The Elder Scrolls V: Skyrim VR – Recensione Steam
Erano gli anni ’80 e Ronald Reagan si godeva la presidenza degli Stati Uniti mentre Alì Agca attentava alla vita di Giovanni Paolo II, Margaret Thatcher era il primo ministro del Regno Unito e i coin-op, i cabinati arcade, spuntavano come brufoli sul volto di una civiltà informaticamente appena adolescente. L’euforia generale riguardo le nuove tecnologie e la scatola magica del computer hanno attraversato quell’entusiasta decennio come corrente elettrica, interessando trasversalmente l’opinione pubblica fino a lasciare il segno in diversi ambiti artistici. In Italia l’arlecchino Alberto Camerini definiva i coetanei come gli “automatic kids” di una generazione elettronica affamata di videogame nel singolo “Computer Capriccio”, dove un flipper e un cabinato incorniciavano il delirio digitale del videoclip, che proclamava l’avvento di un coloratissimo futuro cybertronico.
Sono passati così tanti anni, trentacinque per la precisione, che quel singolo suona ormai risibile nell’estetica e nel contenuto a noi, così avvezzi alle connessioni internet portatili e alle tecnologie più perverse, in un mondo dove la fantascienza è accaduta nostro malgrado e i visori VR permeano le realtà casalinghe.
Bethesda è indubbiamente la sofware house che più ha dimostrato di credere nella virtual reality, realizzando ottimi port dei suoi titoli di punta per caschi d’ogni fattura, come gli ottimi Fallout 4 VR e Doom VFR. Chi più di The Elder Scrolls V: Skyrim attendeva con ansia di approdare su Steam in realtà virtuale, dopo essere stato ospitato su praticamente qualsiasi macchina in grado di farlo girare? Rilasciato a novembre su PSVR, The Elder Scrolls V: Skyrim VR è finalmente pronto a mostrarsi sulle lenti degli Oculus Rift e degli Htc Vive, noi lo attendevamo con grande ansia e non senza qualche preoccupazione.
L’ultimo titolo open world proposto da Bethesda su PC, Fallout 4 VR, non presentava una build molto solida: il gioco al lancio necessitava infatti dell’applicazione di diverse patch per rendere fluida l’esperienza e di impostare manualmente l’anti-aliasing in un’interfaccia tutt’altro che user friendly.
È bene fugare immediatamente ogni dubbio: con The Elder Scrolls V: Skyrim VR possiamo quasi gridare al miracolo, con un porting fluidissimo dalle performance eccezionali e non troppo esoso in termini di risorse. Anche in questo caso sono disponibili già dal day one molte patch amatoriali votate a migliorare l’esperienza di gioco con dei pacchetti di texture in alta definizione, esaltando il colpo d’occhio con nuovi shader per l’acqua, introducendo le intemperie o rinforzando i suoni ambientali. È davvero un piacere dedicarsi al modding per creare l’esperienza di gioco ottimale, invece di essere costretti a lavorare di patch per correggere i bug.
Skyrim è approdato sui nostri PC nella sua interezza, esattamente come Bethesda aveva operato precedentemente su Fallout 4. Come consuetudine delle produzioni VR di rilievo, possiamo scegliere il sistema di movimento, optando per il locomotion libero se preferiamo un’esplorazione realistica o per il teleport per i più sensibili al motion sickness. Possiamo garantirvi che la fluidità e gli accorgimenti contro la nausea (un oscuramento dei contorni della visuale durante gli spostamenti più bruschi) riducono al minimo la maggior parte dei disturbi legati ai visori.
In The Elder Scrolls V: Skyrim VR l’adattamento del combattimento delle varie armi prende spunto dall’eccellenza dei titoli che hanno ampiamente sperimentato le migliori interazioni possibili, come ad esempio l’incoccare frecce al nostro arco strizza l’occhio al noto “The Lab” di Steam. Il combattimento all’arma bianca è invece più votato al GdR che alla simulazione nuda e cruda, ad esempio lo scudo parerà i colpi avversari solo assumendo la giusta postura e le uccisioni furtive richiederanno di entrare in modalità stealth o di accovacciarci di persona.
Ciononostante, il feeling di gameplay è davvero ottimo e la navigabilità dei menu, vera e propria piaga della VR, sempre pronta a minare la sospensione dell’incredulità, è ridotta all’osso grazie a numerosi accorgimenti: ad esempio un comodissimo sotto-menu degli oggetti preferiti richiamabile con la pressione di un tasto che ci permetterà di cambiare arma in combattimento senza interruzioni macchinose.
La versione di The Elder Scrolls V: Skyrim VR per Oculus Rift e HTC Vive sbaraglia quella PSVR per le aumentate e migliorate possibilità di movimento e l’ampia possibilità di personalizzazione garantita da una macchina performante come il PC. Camminare per le lande di Skyrim non è mai stato così immersivo e alienante: l’unico limite posto alla sete d’avventura è rappresentato dalla stamina reale del giocatore, che sarà costretto a prendersi delle pause dopo combattimenti sfiancanti, mentre osserva con invidia il suo alter ego virtuale non versare una goccia di sudore. Se possedete un visore di ultima generazione e un PC performante non esitate nemmeno un istante prima di tornare a visitare Skyrim: siete di fronte alla miglior esperienza VR disponibile.
Pro
- Skyrim nella sua interezza
- La miglior esperienza VR sul mercato
Contro
- Tutti i difetti di Skyrim
- Alcuni elementi non simulativi evitabili