The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me – Recensione PC
Siamo nel 1892, nella città di Chicago è in corso il World’s Fair Columbian Exposition e una giovane coppia in luna di miele decide di soggiornare presso il World’s Fair Hotel. Il proprietario è un certo Henry Howard Holmes noto alla storia come uno tra i primi serial killer statunitensi e quello che all’apparenza poteva sembrare un egregio Hotel altro non è che, quello che venne definito, il Castello della morte.
Ogni corridoio era colmo di trappole, botole e pareti in grado di muovere e modificare la struttura degli angusti corridoi dell’albergo al fine di intrappolare le vittime di H. H. Holmes che trascorse più di due anni a torturare ogni malcapitato che decidesse di soggiornare nel suo hotel.
Una volta arrestato, furono confermati 29 omicidi, sebbene si stima che il numero possa essere di oltre 200. Ciò che colpì maggiormente fu però la motivazione che Holmes usò per giustificare le proprie azioni, egli infatti disse: “Because I have a devil in me”.
Ed è proprio questo il fulcro narrativo dell’ultimo episodio della prima stagione della Dark Pictures Anthology, che, con The Devil in Me, tenta di limare la formula di gioco proponendo allo stesso tempo una narrazione più concreta, cruda e letale. Sarà riuscito il team di Supermassive Games a concludere degnamente questo primo atto della loro antologia? Scopritelo in questa recensione.
Il castello della morte
La minuziosa cura nei dettagli storici è stato da sempre un tratto distintivo delle produzioni di Supermassive Games, che vengono ulteriormente accentuate in un capitolo decisamente più concreto, con una minaccia reale, allontanandosi dalle tematiche paranormali. Tale scelta ci ha permesso di apprezzare maggiormente quest’ultimo installamento della Dark Pictures Anthology, ponendoci dinnanzi a scelte umane e reali in uno scenario verosimile, faccia a faccia con un serial killer fortemente ispirato dalle terribili gesta di H. H. Holmes.
I cinque protagonisti di The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me sono i membri della Lonnit Entertaiment, una società di produzione televisiva giunta ad un momento cruciale per via della realizzazione di un ultimo episodio che decreterà il rinnovo o termine della loro docuserie legata proprio ai serial killer.
Charlie è il regista nonché capo del gruppo, vi è poi la presentatrice Kate (il cui volto è dato dall’attrice Jessie Buckley), la macchinista Jamie, il cameraman Mark e infine l’ingegnere dei suoni Erin.
Tutti i personaggi hanno naturalmente dei trascorsi e sarà scelta del giocatore decidere come influenzare ad esempio la figura polarizzante di Charlie, capace dunque di essere il collante del gruppo oppure il motivo del punto di rottura dei protagonisti.
Come da tradizione, ogni scelta permetterà di scoprire diversi nodi narrativi che vi porteranno a concludere l’avventura con tutti i membri del gruppo sani e salvi o solamente alcuni o perché no, con un esito nefasto per l’intera Lonnit Entertainment.
Abbiamo apprezzato particolarmente la continua tensione che cresce esponenzialmente con il progredire dell’avventura, specialmente nei momenti nevralgici in cui bisognerà cercare di sfuggire alle trappole mortali del rifacimento del Castello della morte in cui il gruppo è stato invitato.
Pur essendo consapevoli che ogni utente avrà le proprie preferenze narrative, la tematica e la scelta di ambientazioni, aggiunta ad una stratificazione più logica nelle scelte e nei comportamenti da dover attuare se si deciderà di salvare tutto il cast, rendono The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me il miglior capitolo di questa prima stagione.
Finalmente… si gioca!
Se sul comparto narrativo siamo stati volutamente meno espliciti per lasciare a voi il piacere di scoprire e modellare la vostra personale avventura, ecco che invece possiamo entrare in maniera viscerale nel gameplay vero e proprio, che finalmente… c’è.
Seppur provocatori, siamo consapevoli che nei precedenti capitoli, l’aspetto ludico era ridotto al muoversi in scenari ben delineati, estremamente lineari e con la maggioranza dell’esperienza di gioco votata alla pressione dei tasti giusti negli innumerevoli quick time event o scelte di dialogo e, ci teniamo a ribadirlo, va bene così.
I titoli della Dark Picture Anthology sono esperienze interattive, divertenti e ormai parte di una tradizione annuale che quasi attendiamo con divertimento e curiosità per scoprire la tematica del prossimo capitolo e per essere padroni di una narrazione in cui tutto può succedere.
Stavolta però c’è un ulteriore stratificazione di gioco, già timidamente vista in The Dark Pictures Anthology: House of Ashes ma che qui compie un ulteriore evoluzione. I protagonisti sono ora completamente al nostro comando, con un’esplorazione totalmente libera che include salti, arrampicate e numerose attività di interazione con l’ambiente.
Inoltre, tutti i protagonisti hanno accesso ad un inventario personale con oggetti unici, ad esempio, Charlie ha una tessera che può usare per aprire i cassetti, Mark può usare il monopiede della fotocamera per prendere oggetti altrimenti irraggiungibili. Prestate attenzione anche al possibile reperimento di altri oggetti che potranno essere usati per sbloccare porte (talvolta opzionali) o salvarvi la vita in determinate circostanze.
L’esplorazione diviene parte integrante del gioco, compensando il giocatore con documenti segreti per comprendere al meglio chi si cela dietro alle trappole mortali oltre che la possibilità di sbloccare scenari di gioco capaci di mettere in salvo tutti i membri della Lonnit Entertainment.
Aspetto tecnico
Sul fronte tecnico, The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me si mantiene in linea con quanto svolto nei precedenti capitoli, da premiare la resa visiva dei volti, in special modo nelle inquadrature ravvicinate. La versione provata su PC girava senza alcun tipo di problematica in risoluzione 2K con preset grafico al massimo.
Una nota dolente va assegnata sul doppiaggio, più precisamente sul lip sync di quello Italiano che in molte occasioni risultava completamente fuori tempo rispetto al labiale dei personaggi, realizzato per essere invece perfettamente in sincronia con l’audio in Inglese. Sebbene la qualità del doppiaggio Italiano sia nella norma, il consiglio è di utilizzare il doppiaggio Inglese se non avete problemi di comprensione della lingua per godere al meglio dell’espressività dei protagonisti nel corso di The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me.
The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me è il capitolo definitivo della spaventevole prima stagione di Supermassive Games. Un capitolo che pone il protagonista al cospetto di una minaccia concreta capace di tenere alta la tensione per tutta la durata del titolo. Le aggiunte al sistema di movimento rendono più gradevoli le fasi di esplorazione, premiando o punendo il giocatore in base ai percorsi intrapresi in un’intricata ragnatela composta di decisioni, capaci di regalare un lieto fine o una tragica conclusione al miglior capitolo della Dark Pictures Anthology.
The Dark Pictures Anthology: The Devil in Me è il capitolo migliore della prima stagione dell'antologia horror di Supermassive Games. Concreto, crudo e tensivo fino ai titoli di coda. La maggiore libertà di esplorazione è il piccolo ma necessario passo in avanti per rendere ancor più godibile l'esperienza di gioco.
Pro
- Narrazione concreta e tensiva
- Miglioramento al sistema di esplorazione
- Inventario semplice ma efficace
Contro
- Doppiaggio italiano fuori sync con il labiale dei personaggi