Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars – Recensione Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars

Nell’ormai remoto 1996, quando il rapporto tra Nintendo e Squaresoft era ancora saldo (prima dell’abbandono di quest’ultima per la Sony), Nintendo volle creare un RPG con protagonista il suo personaggio di punta, Mario.La Squaresoft accettò di utilizzare il famoso idraulico Nintendo e di creare un RPG ambientato nel suo classico mondo di funghi, temibili tartarughe e principesse da salvare.
Vediamo ora quali furono i frutti di tale alleanza.

Welcome to Mushroom Kingdom

Graficamente parlando Super Mario RPG è un autentico spettacolo per gli occhi. Il gioco spreme le potenzialità della console 16bit Nintendo fino al midollo, regalandoci ambienti pseudo-3D curati e dettagliati.
Gli ambienti, siano essi foreste o classici villaggi, sono coloratissimi e ricchi di dettagli; notevole è inoltre il modo in cui il Mario  da voi controllato interagisce perfettamente con gli sfondi.
I modelli dei personaggi e dei mostri (realizzati in computer grafica) ad ogni modo non brillano per la loro caratterizzazione, anche se sono comunque ben animati. Gli effetti speciali sono passabili, ma nulla di spettacolare.
In generale il feeling con il gioco è simile a quello dei classici giochi della serie Super Mario, senza particolari pretese nell’accostare il personaggio ad un’ambientazione pseudo-fantasy.
In generale, Super Mario RPG è forse il gioco che presenta la miglior grafica su SNES.

Help Mario, help!

Malgrado questo titolo sia un RPG, si è chiaramente deciso di lasciare lo stile della storia sui canoni dei tradizionali platform Nintendo con protagonista Mario. Come di consueto Bowser ha nuovamente rapito la Principessa e Mario dovrà correre in suo soccorso. Per fortuna almeno questa volta le cose andranno diversamente, perché un altro (Mallow) sarà il vero antagonista di questo gioco mentre Mario, dopo aver comunque salvato la sua amata, dovrà iniziare il vero viaggio per collezionare sette stelle speciali e salvare il Mushroom Kingdom.

E’ vero che i giochi con protagonista l’idraulico Nintendo non hanno mai puntato sulla complessità della trama, bensì sul puro divertimento da gameplay, ma è altrettanto vero che uno sforzo per questo titolo si sarebbe potuto benissimo fare, considerando soprattutto che lo sviluppo era nelle mani di una casa come la Squaresoft.
Tra i personaggi non-classici troviamo Mallow e Geno che, pur non essendo dei capolavori di caratterizzazione, sono piuttosto convincenti e si inseriscono molto bene nella storia.
La trama in sè non offre nulla di particolare, se non una sana avventura piena di classici clichés Nintendo. Una storia piacevole da seguire (anche per i più giovani o profani del genere),tuttavia senza troppe pretese.

Salti, funghi e…fulmini!

Il gameplay è dove Super Mario RPG riesce davvero. La struttura delle esplorazioni è una fusione tra il platform e i normali RPG. Mario dovrà esplorare foreste, villaggi, dungeon e quant’altro e, attraverso una visuale isometrica, potrà essere mosso in otto direzioni. Gli ambienti presentano i classici mattoncini col punto interrogativo in attesa di essere colpiti dalla mascotte Nintendo per regalare bonus. Mario dovrà anche saltare per raggiungere certe zone e proseguire nell’esplorazione o per raggiungere dei bonus.

Una volta incontrato un nemico (sempre ben visibile ed evitabile) si entra in una schermata di combattimento classica da RPG, con turni basati sulla velocità dei personaggi e le classiche opzioni Attacco, Abilità Speciale, Difesa, Oggetti e Fuga; niente di particolarmente innovativo. La vera differenza sta nella gestione degli attacchi e della difesa: sia gli attacchi fisici che la difesa ai colpi nemici possono essere infatti influenzati mediante la pressione di un apposito tasto. Premendo nel momento giusto sarà dunque possibile raddoppiare un attacco o ricevere meno danno (sempre da un attacco). Allo stesso modo funzionano le Abilità Speciali, le quali risultano ben poco utili se non sorrette da una buona tempestività.
Le battaglie sono quindi intuitive ma allo stesso modo coinvolgenti. L’unico vero neo è che non brillano per difficoltà.Difficilmente vi ritroverete a vedere la schermata di Game Over a causa di uno scontro o un boss.

Super Mario RPG è uno di quei titoli pieni zeppi di mini-giochi. Sia durante l’avventura principale che durante alcune sub-quest vi ritroverete spesso a prendervi una pausa dalla normale struttura di gioco e a cimentarvi in vari intrattenimenti come la corsa con Yoshi e molto altro ancora…

L’unico vero punto a sfavore riguardo al  gameplay del gioco sono i controlli. Imparare a controllare Mario a dovere richiederà non poco tempo. La convivenza di salti e visuale isometrica da più volte vita a difficili movimenti, rincorse e salti in diagonale e spesso , per fare una cosa relativamente semplice, impiegherete più tempo del necessario.

Musica fra i tubi

La colonna sonora è composta da Yoko Shimomura, che ha in seguito curato quelle di Parasite Eve e Legend of Mana e, per una dozzina di tracce, da Koji Kondo.
Gran parte delle tracce sono remix di classici temi della serie di Super Mario, mentre altri brani sono inediti, ma sempre perfettamente in tema col gioco. Anche dal punto di vista quantitativo il titolo Nintendo – Squaresoft non delude; è raro ascoltare gli stessi temi più volte durante il gioco (fatta eccezione ovviamente per i temi di battaglia ecc..).
Nascosti qua e là è possibile trovare anche alcuni brani ormai classici di casa Squaresoft.
Insomma buona varietà, discreta qualità. Assolutamente nulla di eccezionale, non sui livelli ad esempio di FFVI, ma il reparto sonoro fa il suo dovere.

"The End"

Come per la trama, questo è un altro aspetto che è stato scarsamente trasposto nella dimensione degli RPG. Il gioco infatti può essere portato a termine in poco più di una decina di ore, lasso di tempo che ovviamente si dilata se si portano a compimento tutti i mini-giochi e le sub-quest presenti.
D’altronde con una storyline così scarna era difficile aspettarsi una maggior longevità.

Per concludere

Super Mario RPG può essere un buon punto di partenza per chiunque non abbia mai provato un gioco di ruolo, specie se amante delle avventure del baffuto di casa Nintendo.
Per i giocatori abituali del genere può comunque essere un buon passatempo, con un gameplay intuitivo e divertente e una delle migliori grafiche per SNES.
Poco adatto a chi non sopporta le atmosfere cartoonesche con animali parlanti e stelle del potere o a chi cerca a tutti i costi una trama intricata e colma di significati intrinseci.

 

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