Tekken 4 – Recensione Tekken 4
Tekken 4 è l’ennesimo titolo della fortunata serie di picchiaduro Namco. Il suo predecessore, Tekken Tag Tournament, fu uno dei migliori giochi della prima linea per PS2; anche se a conti fatti non portò moltissime innovazioni al bellissimo Tekken 3, i fan lo gradirono molto per il rinnovato aspetto grafico, la massiccia presenza di personaggi e le nuove mosse. Ancora oggi Tekken Tag Tournament è considerato dai ‘puristi’ uno dei migliori giochi della serie. Con Tekken 4 la Namco ha voluto apportare alcuni cambiamenti alle meccaniche di gioco, senza cambiare troppo le carte in tavola. Ma andiamo per gradi.
Casa Mishima
La storia alla base di questo capitolo vede il ritorno di Kazuya Mishima, figlio di Heihachi e padre di Jin Kazama, che torna miracolosamente sulla scena. Ai tempi di Tekken 2 Heihachi lo aveva fatto precipitare in un vulcano attivo per eliminarlo, temendo il Gene del Diavolo che il figlio portava dentro di sé. Kazuya è stato salvato da una corporazione che intende studiare il suo particolare gene, e ora vuole vendicarsi del padre e porsi come capo della Mishima Zaibatsu.
Nel frattempo Jin Kazama, dopo aver scoperto il Gene del Diavolo in lui durante il precedente Torneo, si isola dal mondo e applica tutto sé stesso ad allenarsi nello stile karate, per poter abbandonare lo stile Mishima che rappresentava gli odiati padre e nonno che lo avevano tradito. Heihachi Mishima per mettere le mani sul Gene del Diavolo del figlio e del nipote, decide di indire il quarto Torneo del Pugno di Ferro, per dar loro occasione di presentarsi e catturarli. Gli altri combattenti hanno tutti un motivo più o meno valido per partecipare al torneo, nel quale è in palio il controllo della Mishima Zaibatsu.
Come spesso accade per questo genere di giochi, la storia di sfondo è più un pretesto che un vero punto focale del gioco. In alcuni casi può essere ben orchestrata, in altri meno, ma non cambia comunque il fatto che è per lo più un fattore secondario. Ad ogni modo Tekken 4 non manca di offrire una motivazione per ogni combattente, chi più seria chi meno, e questo è apprezzabile.
3D Fighting
Graficamente parlando Tekken 4 offre un cospicuo aumento di qualità rispetto al Tag Tournament. I personaggi non sono più "imbellimenti" dei modelli di Tekken 3, ma sono costituiti da un notevole numero di poligoni, rendendo i modelli poligonali verosimili e dettagliati. Le espressioni facciali sono ben articolate (anche se difficilmente ci sarà occasione di osservarle) e il movimento di vestiti e capelli realistico. Le arene non sono più "infinite", hanno dei limiti fisici e sono ora molto più dettagliati, con effetti di luci fisse, acqua e altro ancora. Anche se il miglioramento è forse inferiore rispetto alle aspettative, l’aspetto visivo di Tekken 4 è comunque buono.
Iron Fist
Come anticipato, la Namco ha voluto cercare di rinnovare i combattimenti con alcune novità.
La prima immediatamente visibile è l’aggiunta dei limiti nelle arene. Concettualmente parlando non è malvagia, ma è decisamente mal calibrata. Le arene sono troppo restrittive, e ritrovarsi con le spalle al muro è una situazione ben più frequente del normale. E’ troppo facile essere sbattuti al muro (anche da un calcio basso mentre si è a terra, stranamente) e le conseguenze sono devastanti per la propria barra vitale. Lo scopo del gioco si allontana dal semplice e puro combattimento, inteso come scambio di mosse, e si sposta sul cercare di spingere l’avversario verso i limiti dell’arena. Per cercare di bilanciare questo nuovo aspetto, la Namco ha inserito una presa per invertire le parti, così chi si trova con le spalle al muro può ritrovarsi in vantaggio. Il punto è che questa mossa funziona come una normale proiezione e non è esattamente facile portare a segno una presa mentre si è bersagliati con calci e pugni con le spalle al muro. Anche il sistema di collisione è stato riveduto, probabilmente per rimediare alla sensazione di inconsistenza sui corpi dei colpi che i precedenti capitoli avevano. Sembrano ora avere più consistenza ed è più palpabile il senso di impatto, ma a volte il gameplay risulta ancora "legnoso" e poco fluido. Inoltre personaggi hanno delle mosse esageratamente devastanti.
Il gioco offre meno combattenti rispetto al Tag Tournament, ma sono rimasti i personaggi più significativi e meno "clonati". Il loro numero complessivo (compresi quelli sbloccabili) ammonta comunque a circa una ventina, quindi di certo non pochi. Tra le nuove entrate abbiamo Marduk, colossale lottatore di vale-tudo, e Steve, boxer abbastanza originale in quanto non usa calci ma può contare su schivate molto utili. Christie è poco più di una rivisitazione di Eddy Gordo, quindi conta poco. Paradossalmente, il già ben conosciuto Jin Kazama può contare praticamente come nuovo personaggio, visto che il suo stile è quasi totalmente cambiato. Il resto dei combattenti è rimasto pressoché invariato, ma con l’aggiunta di nuove mosse.
Le modalità sono le classiche Story, Arcade, Time Attack, Survival, Practice e Versus. E’ tornata la modalità Tekken Force (vista per la prima volta in Tekken 3) rivisitata e perfezionata: è infatti ora più funzionale e il frame rate non dà problemi, una simpatica alternativa insomma.
Segui il ritmo
I brani di accompagnamento non sono mai stati il forte di questa serie, e questo capitolo non fa eccezione. Tekken 4 può comunque vantare una varietà leggermente più alta di genere rispetto ai capitoli precedenti, dominati per la quasi totalità da sound techno.
Per la prima volta i personaggi hanno un doppiaggio durante i dialoghi, che non sono resi male. Sono state rispettate anche le lingue originali dei combattenti. Durante i combattimenti i suoni sono pressoché riciclati dai precedenti titoli, ma le voci sono ora più presenti e rendono i combattimenti più realistici.
And the winner is…!!
Dal punto di vista della longevità, Tekken 4 non si distacca molto dai suoi predecessori. Le modalità sono sempre quelle dopotutto.
Dipende da quanto un giocatore è invogliato a spremere i suoi record e le sue conoscenze dell’uso dei personaggi.
Va da sé che al di là della qualità del gameplay, un picchiaduro può essere semi-eterno se giocato con altre persone.
Per concludere
Per Tekken 4 la Namco ha fatto decisamente le scelte sbagliate. Le uniche novità apportate alla serie sono proprio quelle che stonano di più, il resto sa tutto di già visto. Molti giocatori, soprattutto i puristi della serie, considerano questo gioco il peggiore della serie, e a conti fatti è difficile contraddirli.
Tekken 4 rimane comunque un buon picchiaduro, uno dei migliori nel panorama PS2 nel periodo del suo rilascio nei negozi.
Chi ha amato Tekken 3 e Tag Tournament farà presto ad abituarsi anche qui, ma difficilmente manderà giù senza ripercussioni le novità inserite.