The Evil Within: The Assigment
Tra luci e ombre, The Evil Within è comunque riuscito ad appassionarci abbastanza da incuriosirci all’annuncio del primo DLC, intitolato The Assignment. Protagonista dell’avventura è la detective Juli Kidman, personaggio che abbiamo già conosciuto durante l’avventura principale nei panni di Sebastian Castellanos. Vediamo insieme come gli sviluppatori di Tango Gameworks hanno deciso di riportarci nel terrore malato del loro survival horror.
Doppiogiochista insospettabile
La trama di The Evil Within: The Assigment getta luce su alcuni punti oscuri rimasti nel dimenticatoio dopo la conclusione di The Evil Within: la protagonista dell’avventura è Juli Kidman, collega e coprotagonista del gioco principale insieme a Sebastian e Joseph. Kidman ha segretamente stretto un accordo con l’agenzia segreta Mobius, promettendo di recuperare per loro Leslie. Quest’ultimo è un’altra nostra vecchia conoscenza: si tratta dell’unico paziente ancora in vita al Beacon Mental Hospital e, nonostante le sue facoltà mentali possano all’apparenza far sospettare che non tutte le rotelle siano al loro posto, questi è l’unico in grado di sopportare lo stress cerebrale che la macchina di Ruvik – inattaccabile e terrorizzante antagonista che abbiamo imparato a temere nei panni di Sebastian – genera in chi la utilizza. Dopo i primi minuti in cui le cose sembrano andare per il verso giusto, come da copione l’avventura della Kidman precipita in una vorticosa spirale di terrificante pazzia, costringendo la detective ad attraversare gli stessi scenari decadenti già visti nei panni di Sebastian, subendo di volta in volta lo sconcerto causato dall’improvviso cambio di location senza soluzione di continuità. Anche la sensazione di claustrofobia e il malato metodo scelto per far paura – sangue a fiumi e morti violente – sono quelli che abbiamo imparato a conoscere in The Evil Within. Niente da eccepire per quanto riguarda la trama, quindi, calcolando anche che ci abbiamo messo ben tre ore a completare questo primo DLC per i 9,99 Euro al quale viene offerto in download, ci sembra un rapporto qualità/prezzo decisamente superiore alla media della concorrenza.
Survival vecchio stile
Chi giocherà a The Assignment dovrà prepararsi a un notevole cambio di paradigma per quanto riguarda il gameplay: vi basti sapere che abbiamo atteso più di un’ora e mezza prima di poter sparare un proiettile, tra l’altro in una sessione di gioco in cui Kidman era impossibilitata a muoversi e a seguito della quale la pistola è stata sempre scarica. Le uniche altre armi disponibili nell’avventura sono le accette da boscaiolo, anch’esse presenti in quantità estremamente limitata e veramente utili in un solo punto, durante il quale dovrete vedervela con un ex-amico che cercherà di farvi la pelle. Come si gioca, quindi, a The Assigment? Nascondendosi: armata della sola torcia, Kidman dovrà proseguire nell’avventura con il solo approccio stealth, pentendosi amaramente del rumore prodotto da quel tacco dodici da fotomodella che poco si s’addice a un’agente di polizia. Accovacciati dietro ai ripari si potranno usare la voce e le bottiglie vuote per attirare i nemici e, sempre stando ben attenti a non farsi scoprire, sgattaiolare verso l’area successiva. Fortunatamente i nemici non fanno caso alla luce della torcia, che potrete sempre tenere accesa per illuminarvi la via: si tratta di una leggera forzatura che è stata a nostro avviso necessaria a rendere meno avvilente il gameplay, dal momento che, un po’ come accaduto con alcune fasi di gioco in The Evil Within, anche in alcuni punti di The Assigment si rischia la frustrazione. Avendo già vissuto l’avventura nei panni di Sebastian eravamo comunque preparati ad affrontare sessioni di gioco da superare per prove ed errori, che comunque segnaliamo essere inferiori e più semplici rispetto all’avventura originaria.
Gli enigmi sono semplici e le soluzioni intuitive, ma la totale mancanza di armi aumenta il livello di sfida: anche l’apertura di una semplice porta è un’azione da non sottovalutare, dal momento che è necessario accertarsi che non vi siano nemici nelle vicinanze in grado di scorgere la bella detective. Alcune porte e oggetti, inoltre, saranno rivelati solamente quando Kidman li illuminerà con la torcia, contribuendo ad alimentare quell’aura di pazzia che aleggia in tutto il gioco. Attenzione: vi sono anche un paio di nemici che non potrete vedere a occhio nudo, ma che si riveleranno solamente se illuminati: state pronti a saltare sulla sedia e non dite che non vi avevamo avvertito.
Lens flare in ogni dove
Il comparto tecnico è lo stesso dell’originale The Evil Within, con gli stessi pregi e difetti che avevamo evidenziato nella recensione di allora: il pulviscolo, gli effetti particellari e i numerosi effetti lens flare sono sfruttati a regola d’arte per coprire le magagne tecniche di un motore grafico che presenta qualche lacuna rispetto a quanto ci si aspetterebbe da una produzione moderna. Fortunatamente Tango Gameworks ha lavorato per pulire le texture, realizzando un ambiente comunque più accattivante e curato rispetto a quello dell’avventura originale. Permangono un paio di problemi da noi già segnalati a suo tempo: il primo è la presenza delle bande nere in alto e in basso allo schermo che, anche se volute da Mikami per enfatizzare la teatralità della narrazione, portano via utile spazio al campo visivo (oltre che nascondere il formoso lato b della Kidman, ma questa è un’altra storia); il secondo è l’eccessiva grandezza del nostro alter ego virtuale, che, come le bande nere, a volte intralcia la vista, impedendo di vedere dei nemici e spingendo a errori di valutazione nel gameplay.
Di particolare pregio la modalità Kurayami, da sbloccare unitamente alla Nuova Partita + una volta completato per la prima volta il DLC: in questa curiosa modalità l’unica fonte di luce sarà la torcia nelle vostre mani, rendendo l’intera esperienza più difficile e, allo stesso tempo, incredibilmente più intensa e paurosa.
[signoff icon=”quote-circled”]The Evil Within: The Assigment è un DLC che ci ha positivamente sorpreso: da una parte abbiamo la spiegazione su alcuni aspetti della trama precedentemente lasciati in sospeso, dall’altra un’avventura puramente survival horror come non ne vedavamo dai tempi di Haunting Ground, in grado di farci provare quella sensazione di costante pericolo a tratti latitante nei panni del ben più coriaceo e armato detective Castellanos. Data la longevità e la rigiocabilità con le interessanti modalità aggiuntive, ci sentiamo di consigliare vivamente l’acquisto a tutti i possessori di The Evil Within: a questo prezzo vale la pena tornare al Beacon e farsi un altro giro nella pericolosa e malata di Ruvik.[/signoff]