Super Mario All-Stars – Recensione Super Mario All-Stars
Super Mario Bros in una storica raccolta
La trilogia di Super Mario Bros è sempre stata una della serie più famose della storia dei videogame, grazie soprattutto al primo, meraviglioso capitolo. Nel 1994 la Nintendo decise di piazzare un’altra stangata alla concorrenza vendendo, insieme allo SNES, Super Mario All Stars: una fenomenale raccolta dei tre mitici episodi, efficacemente ritoccati graficamente per l’occasione adeguandoli allo standard delle “nuove” tecnologie; con l’aggiunta di una chicca veramente appetitosa: “The Lost Levels”, un gioco inedito per il pubblico europeo che riprende in tutto e per tutto lo stile di Super Mario Bros 1, ma che presenta in proporzione una difficoltà veramente esagerata.
Insomma, quattro giochi in uno, una longevità praticamente illimitata e tanto divertimento per uno dei titoli in assoluto più popolari dello SNES.
Il nome è lo stesso, ma i giochi sono totalmente diversi
Proprio così: a dispetto del nome simile, i tre giochi “numerati” (The Lost Levels merita un discorso a parte) presentano tra di loro differenze eclatanti. Certo, si tratta pur sempre di semplici platform in 2D, ma le variazioni sono così pesanti che non vanno sottovalutate.
Il primo capitolo è quello dal gameplay più veloce e diretto, forte di una struttura di gioco estremamente semplice ed intuitiva. Sono presenti i famosi power up che saranno poi classici della serie: il Fungo che rende più grossi, il Fiore che fa sparare palle di fuoco e la Stella che rende temporaneamente invincibili. I nemici vengono uccisi nel metodo classico, ovvero semplicemente saltandogli in testa (caratteristica abbandonata in Super Mario Bros 2). Il gioco si articola in 8 mondi, ciascuno composto da tre livelli più un quarto, ambientato nel Castello del malvagio Bowser. Terminati i primi 8 mondi, se ne sbloccheranno altri 8 in versione Hard: molto simili ai mondi "normali", con la differenza che alcuni mostri saranno rimpiazzati da altri più forti, e tutti i nemici cammineranno con velocità maggiore.
Super Mario Bros 2 nacque come adattamento del gioco giapponese Doki Doki Panic, mai rilasciato in Occidente: per questo presenta un gameplay totalmente differente dal primo capitolo. Uno dei cambiamenti più importanti è il modo di uccidere i nemici: non più saltando loro in testa, ma lanciando contro di essi oggetti (o anche altri nemici!). Particolarmente innovativa, per la serie di Mario, la possibilità di scegliere, all’inizio di ogni livello, il personaggio da usare: quelli disponibili sono Luigi (in grado di fare salti più alti), Peach (può "volare" per qualche secondo), Toad (fa salti piccoli ma è molto agile) e Mario, che come sempre è il più bilanciato. Una curiosità, è il fatto che questo sia l’unico gioco della serie ad essere composto da soli 7 mondi (l’ultimo ha addirittura solo due livelli invece che tre). Super Mario Bros 2 si distingue per essere il gioco di Super Mario All Stars più lento e meditativo di tutti, oltre che per essere caratterizzato da una difficoltà singolarmente elevata.
Super Mario Bros 3 è totalmente diverso dal secondo episodio e come struttura propone un parziale "ritorno alle origini". Abbiamo ancora una volta 8 mondi, questa volta però divisi in un numero di livelli molto variabile e, in generale, il gameplay è decisamente più classico, a cominciare dal fatto che i nemici si eliminano nel modo canonico (schiacciandoli dopo un salto). Naturalmente ci sono molte innovazioni rispetto a Super Mario Bros 1: un parco di power up decisamente espanso, nemici meglio differenziati e livelli molto più variati che rendono il gioco meno monotono. Si può forse rimproverare a questo gioco una difficoltà troppo bassa, ma a giudicare dalle vendite fu un difetto che non impedì al pubblico di innamorarsi di questa piccola perla.
Parliamo ora della vera chicca di questo gioco, The Lost Levels. Originariamente uscito in Giappone con il titolo di Super Mario Bros 2, non era stato pubblicato in Europa, un po’ perché il primo capitolo era uscito da poco, un po’ per motivi di marketing. Non a caso esso riprende l’intero comparto tecnico del primo Super Mario Bros, ma questa volta la difficoltà dei livelli è aumentata in maniera esponenziale. La frustrazione nel condurre questo gioco, per i più inesperti, può essere veramente esagerata! Tanto che i programmatori, probabilmente mossi da un vago senso di pietà, hanno deciso di lasciare vite infinite ai poveri giocatori. Abbiamo a che fare con l’ideale per gli smaliziati di Super Mario Bros 1: un gioco simile a quello classico, ma caratterizzato da una difficoltà estrema che all’inizio ci farà diventare assolutamente pazzi.
The Lost Levels si differenzia da Super Mario Bros 1 grazie ad una serie di piccoli dettagli: l’introduzione di nuovi power up un po’ particolari (come il maligno fungo viola) e delle leggi fisiche leggermente rinnovate sono le caratteristiche più evidenti. Avete mai visto dei polpi galleggiare per aria?
I ritocchi grafici rendono il gioco di tutt’altro spessore
Mario All Stars presenta una grafica ovviamente semplicissima, ma allo stesso tempo piacevole e raffinata. Super Mario Bros 1 e i Lost Levels sono praticamente uguali quasi sotto ogni aspetto e rappresentano gli episodi visivamente più "spogli". Super Mario Bros 2 ha qualche difetto di troppo, come il fastidioso movimento di transizione da una schermata ad un’altra che non incoraggia a continuare a giocare; rimane comunque un episodio dotato di un comparto grafico più che accettabile. Super Mario Bros 3 naturalmente vanta la grafica migliore, anche per questioni puramente temporali, con una serie di animazioni piuttosto fornita rispetto ai precedenti capitoli.
Il miglioramento grafico di Super Mario All Stars si nota a colpo d’occhio confrontando le schermate dei giochi originali per NES con quelle di questo remake, a cominciare dalla profondità delle mappe: non più uno o due monti sparuti ogni tanto, ma più piani di profondità, le quali vanno a riempire quel vuoto che, nella versione originale, talvolta infondeva un vago senso di angoscia.
Tarattatta-ta-ta…TA!
La colonna sonora di Super Mario Bros? Semplicemente un classico! Conosciuta più o meno approfonditamente da ogni videogiocatore che si rispetti, qui viene fedelmente riproposta in tutto il suo splendore e la sua innata simpatia. Ancora una volta il primo capitolo sembra eccellere rispetto agli altri, con composizioni mai sotto tono e sempre molto ispirate. Mario Bros 2 presenta una colonna sonora leggermente più fiabesca, ma a tratti quasi oppressiva, pur non presentando particolari qualità o difetti. Piccola nota: c’è qualcuno che sopporta il trillare di Super Mario Bros 3 quando Mario raggiunge la massima velocità?
Gli effetti sonori utilizzati sono all’incirca sempre gli stessi con poche variazioni, tranne ancora una volta per il secondo capitolo che pare presentare in effetti un impianto tecnico totalmente differente.
Un gioco eterno
Nel suo genere, Mario Bros è stato e sarà sempre un punto di riferimento nel panorama videoludico. Nonostante la veneranda età, rimane comunque un gioco in grado di divertire (certo, a patto di avere a che fare con amanti del retrogaming), perché i suoi punti di forza non si trovano nella grafica o in un gameplay ultra raffinato: facendo della semplicità il proprio statuto, è in grado di superare brillantemente gli ostacoli dati dalla sua vecchiaia.