Syndicate – Recensione Syndicate
Dopo aver approfondito tutti i dettagli a nostra disposizione nell’anteprima dedicata alla Demo dello storico titolo di Bullfrog Production, finalmente abbiamo potuto mettere le mani sulla versione finale di Syndicate: che siate tra i fan che giocavano al brand su Amiga già negli anni ’90, o tra le nuove leve interessate a districarsi tra l’infinita offerta di FPS oggi presenti sul mercato, seguiteci in questa recensione per scoprire cosa questo titolo può offrirci.
Altro che globalizzazione
La storia raccontata in Syndicate si svolge nel 2069: in quest’epoca i confini tra gli stati e i continenti non hanno più ragione di esistere, dal momento che il mondo intero è controllato da pochissime corporazioni – i Syndacates, appunto – multinazionali perennemente in guerra tra loro nell’eterno tentativo di predominare l’una sull’altra. In questo scenario tutt’altro che rose e fiori la popolazione mondiale si suddivide idealmente in due gruppi: da un lato ci sono gli agenti, ciberneticamente potenziati e al soldo delle varie corporazioni; dall’altro troviamo i comuni cittadini, molti dei quali vivono in povertà e alla totale mercé della violenza scatenata dalle lotte tra gli agenti.
Gli agenti, dicevamo poco fa, sono ciberneticamente potenziati: nel 2069, infatti, chiunque se lo possa permettere si innesta dei chip in corpo, al fine di guadagnare caratteristiche uniche e trascendere le normali capacità dell’essere umano. Se in commercio, però, si possono acquistare chip debitamente testati e relativamente potenti, è sugli agenti che vengono sperimentati i potenziamenti più letali: l’ultima versione del Dart-6 – il chip più potente mai creato – sarà impiantato proprio su Kilo, l’agente che impersoneremo durante il gioco.
Un po’ Blade Runner, un po’ Deus-Ex, il plot narrativo di Syndicate sembra prendere spunto dai migliori esponenti del genere fantascientifico e steampunk. La narrazione inizia con il botto e prosegue decisamente bene per la prima mezz’ora di gioco, durante la quale si può già assaporare la potenza del chip Dart e imparare ad utilizzarlo adeguatamente in battaglia. Purtroppo, una volta giunti al termine dell’avventura, resta un po’ di amaro in bocca: dopo lo scoppiettante inizio, infatti, ci si ritrova presto dinnanzi ad altalenanti variazioni di ritmo, dovendo spesso sopportare lunghi dialoghi in-game e sessioni di addestramento tra un livello e l’altro che, seppur risultando utili per l’apprendimento del gameplay, rischiano spesso di spezzare l’azione e annoiare il giocatore. Una volta raggiunti i titoli di coda, poi, l’impressione di ritrovarsi di fronte ad una trama incompiuta è più che tangibile. Durante le dieci ore (circa) necessarie al completamento dell’avventura principale è facile farsi prendere dai personaggi ben caratterizzati e dal ritmo serrato di alcune sequenze. Il semplice accostamento di ottimi elementi, però, non permette di realizzare automaticamente la ricetta per un capolavoro, e purtroppo in Syndicate l’insieme di caratteristiche di buon livello non riesce a creare quel valore aggiunto che lo avrebbe fatto spiccare sugli altri FPS dalla trama grigia e piatta.
Opportune (e un po’ noiose) sessioni di addestramento tra un capitolo e l’altro vi addestreranno a dovere nell’utilizzo del Dart-6
Non solo proiettili
Dal punto di vista del gameplay, Syndicate si dimostra in grado di differenziarsi, abbinando alla classica potenza di fuoco le innumerevoli opzioni tattiche offerte dal Dart-6 impiantato in Kilo. Il chip, che i giocatori saranno in grado di potenziare con il proseguo dell’avventura, permette di violare e controllare gli altri chip presenti nel mondo di gioco, rendendo il comparto tattico ben più profondo rispetto alla classica corsa a testa bassa a mitra spianato: sarà possibile aprire serrature, manomettere le armi dei nemici, costringerli a sparare ai loro alleati o, addirittura, a suicidarsi. Una speciale visione molto simile alla modalità detective di Batman: Arkham City, inoltre, renderà possibile una pianificazione tattica non indifferente prima di gettarsi nella mischia, permettendo di valutare i nemici, i loro punti deboli e i vantaggi e svantaggi dell’ambiente circostante. L’intelligenza artificiale dei nemici, infine, dai semplici agenti minori fino alle impegnative boss-fight, garantisce un buon livello di sfida anche al livello di difficoltà più basso, rendendo la componente sparatutto di Syndicate solida e godibile.
Il Dart-6 di Kilo permette di violare i chip di umani e robot, aiutando il giocatore a trarsi d’impiccio in situazioni potenzialmente letali come questa
Visioni di un mondo che verrà
Sotto il profilo grafico Syndicate spicca in alcuni aspetti trascurandone altri: il level-design è ben fatto e il mondo di gioco creato dagli sviluppatori restituisce un’esperienza credibile e solida. Meno curati invece gli effetti particellari e il livello di dettaglio nelle zone particolarmente ampie, dove per poter garantire una sufficiente fluidità delle animazioni il motore grafico è costretto a tralasciare i fronzoli. Di buon livello invece gli effetti di luce, molte volte appositamente esagerati e colorati in modo innaturale per dare allo spettatore – insieme con la palette sbilanciata sui colori freddi dello sfondo – una sensazione di high-tech e di ambientazione futuristica.
Metallo, riflessi a non finire e centinaia di luci al neon portano alla mente Blade Runner e le sue ambientazioni fantascientifiche
Syndicate in Co-op
Immancabile in un titolo di questo tipo, la modalità cooperativa è varia e divertente, offrendo alcune opzioni non presenti nel single-player. Fino a quattro giocatori potranno fare squadra per affrontare insieme una serie di missioni a difficoltà crescente, portando a termine obiettivi vari e mai banali: a chi si cimenterà nelle sfide online verrà chiesto di eliminare dei bersagli, di combattere finché l’ultimo dei nemici non sarà caduto, di fare da scorta a determinati obiettivi e così via, per una serie di missioni in cui la collaborazione con gli altri membri della squadra sarà la chiave per la vittoria.
Dal punto di vista della customizzazione, oltre a scegliere le caratteristiche del proprio personaggio all’inizio della campagna, la modalità multiplayer permetterà anche di accedere ad una serie di potenziamenti per il DART-6 non presenti nell’avventura principale in single player: tutto ciò è in grado di garantire un’esperienza diversa e sempre all’altezza delle aspettative, contribuendo nel contempo ad aumentare notevolmente la longevità del titolo.
La componente multiplayer, come avevamo già visto nella nostra anteprima, promette di essere solida e divertente
Verdetto finale
Syndicate è uno sparatutto dal gameplay vario e frenetico, al quale manca solo un pizzico di attenzione ai particolari per fregiarsi del titolo di capolavoro. Purtroppo il voto finale della nostra recensione è fortemente ridimensionato da una componente narrativa non all’altezza delle aspettative e da un ritmo un po’ troppo altalenante che rischia di annoiare i giocatori più votati all’azione senza troppi fronzoli. Detto ciò, resta il fatto che Syndicate merita comunque il beneficio del dubbio, almeno da parte di tutti quegli appassionati di FPS che vogliono provare qualcosa di nuovo e diverso tra un CoD e l’altro. Per quanto ci riguarda, noi guardiamo con speranza al prossimo futuro, aspettandoci un seguito che colmi le lacune di questo capitolo regalandoci una vera esperienza futuristica da ricordare.