The Great Ace Attorney: Chronicles – Recensione
Se l’aula di tribunale è il vostro campo di battaglia, siete nel posto giusto. Gli avvocati di Capcom stanno per tornare, con una buona dose di clienti da far assolvere e una valanga di obiezioni da presentare urlando a pieni polmoni.
La saga di Gyakuten Saiban (meglio conosciuta in occidente come Ace attorney) è una serie di graphic novel che vede il primissimo debutto nell’ormai giurassico 2001 sul glorioso Game Boy Advance, per poi spostarsi di portatile in portatile – rigorosamente Nintendo – fino ai giorni nostri.
La bontà di scrittura, i personaggi sopra le righe e gli intricatissimi casi da risolvere, prontamente divisi in una fase esplorativa in stile punta e clicca e in una seconda più narrativa volta al mistery solving, hanno reso iconica la saga e il suo creatore, Shu Takumi. Tanto iconica da generare, prima di questo The Great Ace Attorney: Chronicles, circa 13 titoli tra sequel, spin-off, crossover, collection e remaster degli stessi.
Come purtroppo e troppo spesso accade, per veder approdare sul nostro mercato un titolo orientale bisogna pazientare qualche tempo (è il recente caso di Persona 5 Strikers), ma per godere sui nostri schermi gli ultimi due spin-off della saga abbiamo aspettato ben sei anni. È dal 2015, infatti, che attendiamo con ansia di poter mettere le mani su The Great Ace Attorney: Adventures e sul suo sequel diretto: The Great Ace attorney 2: Resolve (2017).
Il prossimo 27 Luglio potremo finalmente godere anche sul mercato occidentale di entrambi i titoli, proposti in una soluzione unica su PlayStation 4, Steam e Nintendo Switch. Noi di Gamesource abbiamo avuto modo di esperirli entrambi e siamo qui per parlarvene.
Siamo nel periodo Meiji, in un Giappone che guarda all’Europa avido di modernizzazione e ben presto ci ritroveremo catapultati nella Londra Vittoriana, al fine di acquisire le conoscenze chiave delle procedure legali del vecchio continente. Se dal punto di vista meramente “tecnico” non avremo accesso ai più avanzati strumenti d’indagine dell’epoca contemporanea, potremo contare sulle argute (?) deduzioni di Herlock Sholmes e della sua impavida assistente.
In questo prequel vestiremo i panni di Ryunosuke Naruhodo, accompagnato dalla sua assistente Susato Mikotoba, che si troveranno ben presto a raccogliere la pesantissima eredità del duo Phoenix Wright-Maya Fey della serie originale (no, non ci stiamo dimenticando di Apollo e di Trucy), contornati da un cast, come da tradizione, stravagante e sopra le righe. Vogliamo rivelare il meno possibile circa le origini narrative di questa coppia diegetica, perché la metamorfosi professionale di Naruhodo è il tema centrale del secondo caso di Chronicles. Vi basti sapere che stiamo parlando di uno studente tutto fuorché pratico di procedure legali.
Come sempre l’avventura è divisa tra esplorazione ed aula di tribunale. Per quanto concerne l’esplorazione, siamo in territorio avventura grafica, dove dovremo interagire con tutto l’interagibile dei fondali delle varie mappe, raccogliere oggetti utili, quindi parlare con tutti i personaggi presenti sulle varie schermate, presentare il contenuto dell’inventario e sbloccare nuove interazioni. Naturalmente rispetto a una avventura grafica tradizionale, questa sezione è da sempre più scarna.
Per quanto riguarda l’aula di tribunale, saremo chiamati a difendere il nostro assistito di turno e controinterrogare al banco i vari testimoni al fine di trovare delle preziose contraddizioni e sbugiardarli definitivamente. Tutto ciò si traduce, in termini di gameplay, semplicemente indicando la sezione di frase pronunciata dal testimone e presentando una prova conservata nel nostro registro processuale in grado di smentirla.
In The Great Ace Attorney: Chronicles non mancano nuove meccaniche, come la presenza di una giuria da convincere e portare dalla nostra parte, che si risolve in specifiche sezioni di gameplay dove dovremo semplicemente mettere a confronto le opinioni dei vari giurati per creare un po’ di scompiglio e spezzarne l’unanimità. La nuova meccanica delle fasi esplorative riguarda invece le deduzioni di Herlock Sholmes, spesso strampalate, da correggere esaminando le varie scene del crimine e trovando preziosi indizi al fine di corroborare le illazioni del nostro Detective da strapazzo.
Rispetto ai titoli precedenti, la fusione tra tribunale e investigazioni è risultata decisamente meno coesa, abituati com’eravamo a casi composti da 3 fasi d’investigazione e 3 fasi d’indagine alternate tra di loro. Ci ha quindi stupito vedere dei casi risolti semplicemente in tribunale o semplicemente investigando. Purtroppo questo senso di mancata coesione permane anche nelle fasi avanzate di gioco, sbilanciando il gioco verso molteplici fasi in aula e solamente una fase (quella iniziale) per quanto riguarda l’investigazione.
Per quanto concerne i casi stessi, siamo ben lontani dall’arguta complessità dei misfatti inscenati nella saga principale. In The Great Ace Attorney: Chronicles, l’avventura procede spedita e quasi senza grattacapi. Per risolvere le fasi d’indagine basterà semplicemente esaminare tutti gli oggetti presenti sulla scena e parlare con tutti i personaggi e, come per magia, ci troveremo nell’aula di tribunale.
Anche nella sezione di tribunale, la difficoltà è tarata verso il basso in maniera quasi puerile. Dimenticate il registro processuale gonfio di indizi e prove degli scorsi capitoli: in Chronicles questo appare talmente scarno che risulta quasi impossibile confondersi o sbagliare a contraddire un testimone. Inoltre i suggerimenti dei personaggi, presenti duranti dialoghi in maniera naturale, renderanno quasi impossibile non capire cosa dobbiamo fare nell’immediato.
Non ci resta altro che leggere una mole enorme di testo (non doppiato) e procedere in un’avventura guidatissima, fino a risolvere ogni caso. Anche sulla qualità dei casi c’è parecchio da ridire. I colpi di scena continui e i ribaltamenti ai quali eravamo abituati sono ormai un retaggio del passato, lasciando il posto a dinamiche chiare, spesso poco sorprendenti e prive dell’efferatezza e della premeditazione degne di un crimine (vi basti pensare che alcuni dei casi si risolveranno scoprendo che la causa di un omicidio è semplicemente un incidente).
Anche i personaggi principali non riescono in alcun modo a raggiungere il carisma dei vari Phoenix, Apollo, Miles Edgeworth o Von Karma (ma persino del povero detective Gumshoe), persino Herlock Sholmes, nei suoi wall of text pieni di nonsense e umorismo, risulta molto spesso fastidioso. L’alone surreale che ha da sempre permeato personaggi e casi ha perso la sua controparte: l’efferata realtà fatta di coltelli, lame e revolverate a bruciapelo, scadendo nell’imitazione di sé stesso.
Sarebbe stato naturalmente differente l’impatto dei personaggi, se declinati in scenari più interessanti, più stimolanti o semplicemente più ostici. Passare ore a leggere una storia claudicante di un caso che si finisce praticamente da solo non è il migliore dei passatempi. Naturalmente, questa considerazione è basata sull’importante retaggio della saga e crediamo che il giocatore che si affaccia al brand per la prima volta potrà in ogni caso trovare interessante questa formula di gameplay, unica nel suo genere (con qualche sporadico caso di imitazione ben riuscito, vedi Aviary Attorney), a patto di conoscere l’inglese. The Great Ace Attorney: Chronicles non è infatti localizzato in lingua italiana, ma l’inglese scritto è di livello scolastico, rendendo la mole di testo facile da digerire per il pubblico più eterogeno.
Esteticamente si riconferma il passaggio al 3D avvenuto su 3DS, così come tornano gli amati jingle e suoni tipici della saga, dall’effetto sonoro dello scorrere del testo alle obiezioni urlate a squarciagola dai nostri avvocati.
The Great Ace Attorney: Chronicles non riesce a convincere i veterani, presentando a un prezzo budget ben due capitoli spin-off della saga in uno, senza mai raggiungere la qualità e il carisma di casi e personaggi della serie principale. Questa semplicità può tuttavia rappresentare un ottimo entry point nel brand per il giocatore novizio, che potrà godere di personaggi e storia completamente nuovi, senza dover recuperare i sei titoli della saga principale per allinearsi ai fatti della cornice narrativa di Ace Attorney. La fattura del titolo è indubbiamente buona e può rappresentare un ottimo antipasto prima di tornare a seguire le vicende dei tribunali moderni.
Pro
- Il caro vecchio gameplay di Ace Attorney
- Nuova saga appetibile per i nuovi giocatori
- Tutto il fascino delle obiezioni
Contro
- Tristemente depotenziato
- Che lascia l'amaro in bocca agli appassionati
- Tanto guidato da essere disarmente
- Narrativamente poco avvincente