The Dwarves – Recensione
I ragazzi di KING Art Develops ci sanno fare col crowfunding. Nel 2013, dopo aver completato con successo la campagna che porterà alla nascita e sviluppo dello strategico a turni Battle Worlds: Kronos, tornano al lavoro e un paio di anni dopo è pronta per il pubblico l’avventura punta e clicca The Book of Unwritten Tales 2. Grazie ai fondi ottenuti su Kickstarter, TBOUT2 verrà ampliato e nuovi contenuti saranno aggiunti grazie al supporto della sempre più fidelizzata community: è così il team tedesco comincia a pensare in grande.
Due anni di sviluppo più tardi, seimila backers e l’ennesima vincente campagna Kickstarter dal valore di oltre trecentodiecimila dollari, il fantasy action RPG The Dwarves giunge infine su PlayStation 4, Xbox One e Windows PC. E vanta una inedita collaborazione con una delle più famose band epic metal al mondo, i Blind Guardian! Abbiamo dunque voluto fare un regalo a tutti i nostri lettori: al fondo della recensione trovate l’epico ed evocativo singolo inedito che Hansy Kürsch e compagni hanno composto per The Dwarves, dal titolo Children of The Smith.
Ispirato ai libri de La Saga della Terra Nascosta dell’autore bestseller tedesco Markus Heitz, The Dwarves è un action RPG dal gameplay tattico che ricorda quello dei capitoli di Dragon Age e (come facilmente intuibile dal titolo) interamente dedicato alla più burbera e vorace razza dell’universo fantasy tradizionale: i Nani.
Proprio come nel primo romanzo della saga seguiremo in prima persone le vicende di Tungdil Manodoro, raro esempio di nano studioso cresciuto in mezzo a maghi umani e dall’oscuro passato. A lui verrà assegnato il compito di forgiare la leggendaria Lama di Fuoco, unico strumento in grado di sconfiggere il traditore Nudin, uno dei sei maghi su cui grava il compito di proteggere la variopinta comunità di elfi, nani e umani della Terra Nascosta dal Male che la minaccia da oltre le montagne.
Corrotto dal Male oltre la montagna, Nudin indebolisce uno dei sei portali che sigillano la Terra Nascosta dall’orda di malvagità circostante, permettendo a eserciti di Mezz’orchi e Albi, controparte malvagia e corrotta degli Elfi, di invadere e devastare i regni un tempo protetti dalle montagne.
Attorno al nostro eroe si verrà a formare una eterogenea compagine che vede impegnati in prima linea i rappresentati di tutte e cinque le stirpe naniche della Terra a cui andranno ad aggiungersi umani, non umani e creature dall’identità ancora più misteriosa.
Il gameplay di impronta action RPG ricorda quello tattico di Dragon Age: anche in The Dwarve sarà infatti possibile mettere in pausa il gioco per impartire comandi ai componenti del nostro party, che conta un massimo di quattro elementi selezionabili per battaglia. In aggiunta al corposo roster di personaggi nanici, man mano che l’avventura procede e la trama si infittisce potremo reclutare umani, non umani e personaggi dall’identità ben più misteriosa, per un totale di quindici protagonisti giocabili. Ognuno dei quali offrirà un diverso (ma non troppo) set di abilità peculiari che lo renderanno più o meno utile a seconda della mappa in cui si svolgerà la battaglia.
Se da una parte troveremo i nani, implacabili combattenti dalla pelle coriacea e come da tradizione repellenti a qualsivoglia forma di magia, dall’altra avremo modo di affinare le nostre strategie di gioco con abilità più consone a personaggi dall’approccio stealth, ranged o ancora grazie alle magie di cui umani e albi sono naturalmente permeati.
Ogni battaglia si svolgerà su una mappa più o meno vasta a seconda dell’occasione e delle necessità di trama: starà a noi scovare punti deboli e di forza di ognuna, pianificando spostamenti e utilizzando quanto più spesso possibile il time pause strategico per selezionare una delle tre abilità che avremo assegnato in precedenza a ogni personaggio a cui avremo concesso l’onore dello scontro. Ognuna di essere avrà un diverso effetto e raggio d’azione sul campo di battaglia, come un diverso costo in PA (punti azione) che andranno a ripristinarsi col passare del tempo e in proporzione ai nemici sconfitti.
Quello che sulla carta è un sistema consolidato per il genere e che permette di gettare le fondamenta di un gameplay solido anche se ben poco inedito, in The Dwarves rappresenta invece un primo tallone d’Achille. In aggiunta alla poca fantasia e al range di abilità molto limitato di cui i ragazzi di KING Art Games hanno dotato i protagonisti, c’è da fare i conti con l’effettivo squilibrio degli stessi: ben presto, quando le vicende narrative non ci priveranno di un compagno per un determinato lasso di tempo, ci ritroveremo infatti a prender parte alla battaglia con i soliti volti noti in possesso di abilità uniche nettamente più vantaggiose rispetto a quelle di personaggi di serie B, minando così la potenziale varietà di un gameplay che troppo presto diventa eccessivamente intuitivo e quindi ripetitivo.
Una singola abilità potrà fare la differenza tra una mappa risolta in una manciata di minuti e una lenta agonia il cui risultato non sempre sarà scontato o prevedibile. Considerando l’attenzione che il team tedesco ha impiegato nel dare forma e carattere a ogni personaggio tanto da farli risultare quanto più fedeli possibile a quelli dei romanzi originali, è un peccato che lo stesso lavoro certosino non sia stato ripreso in fase di caratterizzazione dello spoglio skill tree e delle rispettive peculiarità in combattimento.
Anche la fisica che comanda nemici e alleati sul campo di battaglia è fallace: essere travolti da un imprevisto fuoco amico, venire involontariamente spinti giù da un precipizio o ritrovarsi bloccati in strettoie sulla mappa da elementi scenici o addirittura dai compagni sono scenari mai così improbabili e a cui dovremo imparare a prestare particolare attenzione.
Una volta completata una particolare missione o battaglia ci ritroveremo nella mappa generale di gioco, le cui destinazioni sono indicate da più segmenti tracciati a seconda della distanza che le separa. Potremo spostarci su ogni segmento a piacimento, scegliendo la strada che più ci aggrada investendo un giorno di viaggio per ognuno di essi: di tanto in tanto incapperemo in intermezzi che ci vedranno coinvolti in battaglie, discussioni attorno a focolari o dialoghi dalle molteplici opzioni che arriveranno in casi estremi a modificare i rapporti tra personaggi o a decretare l’arruolamento o eventuale abbandono di un personaggio per il proseguo dell’avventura.
Una volta completata la missione principale di una data sezione della mappa, agli oltre 20 minuti di cutscene spetterà il compito di introdurci a quella successiva, rendendo a tutti gli effetti impossibile il backtrace o la conclusione delle missioni secondarie ancora aperte nell’area precedente. Consigliabile dunque salvare spesso e prima di ogni città, insediamento o segmento che vi sembrerà giocare un ruolo cruciale nella vostra avventura.
La longevità del titolo non è delle migliori: in quindici ore al massimo avrete concluso la vostra avventura, comprensiva delle scarne missioni secondarie che si contano sulle dita di una mano. A fare da sfondo alle oltre cinquemila animazioni personalizzate che caratterizzano in maniera curata e piacevole alleati e nemici, vi è una grafica scarsa e dai poligoni di vecchia generazione, che soffrono di troppi glitch che aggiunti agli sporadici crash e freeze e ai ben più frequenti bug vanno minare l’esperienza globale di gioco.
Una prima patch del day one di quasi otto giga tenta di risolverne una buona parte e nonostante nulla sia ancora stato fatto per i tempi di caricamento eterni o per gli onnipresenti cali di framerate, speriamo possa rappresentare solo la prima di una più lunga serie di migliorie tecniche e grafiche.
Ottimo lavoro è stato fatto per il doppiaggio inglese e tedesco del titolo, su cui il team tedesco ha investito una consistente fetta dell’investimento Kickstarter della community. Investimento che ha permesso tra le altre cose di confezionare una soundtrack di ottima fattura che vanta anche una rara partecipazione orchestrale per titoli di questo calibro a opera del compositore Benny Oschmann.
Ciliegina sulla torta di un riuscito comparto sonoro è la collaborazione con la metal band tedesca Blind Guardian. Non è la prima volta che Hansy Kürsch e compagni prestano la loro arte a quella del videogioco: molti di voi ricorderanno il singolo composto per l’uscita di Sacred 2, dove la band compariva alle prese con un concerto in game!
Vi lasciamo dunque con un piccolo regalo che prende il titolo di Children of The Smith, l’ultimo singolo inedito della band tedesca.
https://www.youtube.com/watch?v=qYZhn0swTaQ&ab_channel=VGNetwork
The Dwarves rappresenta un titolo dalle ottime potenzialità: la fedele ricostruzione dell’universo proposto Markus Heitz nei cinque romanzi che compongono La Saga della Terra Nascosta offre spunti narrativi di qualità e un intero mondo in cui sviluppare e promuovere avventure fantasy ad alto tasso di epicità. I personaggi originali animati con cura strapperanno un sorriso ai fan dello scrittore e a chiunque sia amante del genere o simpatizzante della razza dei Nani. La grafica scarna, il gameplay poco profondo e una sommarietà tecnica che accompagna il titolo da principio a fine, unitamente a bug troppo numerosi e a una fisica migliorabile fanno di The Dwarves un titolo claudicante, che soffre di mancato focus e sviluppo di tutte quelle solide idee disseminate durante il gioco. Nella speranza di supporto e futuri aggiornamenti da parte del team di sviluppo, sono da sottolineare la soundtrack di gioco e la traccia inedita dei Blind Guardian che accompagna gli ending credits, motivo in più per giocare comunque il breve titolo da cima a fondo.
Pro
- Trama intrigante che tocca tutti i cliché del fantasy nanesco
- Un must per tutti i fan di Markus Heitz e della Saga della Terra Nascosta
- Comparto audio orchestrale curato con imperdibile featuring dei Blind Guardian!
Contro
- Fisica dei combattimenti fallace
- Gameplay ripetitivo ed eccessivamente intuitivo
- Ancora troppi i bug, freeze e glitch a minare l'esperienza di gioco