The Evil Within: The Consequence
The Evil Within: The Consequence è il secondo DLC dedicato a The Evil Within, titolo di Bethesda e Tango Gameworks sviluppato con l’aiuto di Shinji Mikami, padre dell’originale Resident Evil. Così come nel primo contenuto aggiuntivo, il giocatore è chiamato a impersonare la detective Juli Kidman, attraverso gli occhi della quale vivrà parti della trama non mostrate nell’avventura principale. Vi rimandiamo a questo link se foste interessati al primo DLC, The Assigment; per sapere cosa aspettarvi da The Consequence, invece, continuate a leggere.
Mobius, questa misteriosa
La narrazione di The Evil Within: The Consequence riprende esattamente da dove si era interrotto (abbastanza bruscamente) The Assigment. Se nel primo DLC avevamo iniziato a comprendere la reale missione dell’agente Kidman, in questo secondo episodio vedremo approfondito il suo rapporto con la misteriosa agenzia Mobius, per conto della quale la bella detective deve recuperare Leslie, il paziente del Beacon Mental Hospital che già conosciamo da The Evil Within.
Rispetto al primo DLC, The Consequence ci è parso più coeso e interessante sotto il profilo della narrazione: in più di un’occasione gli storyteller hanno inserito chiarissimi riferimenti alla trama principale, per farci meglio comprendere quale momento della storia stavamo vivendo nei panni della Kidman, molte volte mostrandoci da diversi punti di vista quanto già vissuto impersonando il protagonista Sebastian Castellanos. Tutto ciò ci ha fatto molto piacere, dal momento che uno dei punti deboli del precedente DLC era proprio la mancanza di interesse che a lungo andare si poteva creare verso la componente narrativa, ben recuperata in questo seguito. Un vero peccato che per il momento non siano in programma altri contenuti aggiuntivi, proprio ora che il brand sembrava aver trovato il perfetto equilibrio tra narrazione e colpi di scena, in un mondo di malattia mentale dove il terrore è in agguato a ogni battito di ciglia, con gli scenari che variano continuamente tra la soleggiata giornata estiva e lo scantinato grondante di sangue. Speriamo davvero di poter vedere altri contenuti in futuro che seguano la stessa strada, dal momento che gli sviluppatori sembrano imparare dagli errori del passato affinando sempre più il loro lavoro rifacendosi allo stile dell’indiscusso maestro Mikami.
Datemi un’arma
Se nel primo DLC ci eravamo limitati a correre e nasconderci, risolvendo semplici enigmi e attirando i nemici per sgattaiolare loro alle spalle, finalmente in The Consequence Kidman metterà le mani sulla tanto agognata pistola e, più avanti, persino su un fucile a canne mozze. Non aspettatevi la potenza di fuoco di un Third Person Shooter però: sotto questo aspetto The Evil Within è e resta un Survival Horror come si deve, durante il quale è necessario razionare l’utilizzo delle (scarse) pallottole a disposizione. Ammettiamo di aver imprecato contro Juli nel momento del gioco in cui perde la pistola per l’ennesima volta, terrorizzati dal dover ritornare a strisciare nascosti nell’ombra: fortunatamente si tratta di un breve lasso di tempo se paragonato alle tre ore circa necessarie per completare The Consequence, tutte ben equilibrate tra sessioni stealth e momenti in cui togliersi più di una soddisfazione impallinando i nemici.
Il gameplay di combattimento resta lo stesso dell’originale The Evil Within, con una leggera maggior enfasi sullo stealth: mirare e sparare è sempre difficile al punto giusto ed è un’azione da portare a termine solo se davvero necessario. In molte parti del gioco è infatti richiesto di approcciare nascosti i nemici, per eliminarli con un colpo di accetta o per gettarli giù da un dirupo. In altri casi invece, come nelle due intense boss fight presenti in The Consequence, sarà richiesto un approccio misto tra stealth e attacco, da utilizzarsi in simultanea per avere la meglio sul nemico. Approfittiamo quanto appena detto per segnalare un problema che affligge questo secondo DLC tanto quanto il primo: preparatevi a morire almeno tanto quanto in The Evil Within, se non addirittura un maggior numero di volte. In The Consequence alcune sessioni di gioco richiedono il classico approccio per prove ed errori che già abbiamo imparato a conoscere, mentre le boss fight presentano un livello di difficoltà che offre un alto grado di sfida ai veterani ma che, allo stesso tempo, rischia di trasformarsi in vera frustrazione. A circa due ore e trenta di gioco si affronterà un boss che chi vi scrive ha impiegato una buona mezz’ora ad abbattere, rischiando in più di un occasione di scagliare il pad contro la parete. La buona notizia è che le tre ore di longevità da noi segnalate non tengono conto della continua ripartenza da checkpoint precedenti a seguito di morti improvvise e pertanto, se saprete accettare la sfida e sarete in grado di restare calmi fino alla fine dell’avventura, il tempo totale di gioco calcolando anche le boss fight sarà sicuramente superiore alle tre ore, longevità ben al di sopra della media di un normale DLC di questo genere.
Concludendo il capitolo gameplay, segnaliamo la comparsa delle luci di segnalazione, da gettare nel buio per illuminare il percorso al posto della torcia – sì, Kidman vi farà disperare perdendo anche quella – e la presenza di enigmi leggermente più complessi rispetto al precedente DLC, componente da noi molto apprezzata e sicuramente utile a bilanciare i momenti di esplorazione e le sparatorie.
Nebbia in saldo
Graficamente i pregi e i difetti sono gli stessi già ampiamente trattati nella recensione di The Assigment e di The Evil Within. Questa volta però le imperfezioni grafiche sono state ancora meglio celate dietro effetti speciali di luci, ombre e superfici riflettenti in grado di enfatizzare la malata atmosfera horror facendo chiudere un occhio su alcune texture troppo poco definite. Il lato negativo in tutto questo sono nebbia e foschia in generale, presenti in dosi massicce durante tutta l’avventura e, molte volte, fastidiose tanto quanto basta da far perdere le tracce di un nemico o di un boss in grado di sorprenderci alle spalle e ucciderci con un solo colpo. Kidman non gode del sistema di crescita del personaggio che avevamo potuto sfruttare per Sebastian e questo significa stessa energia e stessa vulnerabilità durante tutto il gioco. Per questo motivo la nebbia che impedisce di approcciare correttamente un nemico rischia spesso di aumentare quella frustrazione che sicuramente proveranno i giocatori meno pazienti.
Da apprezzare invece lo stile con cui sono stati riciclati alcuni scenari del gioco: se normalmente avremmo additato tale riciclo come mancanza di originalità, in questo caso attraversare nei panni della Kidman i luoghi già affrontati con Sebastian aiuta la coerenza globale della trama, aumentando allo stesso tempo la sensazione di terrore nel giocatore che pensa di sapere – ed è proprio questo il bello – quali nemici e trabocchetti aspettarsi dalle suddette zone di gioco. L’originalità sta nel fatto che i vari livelli verranno superati da Juli in modo differente rispetto a quanto fatto da Sebastian, donando quindi una ventata di aria fresca all’esperienza ed evitando che il giocatore si annoi percorrendo gli stessi claustrofobici corridoi semplicemente con un differente personaggio.
Una manciata di righe vanno infine dedicate ai nemici e ai modelli poligonali dei personaggi principali, tutti interessanti e credibili: seppur utilizzi le stesse movenze di Sebastian, Juli Kidman è una protagonista che vanta un character design di eccezionale carisma, così come i nuovi e vecchi mostri che andrà ad affrontare, la maggior parte dei quali presenti solo in questi DLC e non nel gioco originale. Ci tenevamo particolarmente a sottolineare questo aspetto, dal momento che la realizzazione grafica di protagonista e nemici contribuirà non poco a far accettare i già elencati difetti presenti nelle altre componenti del DLC, che a nostro parere resta comunque un must have per chiunque abbia apprezzato lo sforzo di The Evil Within di ritrovare le radici del Survival Horror vecchio stile.
[signoff predefined=”Signoff 1″ icon=”quote-circled”]The Consequence è un DLC difficile da considerare a sé stante: si tratta della seconda parte di una campagna di sei ore in totale dedicata alla detective Juli Kidman e, come tale, dobbiamo analizzarla in un contesto più ampio: se da una parte abbiamo le lacune grafiche e il rischio di divenire frustrante per i giocatori meno esperti – difetti già elencati nella recensione del gioco originale e del primo DLC – dall’altra abbiamo constatato con piacere una maggior coesione della trama e l’ampliamento del gameplay per quanto riguarda esplorazione, enigmi e combattimenti. Ci sembra che finalmente Bethesda e Tango Gamework siano sulla strada giusta per trovare la miscela in grado di accontentare tutti. Ora non ci resta che sperare in un nuovo capitolo degno di questo nome, consigliando comunque l’acquisto del season pass a tutti i fan di The Evil Within: sei ore a circa venti Euro rappresentano un ottimo rapporto longevità/prezzo, tenendo sempre presente che sotto certi aspetti The Consequence supera in qualità l’esperienza vissuta durante l’avventura di Sebastian Castellanos.[/signoff]