E.T. Armies – Recensione
Siamo nel 2016 e i videogiochi sono a tutti gli effetti un fenomeno di massa che trascende gli spazi fisici. Si gioca ovunque, dall’Italia al Giappone, dal Brasile alla Corea del Nord. E come i videogiocatori cominciano a moltiplicarsi in questi nuovi mercati, così appaiono sempre più studi di sviluppo in paesi privi di una tradizione videoludica. Così, dopo tre anni di produzione, viene alla luce E.T. Armies, dello studio iraniano Raspina Studio.
E.T. Armies per quanto importante, dal momento che segna una apertura diplomatica nei confronti del paese del medio oriente, non riesce purtroppo nella missione di unire in un unico prodotto quegli elementi capaci di rendere un FPS un’esperienza indimenticabile e finisce col somigliare ad una tortura che sembra molto più lunga di quello che in realtà è.
Un inizio non proprio scoppiettante
Il gioco si apre con un filmato iniziale che, benché mostri una qualità tecnica accettabile, rivela immediatamente la pochezza della trama. Ricca di cliché, la storia dà l’impressione di dover fare da riempimento ad una comparto multiplayer che in realtà è pressoché inesistente. Purtroppo nelle poche ore di gameplay essa non decollerà mai e si trasformerà in una cornice atta solo a giustificare l’uccisione di orde di nemici poligonali senza anima né personalità.
Se infatti i protagonisti di questa avventura a cavallo tra le galassie appaiono piatti e assolutamente trascurabili, la situazione peggiora drammaticamente se andiamo a concentrarci sui nemici che affrontiamo nel corso delle missioni. Le tipologie di avversari che ci ritroveremo ad affrontare sono solo due: sporadici fucilieri muscolosi a petto nudo intervallati da orde di soldati armati di mitragliatori, entrambi pronti ad essere ridotti in poltiglia. In seguito ad un veloce confronto inoltre risulta evidente come i protagonisti e i nemici condividano lo stesso modello e si tratti di niente altro che di un color reskin.
Follow the leader
Abbiamo parlato della trama e dei nemici, andiamo ora a concentrarci sull’effettivo gameplay del gioco. E.T. Armies è un FPS vecchio stampo. Benché le aree possano ingannare il giocatore illudendolo di avere più libertà di movimento di quella che in realtà effettivamente abbia, è chiaro come i livelli non siano nient’altro che un susseguirsi di corridoi dove ad ogni check-point corrisponde una imboscata di nemici infiniti. Questo patetico pattern almeno spezza la poca frenesia offerta dalle sezioni di movimento incentrate sul seguire il proprio comandante o chi per esso, senza mai perdere la via pena il ritorno al precedente punto di salvataggio.
Vi sono ben pochi incontri “casuali” e la maggior parte delle uccisioni avverranno dopo essersi trincerati dietro protezioni ambientali, utilizzando un rudimentale sistema stealth che tuttavia, a causa della mole spropositata di fantocci rivestiti di armatura che il gioco scaraventa innanzi al giocatore, risulta più frustrante che altro. Se uniamo questo ai numerosi bugs presenti nel gioco (da nemici che appaiono all’improvviso alla possibilità di ritrovarsi bloccato e dover riavviare il gioco per poter continuare) e il fatto che le armi risultino tutte simili tra loro e ben poco gratificanti, è evidente come il divertimento da mindless shooter si trasformi in sofferenza e masochismo.
Un deserto accecante
Uno spiraglio di luce pare aprirsi nel comparto ambientale che include scenari e accompagnamento musicale. E’ evidente, specialmente nella prima missione, come E.T. Armies avrebbe voluto essere qualcosa di più rispetto al prodotto finale: l’area desertica ricca di rovine è obiettivamente originale se paragonata agli standard degli FPS e risulta di impatto e interessante. In più la colonna sonora orchestrale composta ad-hoc che accompagna il giocatore nella sua missione è di pregevole fattura.
Ciò che tuttavia spegne ogni flebile speranza è il modo maldestro con cui questi elementi vengano utilizzati: gli scenari desertici ad una analisi più attenta rivelano il ripetersi all’infinito delle medesime textures e l’utilizzo massiccio di lens flare rovina un ambiente che pareva ad una prima impressione ben costruito. Neanche il reparto sonoro è estraneo alle critiche: seppur come già detto apprezzabile come lavoro, la colonna sonora non si amalgama minimamente a ciò che avviene sullo schermo e risulta perfino imperfetta nel proprio loop.
E.T. Armies è un prodotto scadente. Benché qualche idea positiva di fondo ci sia nelle ambientazioni e nel reparto sonoro, il resto del gioco è purtroppo completamente da scartare. Bugs, orde di nemici che non accennano a finire, missioni tutte uguali a loro, e molto altro fan si che non bastino le dita delle mani a contare i problemi di questo titolo. Tabula rasa e ricominciare da zero: se questa è l’industria videoludica del medio oriente c’è ancora molta strada da fare.
Pro
- Ambientazioni ben fatte
- Colonna sonora apprezzabile
- Solo quattro ore di sofferenza
Contro
- Ripetitività
- Gameplay privo di mordente
- Nessuna varietà nei nemici
- Bugs a go-go