Tales of the Abyss – Recensione Tales of the Abyss
Presentazione
Ottavo capitolo della illustre collezione di Tales of, calca le sponde del mondo occidentale come festeggiamento del decennale d’attività della stessa saga. Rilasciato nell’autunno del 2006 il titolo premette tanta azione, fantasia e una trama articolata illustrante tecnologie dimenticate nel tempo e profezie inconcepibili. Dopo due anni dall’uscita di Tales of Symphonia questo titolo mostra dunque la buona volontà e l’esemplare costanza dei programmatori della namco e di quei disegnatori come Kosuke Fujishima, eroe mangaka conosciuto per opere come Sakura Wars, You’re under arrest e Oh my Goddess!
Musiche
Iniziando a parlare del doppiaggio già un sorriso segna il mio viso dacché ben più prestigioso di quanto si possa aspettare è il cast vocale aggruppato per questo titolo. Yuri Lowenthal, la voce del protagonista, vanta un percorso invidiabile che l’ha portato a doppiare oltre 50 film e anime in generale tra cui Bleach nei panni di Keigo Asano, Sasuke Uchina di Naruto, Wolverine nella sezione animata di X-men e tanti altri ancora. Vi sono molti altri doppiatori prestigiosi come Kirk Thorton, la splendida Sandy Fox e molti altri che già hanno prestato il loro servizio a questa incredibile saga. La main theme di Tales of the abyss è una di quelle rare occasioni in cui al giocatore scende una lacrimuccia per l’emozione e di questo vanno ringraziati i maestri Shinji Tamura, araldo dei Tales of e l’immortale Motoi Sakuraba famoso nel mondo per le melodie di Valkyrie Profile. Si potrebbe elogiare all’infinito l’aspetto musicale, niente sembra essere stato trascurato persino i piccoli dettagli sonori capaci di durare 1/4 di secondo che però riescono comunque a trasmettere quel forte senso di entusiasmo applicato nella concretizzazione di quello che si può definire un’opera esemplare.
Storia
Le mille e una notte de Tales of narrano questa volta di un ragazzo di nobili origini: Luke fon Fabre. Figlio di un duca e nipote del Re del regno di Kimlasca-Lanvaldear, non ha ricordi della sua infanzia a causa di un trauma provocato dal rapimento avvenuto nei suoi confronti alla tenera età di 7 anni. I suoi parenti più stretti, compreso lo stesso re, decisero di tenerlo quasi prigioniero nei loro possedimenti affinchè egli non potesse subire ulteriori lesioni fisiche e mentali. La cosa insolita per un protagonista di un rpg è che Luke, agli inizi, ama quella vita tetra ed insapore. Tuttavia è lui l’eroe predestinato di questa storia e così in un modo o nell’altro, grazie al suo amico/maestro, Van, s’introduce al duello passando dapprima per le logiche basi di postura, attacco e difesa. Un misterioso individuo però interviene inspiegabilmente in quella che è considerata in termine videoludico come il tutorial mode. Lo scontro tra di loro termina immediatamente a causa delle armi che, scagliandosi tra loro, generano un artefatto inspiegabile che li teletrasporta al di fuori dal luogo dell’allenamento, in un distante luogo. Chi è quel tizio? Per quale ragione ha tentato alla vita di Luke? Se volete saperne di più basta acquistare questo titolo e trovare le risposte!
Gameplay
Quelli della Namco ci tengono alla tradizione del loro prodotto perciò va precisato da subito che le fondamenta del gameplay di Tales of resterà invariato, salvo qualche eccezione particolare che serve a unicizzare il titolo. Ogni personaggio equipaggia un tipo diverso di armi, armature ed accessori più, un particolare oggetto chiamato capacity core che ha la particolare dote di incrementare le statistiche dei personaggi. Quest’ultimi hanno diverse possibilità per potenziarsi nel corso del gioco, sia imparando arti speciali o sia acquisendo skill AD combattendo duelli dopo duelli fino allo sfinimento. Solitamente queste AD skill servono, un pò come il capacity core, a facilitarci il compito in battaglia tramite buff di vario genere come la velocizzazione e addizione degli attacchi che, ovviamente, dureranno soltanto nel corso del singolo scontro. Castando determinati incantesimi o abilità apparirà un circolo magico, diverso ogni volta a seconda delle suddette abilità, in battaglia. Questo circolo, chiamato anche Field of Fons, in poche parole, se sfruttato al meglio ha la capacità di evolvere le doti interessate in altre più devastanti. Anche in questo titolo targato Tales of non mancherà inoltre il Grade System che premia o punisce il nostro comportamento in fase belligerante con dei punti che possono essere scambiati al fine di ottenere vari benefici. In Tales of the Abyss sono presenti inoltre dungeon già visti negli altri capitoli e puzzle games che vi terranno incollati alla poltrona per molte ore.
Conclusione
Ho veramente apprezzato questo capitolo che, a dire di tutti, può essere considerato come il migliore della scuderia. Se giocato a fondo nel tentativo di completare tutto ciò che ha da offrire, Tales of the Abyss, riuscirà ad estorcervi 100 ore di puro godimento ruolistico che spero sia da esempio per i futuri parenti della saga. Storie memorabili, personaggi ben caratterizzati e soprattutto fuori dai ranghi partendo proprio dal protagonista non troppo coraggioso, anzi, per niente. Insomma a questo Tales of non manca veramente niente e auguro a tutti di averne una rara copia nella loro bacheca, imperdibile.