Tethered – Recensione PlayStation 4
E’ passato molto tempo dagli anni d’oro dei God Game. Tali simulatori, dotati solitamente di inquadratura a volo d’uccello, richiedono di effettuare micromanagement di creature, civiltà e chi più ne ha più ne metta. Nonostante nomi celebri come Black & White e Popolous, i God Game sono sempre stati relativamente di nicchia, fin quando non sono quasi del tutto scomparsi, anche a causa della loro impraticabilità su console. Tuttavia proprio un God Game, Tethered, è stato uno dei titoli di lancio per Playstation VR, anche se ultimamente è uscita una patch per giocare senza VR.
Noi Peep siam così! Noi siamo tutti blu!
In Tethered vestiamo i panni di uno Spirito Guardiano con lo scopo di raccogliere un certo quantitativo di Energia Spirituale da isole inizialmente oscure e prive di vita. Ciò fino a quando non apparirà un uovo che darà alla luce una strana e buffa creaturina chiamata Peep. Come dice il trailer, “Un Peep impegnato è un Peep felice”: è per questo che dovremo dare lavoro costante a lui e a tutti gli altri Peep, grazie ai quali l’isola può diventare via via sempre più abitabile e rigogliosa, dapprima con un’opera di bonifica per poi passare a veri e propri lavori specializzati. Il nostro ruolo, in tutto ciò, non consiste solo nell’impartire ordini, ma anche nello scegliere un giusto punto di vista e controllare le condizioni climatiche per favorire certi tipi di lavori.
Partiamo dalle basi, innanzitutto dal sistema di puntamento. Dovendo abbandonare il tanto amato mouse, Playstation VR ci permette di eseguire puntamenti e selezioni con il solo movimento della testa: ci basterà guardare un’unità e premere un pulsante per selezionarla. Questo sistema di controllo rende il gioco estremamente veloce e scorrevole, addirittura più di una volta, permettendoci di svolgere micromanagement senza troppi sforzi. Tra i primi oggetti che dovremo imparare a puntare figurano le varie nuvole posizionate nel cielo: poichè il nostro personaggio non può muoversi liberamente, dovremo selezionare le nuvole per spostarci e cambiare così il nostro angolo di visuale. Questa è un’operazione fondamentale per controllare tutta la mappa e tutti i nostri Peep per gestirli quando i compiti aumentano. Il tempo è tiranno, soprattutto dopo la sesta isola, quando le faccende da organizzare diventeranno frenetiche.
Sono previste precipitazioni con sprazzi di arcobaleni
I Peep sono i nostri fidati seguaci, instancabili lavoratori di giorno, deboli vittime di notte, quando usciranno fuori terribili mostri simili a vermi che non vedono l’ora di papparsi tutte le creaturine; sta a noi proteggerli e, volendo, farli combattere all’ultimo sangue. Per ottenere Energia Spirituale e completare ogni livello, difatti, potremo compiere molte azioni diverse che esulano dalla bonifica dell’isola, fra cui uccidere nemici.
Ci sono anche parecchi altri obiettivi che ci permetteranno di studiare la strategia migliore da adottare livello per livello. La principale, comunque, è sempre quella di migliorare la tribù Peep facendoli lavorare e mettendoli a conoscenza di migliori tecnologie. Tra la ricerca di cibo e di materiali come pietra, legno e minerali, i Peep potranno studiare anche come costruire alcuni edifici, tramite libri che appariranno con un ordine fisso sulla mappa. Ci sono svariate costruzioni, come la Sala del Consiglio che migliorerà due Peep in lavori specifici, trasformandoli in Esperti, il Laboratorio che velocizza la raccolta e l’estrazione delle risorse, o ancora la Caserma che permette a due Peep di diventare potenti cavalieri pronti a combattere di notte contro i sopracitati vermacci. Ogni edificio può in seguito anche evolversi in molti modi differenti. Le variabili sono davvero troppe per andarle ad elencare: c’è molta personalizzazione, quindi al giocatore viene lasciata grande libertà.
Tuttavia non sono solamente i Peep a dover lavorare: noi stessi, tramite l’uso di alcune nuvole speciali, potremo incidere sulla situazione modificando le condizioni metereologiche. Con il Sole permetteremo alle uova di Peep di schiudersi, con la pioggia faremo ricrescere gli alberi del bosco per produrre nuova legna, con la neve le pietre torneranno a rilasciare risorse, mentre unire due nuvole diverse darà vita a condizioni climatiche avanzate, come la tempesta volta a dar vita ad un arcobaleno, unica cosa in grado di risollevare il morale di Peep depressi per il poco lavoro, i quali non esiteranno a lanciarsi in un dirupo se lasciati troppo a lungo alle loro disgrazie. Le possibilità e le variabili sono moltissime, scoprirle e sfruttarle è parte del divertimento.
VR o non VR, questo è il problema
Tethered nasce per essere giocato con Playstation VR, che, grazie al suo sistema di puntamento, rende la giocabilità pressochè perfetta. Tuttavia ultimamente è stata rilasciata una patch che permette all’utente di giocare anche senza la periferica Sony, rendendo peraltro il tutto estremamente più scomodo e meno immersivo. Il gioco merita molto in ogni caso, ma consigliamo spassionatamente l’utilizzo della Realtà Virtuale per un’esperienza davvero divertente e del tutto priva di Motion Sickness.
Tethered è proprio una sorpresa. Un God Game come non se ne vedevano da tempo, colorato e vivace, che prende per mano i neofiti durante le prime isole, accompagnandoli in tutta calma per un giro di prova in un mondo pieno di variabili e trovate geniali tutte da scoprire, per poi dare una mazzata sui denti a chi si sente ormai troppo sicuro di sè, alzando la difficoltà in maniera quasi crudele ma rendendo il gioco una vera sfida. Chi amava Lemmings si troverà a casa, così come gli amanti degli RTS come Starcraft si troveranno in territorio del tutto familiare. Tethered è una piccola perla, che per il suo prezzo è consigliato a tutti. In bocca al vermone!
Pro
- Ottimo sistema di controllo in VR
- Stilisticamente adorabile
- Una vera sfida
- Il ritorno dei God Game
Contro
- Senza VR il gameplay perde molto
- Livello di difficoltà talvolta sadico
- Impossibile salvare nel mezzo di un livello