The Awakened Fate Ultimatum
Ah, Nippon Ichi. Una casa che per alcuni non significherà nulla, ma per altri indica un vero faro nell’oscurità dei videogiochi di oggi. Con una qualità di giochi che rasenta la follia per quanto riguarda le storie, l’umorismo, e la complessità, questa casa ci ha regalato perle come Disgaea, GrimGrimoire, Phantom Brave, The Witch and the Hundred Knight, e molti altri. Ma tra questi, su Playstation 3, silenziosa e non vista, apparve una delle perle più brillanti: The Guided Fate Paradox. Con questo titolo Nippon Ichi prese il concetto dei dungeon crawler alla Mistery Dungeon, già esplorato con il suo ottimo Z.H.P. Unlosing Ranger, e l’ha portato a un livello superiore inserendo, come al solito, una miriade di tecnicismi e abilità per rendere il gameplay più tattico e profondo.
A quanto pare l’esperimento ebbe il suo successo, al punto che Nippon Ichi ha creato un seguito uscito a settembre 2014, in Giappone, su Playstation 3. Con un ritardo di sette mesi ecco che giunge anche da noi, quindi, The Awakened Fate Ultimatum.
Scelte angeliche
Fortunatamente non è necessario aver giocato The Guided Fate Paradox per seguire le vicende di questo nuovo titolo. Le vicende e i dialoghi presentano alcuni rimandi di ciò che accadde, ma nulla di realmente necessario per comprendere la storia di The Awakened Fate Ultimatum, che funziona come stand-alone senza alcun problema.
Protagonista di questo gioco è Kamikaze Shin, orfano e pessimista nei confronti del mondo e della gente che ci vive. Un giorno, tornando a casa da scuola, viene attaccato da un gruppo di diavoli arrivati dal cielo, e ucciso da un colpo di lancia al cuore. Arriva in suo soccorso, però, un angelo dalle fattezze di una bella e dolce ragazza bionda, Jupiel, che scaccia i diavoli e porta il morente Shin a Celestia, ovvero il Paradiso. Lì Ariael, una ragazza dai capelli rossi che si proclama scienziata, inserisce al posto del cuore di Shin uno speciale cristallo, compatibile solo con pochi prescelti, che dà al ragazzo i poteri di Dio. Dopo la normale iniziale titubanza, Shin si ritrova da subito costretto a usare i suoi nuovi poteri, decidendo di volta in volta se agire in maniera magnanima oppure se essere freddo e spietato per un bene superiore. All’inizio, per esempio, un gruppo di diavoli attaccherà in massa Celestia, ferendo a morte diversi angeli, e noi dovremo decidere se utilizzare il nostro tempo e i nostri poteri per curarli, oppure se lasciarli a morire per andare a sconfiggere i nemici così da evitare molte più morti e danni. Le scelte morali saranno il fulcro della storia, e ci lasceranno spesso l’amaro in bocca, facendoci chiedere se abbiamo effettivamente fatto la scelta giusta.
Bene e male in un solo essere
Come abbiamo già detto, le scelte che prenderemo durante il corso del gioco sono il fulcro di tutta l’esperienza, e anche la dimostrazione che in Dio coesistono sia bene che male in egual misura. Scegliere una cosa o l’altra non avrà solamente effetto sulla storia e sugli eventi del gioco, ma anche sulle skill che Shin potrà imparare, suddivise in due alberi di abilità, uno angelico e uno demoniaco. Se avanzando di livello otterremo punti skill che potremo assegnare dove vogliamo, le scelte di storia ci doneranno invece punti spendibili o nella zona buona o nella zona cattiva a seconda delle scelte fatte, quindi starà a noi scegliere in che tipo di poteri specializzarci. Questo perché, come divinità, il nostro personaggio sarà in grado di trasformarsi, con la pressione di un pulsante, o in un Shin angelo o in un Shin diavolo, entrambi potenti contro i nemici dell’elemento opposto che troveremo nei dungeon.
Il gameplay base è assolutamente quello classico dei Mistery Dungeon: l’esplorazione a scacchiera prevede un movimento dei nemici a ogni nostro singolo movimento, i punti vita persi a causa dei colpi nemici si rigenerano col tempo, così come gli SP (i punti per sferrare gli attacchi speciali, o in questo caso per fare qualunque azione da trasformati in angelo o demone), mentre gli AP determinano la nostra fame, che dovrà essere sempre tenuta a bada o finiremo per perdere gradualmente punti vita.
Essenzialmente in termini di gameplay vero e proprio il gioco si attesta sui livelli già visti finora in tutti i titoli di questo genere, ma si differenzia per le strategie da usare a seconda di ogni nemico che avremo di fronte. Le trasformazioni ci daranno vantaggi o svantaggi ma anche skill differenti, oltre a una trasformazione “finale” che consumerà interamente la nostra barra e ci donerà allo stesso tempo sia i poteri angelici che quelli demoniaci.
Da sprite a 3d
Tecnicamente il gioco, così come praticamente ogni titolo della Nippon Ichi, presenta un video di apertura in anime, e a seguire ogni evento o dialogo realizzato con semplici immagini statiche dei personaggi. Artwork splendidi, come sempre, tuttavia la questione inizia a farsi stantia e ci si chiede se rimarrà così anche con Disgaea 5, in attesa su Playstation 4. Migliorata in ogni caso la grafica durante l’esplorazione dei dungeon, che rimpiazza i vecchi sprite bidimensionali con dei modelli 3D, ben caratterizzati e in super deformed. Va da sé che come ogni gioco di questa casa il grinding la fa da padrone, portando la longevità a livelli davvero estremi; ma l’applauso va fatto per il comparto audio, che offre non solo la scelta di un doppiaggio inglese o giapponese, ma anche musiche davvero stupende e perfette in ogni situazione, con tanto di canti di sottofondo.
[signoff icon=”quote-circled”]The Awakened Fate Ultimatum prende il genere dei dungeon crawler e ci costruisce attorno una bella storia, ricca di scelte morali, unita a un sistema di gioco e di potenziamenti che amalgamano il tutto in maniera perfetta. Un titolo che, nonostante sia ormai graficamente datato al giorno d’oggi, ci cattura e ci spinge a proseguire per scoprire cosa accadrà e quanto le nostre decisioni influenzeranno il corso degli eventi. Consigliato a tutti, anche se non avete giocato al suo prequel.[/signoff]