Tails of Iron 2 Whiskers of Winter Recensione

Dopo il successo del primo Tails of Iron, capace di farsi apprezzare per la grande attenzione ai dettagli, il piccolo studio inglese Oddbug torna alla carica con un sequel diretto, Tails of Iron 2: Whiskers of Winter, che cerca di espandere l’originale in ogni aspetto. Sarà riuscito a mantenere il suo fascino? Scopriamolo nella nostra Tails of Iron 2 Whiskers of Winter recensione!
Tails of Iron 2 Whiskers of Winter Recensione – Una storia di code
Come da titolo e tradizione, Tails of Iron 2: Whiskers of Winter ci mette nei panni di un topo, in un mondo popolato unicamente da animali, capaci però di riunirsi in comunità e creare una società di stampo medievale.
Il nostro roditore si chiama Arlo, figlio adottivo di un nobile guerriero incaricato di governare e proteggere Soglia d’Inverno, primo bastione di difesa del Regno dei Topi contro un’antica minaccia alata, un tempo sconfitta ed esiliata nel gelido Nord.
Fino a oggi. I temuti pipistrelli sono infatti scesi dalle loro montagne innevate, e Arlo dovrà calarsi suo malgrado in un ruolo che non aveva mai immaginato di dover un giorno ricoprire, quello di protettore della sua gente e dell’intero Regno dei Topi.

Un mondo bellissimo ma limitato
Tails of Iron 2: Whiskers of Winter è di base un action RPG, la cui impostazione e stile di gioco lo portano ad assomigliare molto più a un metroidvania piuttosto che a un soulslike in 2D come Salt and Sanctuary (qui la nostra recensione), pur con notevoli differenze.
Innanzitutto le aree non sono collegate tra loro se non tramite una mappa del mondo, da cui è possibile selezionare la regione da esplorare; una volta entrati nella stessa, il suo interno è effettivamente tipico dei metroidvania, diviso cioè in sezioni più piccole, accessibili interagendo con le estremità della sezione in cui ci troviamo o con altri punti di interesse intermedi, quali porte o caverne.
Le aree in sé sono sempre riuscitissime a livello artistico, così come i personaggi e il gioco in generale, ma sono spesso piccole e numericamente limitate, il che da un lato aumenta il backtracking, dal momento che le missioni secondarie ci riportano sempre nelle aree già visitate nella storia, dall’altro ne riduce drasticamente i tempi, poiché ogni regione della mappa del mondo può essere attraversata interamente in pochi minuti.
In ogni caso l’esplorazione non è certamente il focus di Tails of Iron 2: Whiskers of Winter, e lo si può intuire anche dalle pochissime ricompense che questa attività ci riserva; una manciata di potenziamenti per le abilità speciali di Arlo e poco altro.
Non si tratta di per sé di un grosso problema, il titolo punta a un altro tipo di esperienza e lo fa con grande successo, ma rimane l’impressione che sarebbe bastato veramente poco per migliorare l’interazione con mappe, che allo stato attuale rimangono delle bellissime arene collegate tra loro.

Un po’ guerriero e un po’ governatore
La progressione in Tails of Iron 2: Whiskers of Winter si sviluppa su due rami distinti eppure fortemente intrecciati, quello di potenziamento del personaggio e del suo equipaggiamento e quello di gestione della città.
Soglia d’Inverno è infatti composta da quattro strutture migliorabili da livello zero a livello tre; il fabbro, dove craftare e potenziare armi e armature, la cucina, dove preparare piatti che aumentino permanentemente la salute massima di Arlo, il negozio, dove acquistare materiali e oggetti consumabili, e il cantiere, necessario per costruire e migliorare le altre.
Il miglioramento di questi edifici richiede denaro, materiali e talvolta personaggi in grado di lavorare nella struttura, ma la maggior parte di essi verranno necessariamente potenziati nel corso della storia a prezzo oggettivamente molto basso, rendendo l’intero sistema un check riguardante il numero di missioni principali completate, piuttosto che una questione di ottenimento di grandi quantità di denaro o materiali dai nemici.
Per quanto riguarda il potenziamento del personaggio invece, Tails of Iron 2: Whiskers of Winter sceglie una strada diversa; Arlo non è infatti in grado di salire di livello né di migliorare le proprie statistiche al di fuori del miglioramento della salute nella cucina e dell’ottenimento di quattro abilità “magiche”, ciascuna legata a un particolare elemento e con un proprio cooldown.
Ne consegue che a fare la differenza in battaglia sono proprio gli elementi, indissolubilmente legati all’equipaggiamento indossato dal protagonista più che alle effettive abilità elementali, certamente utili contro i nemici più deboli, ma troppo limitate in termini di danno e cooldown per impensierire i boss.
La quasi totalità dell’effettiva crescita di Arlo da inizio a fine gioco proviene dunque dalle armi e armature che indossa, ciascuna con le proprie statistiche e affinità elementale, rendendo di conseguenza il fabbro una visita frequente e obbligata durante il nostro peregrinare nel Regno dei Topi.
Il sistema di combattimento
Tails of Iron 2: Whiskers of Winter propone un sistema di combattimento non immediato da apprendere; i movimenti e gli attacchi di Arlo sono lenti e pesanti, ma la totale assenza di una barra di stamina e il cooldown quasi istantaneo della schivata rendono le battaglie molto frenetiche, specialmente quelle contro i boss contro più nemici più deboli, ossia la quasi totalità di esse.
I nemici hanno varie tipologie di attacchi, quelli preannunciati da una luce gialla possono essere parati in stile soulslike premendo il tasto appena prima dell’animazione, rendendo il nemico immobile e vulnerabile per qualche secondo, mentre la luce rossa indica un attacco soltanto evitabile
Può sembrare la ricetta per una caotica danza di schivate, vista la stamina infinita, ma la lentezza di Arlo e la rapidità degli attacchi nemici rendono necessarie delle parate al momento giusto per ottenere un margine di attacco, introducendo un livello di strategia non indifferente in combattimenti che possono protrarsi a lungo in caso non si disponga di equipaggiamento del giusto elemento.
In ogni caso Tails of Iron 2: Whiskers of Winter non è un gioco semplice, specialmente nelle prime fasi, in cui chi scrive ha trovato difficoltà anche a difficoltà normale, ma diventa molto più semplice una volta apprese le tempistiche delle animazioni di Arlo e nemici, risultando poi molto divertente e appagante.

Conclusione
Tails of Iron 2: Whiskers of Winter riesce nell’obiettivo di migliorare il predecessore praticamente sotto ogni punto di vista, proponendo un titolo non particolarmente lungo ma sicuramente affascinante, inciampando però in problemi più o meno piccoli che lo tengono lontano dall’ eccellenza a cui potrebbe aspirare, e che in larga parte sembrano evitabili.
Un esempio? L’orrendo font della traduzione italiana e di tutte le altre (numerose) lingue, che stona totalmente con i curatissimi menù in stile medievale. La versione inglese utilizza invece un altro font, molto più piacevole e impattante. Ma perché?
Tails of Iron 2 Whiskers of Winter è disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox Series X|S e PC. Se sei interessato all’acquisto del gioco, puoi farlo seguendo questo link su Steam!
Un ottimo sequel
Pro
- Ambientazione e personaggi affascinanti
- Trama semplice ma piacevole
- Sistema di combattimento divertente...
Contro
- ...ma alla lunga poco bilanciato
- Esplorazione e side quests potevano essere gestite meglio
- Pessima scelta di font