, compongono l’equipaggio della Bunny, una nave spaziale sempre in rotta verso possibili guadagni. Tra una sosta e un’altra, la sgangherata compagnia atterra su un pianeta remoto e sconosciuto. La mole di piante e risorse tutte da catalogare e da raccogliere galvanizza i Nostri, fino all’incontro con Gunk, una sostanza melmosa e appiccicosa quanto misteriosa, con mire da parassita. Tale materia pare avere inghiottito la vita presente nel corpo celeste tutto e ne sta risucchiando la linfa vitale. Nei panni di Rani, il giocatore dovrà cercare di comprendere cosa sia accaduto sul suolo alieno, mantenendo un contatto a distanza via via più problematico con la sua amica e socia Becks.
Allontanandosi dal registro in parte ironico proprio di Steamworld, gli autori hanno virato per una scrittura più intima e convenzionale. Il rapporto tra le due protagoniste cambia nel corso del viaggio, come a mutare sono loro singolarmente – aiutate da due voci inglesi bene impostate – ma la struttura narrativa propriamente detta appare come un semplice collante con quella ludica. Nel Gameplay dopotutto, ovvero nelle interazioni disponibili con gli elementi costitutivi, risiede il messaggio di The Gunk, andando in avanscoperta di un mondo estraneo.
Pulizie spaziali e affini
Il primo contatto con la zona brulla e arida del pianeta avviene in veste da ricercatore di professione: Rani è equipaggiata con uno scanner, per conoscere l’identità di piante, rocce e altri oggetti e con un voluminoso guanto arancione che le permette di aspirare Gunk.
Fare il netturbino cosmico è abbastanza coinvolgente, per quanto gestito da uno schema di comandi non esattamente comodo. Le circa quattro o cinque ore per arrivare ai titoli di coda si dipanano principalmente tra queste due possibili opzioni, lungo una serie di aree legate da dei punti per consentire il caricamento delle zone successive. A tale proposito, il level design non offre particolari scelte all’utente, accompagnandolo per mano verso il percorso principale, stuzzicandolo ora con qualche enigma di facile soluzione, ora con talune strade secondarie per incamerare più risorse.
Abbiamo lasciato la componente di azione in secondo piano, poiché non rappresenta né vuole sembrare il piatto forte di The Gunk. Le sporadiche creature da eliminare sono ben poco variegate e palesano dei pattern scarni, banali da imparare a memoria per un veterano. L’esplorazione è il centro del gameplay e l’astronave, accessibile dopo il prologo, fungerà da hub centrale dal quale partire in ricognizione. Qui la protagonista sarà chiamata a tornare ora per esigenze di trama, ora per potenziare il suo poderoso guanto.
Il giocatore tuttavia non viene mai stimolato a migliorare l’equipaggiamento, un velato accenno ai RPG, giacché nell’economia di una partita completa non cambia profondamente le cose. Image & Form Games ha insomma tentato la strada del gioco avventuroso in terza persona condito da elementi Platform e Puzzle, un esperimento che merita un’occasione dagli amanti del genere di appartenenza, pur scadendo in una certa ripetitività negativa.
Luci e ombre extra terrestri
In virtù di quanto appena detto e dei fondi certo non esorbitanti a disposizione, The Gunk si attesta su un discreto livello tecnico. I modelli tridimensionali dei personaggi e delle mappe risultano piacevoli, senza però sfoggiare dettagli molto elaborati. Meno incisive sono le animazioni, un po’ statiche e ingessate, per le quali avremmo gradito maggiore attenzione. La direzione artistica non brilla per originalità, eppure riesce a creare un’amalgama gradevole, colpendo gli esploratori più incalliti con qualche scorcio suggestivo.
Nota di merito per il doppiaggio inglese, caratterizzato e curato, con i sottotitoli ben localizzati in italiano sempre presenti. Spicca maggiormente il comparto audio, inteso sia come musiche che come sound design. Catalogare piante e rocce si rivela più coinvolgente se accompagnati da tracce ambientali in grado di marcare le sensazioni esaltanti derivate dalla scoperta dell’ignoto.
The Gunk è un piccolo salto nel buio per Image & Form Games, o meglio, un balzo nello spazio profondo. Passando dalle due alle tre dimensioni, gli autori di Steamworld hanno cambiato modo di raccontare una storia, più familiare e ordinaria rispetto alla serie steampunk, come la maniera d’intervenire sul viaggio di ogni giocatore, con un’esperienza compatta e lineare. Alcuni enigmi molto semplici sparsi per il pianeta e degli scontri sporadici basilari rappresentano la cornice di un comparto ludico tutto incentrato sull’esplorazione, per quanto guidata e limitata da aree non particolarmente articolate. Tutti fattori che avvicinano l’ultima fatica del team svedese a certi platform adventure in 3D di oltre dieci anni fa, nascondendo malamente una mancata coerenza di fondo, un minimo comune denominatore che possa davvero stupire il giocatore pioniere a caccia di scoperte.
Pro
- Il gameplay legato all'esplorazione è semplice e si fa apprezzare
- Sound design pregevole, ben amalgamato all'atmosfera generale
Contro
- Manca una visione di fondo coerente
- Animazioni ingessate