Suikoden V – Recensione Suikoden V
A ben guardare, le saghe di giochi di ruolo che dal Giappone raggiungono l’occidente riuscendo qui ad imporsi e a conquistare il grande pubblico non sono poi moltissime: Genso Suikoden può a buon diritto annoverarsi tra queste, avendo fatto di una collaudata formula di base la propria arma vincente.
Sembra proprio vero quel detto che dice “squadra che vince non si cambia”: la serie ha goduto di un discreto successo, vista la grande qualità del debutto, dal 1997, e questa quinta uscita vuole riportare in auge le sensazioni e le caratteristiche dei primi due capitoli, dopo un terzo, un quarto ed un’edizione Tactics all’insegna di una piuttosto deludente originalità.
Profumo di guerra
Suiko è un mondo enorme, che ha decine di nazioni. Ogni capitolo di Suikoden, si è concentrato sulle vicende guerresche di uno stato di questo grande globo.
Questa volta le armi ed il sangue bagnano Falena, il prospero paese che deve tutto all’influenza della Runa del Sole, una delle 27 Vere Rune. Essa ha un potere enorme, che inevitabilmente corrompe ed assoggetta chi la usa per troppo tempo: è quanto sembra accadere alla bella regina Arshtat, che di recente sembra saper esser allo stesso modo estremamente benevola e terribilmente vendicativa.
Il potere genera invidia, rivolte, guerra e dolore. Come la città di Lordlake ha imparato a caro prezzo, l’ira della regina, quando viene scatenata la Runa di Sole, non conosce limiti. Questa situazione genera terreno fertile per mille intrighi di palazzo e macchinazioni da parte dei nobili desiderosi di usurpare il trono. Alla scomparsa del re e della regina, toccherà al Principe di Falena, che impersoneremo, e ad i suoi alleati più o meno fedeli e devoti, trovare nelle 108 Stelle del Destino nuovi alleati per riportare la pace nel regno, riunire quel che resta della sua famiglia e sgominare i vili traditori della patria, sfruttando il magico potere delle Rune dell’Alba e del Crepuscolo contro la Runa del Sole in mano ai nemici.
La vicenda di base è la stessa che i fan di Suikoden si aspettano: un giovane viene tradito dal proprio paese e si ritrova a comandare un esercito col quale saprà restaurare la giustizia, dopo mille avventure, peripezie e colpi di scena. C’è poco di veramente nuovo, per chi conosce i capitoli originali, salvo un colpo di scena che proprio non ci sarebbe aspettato da una trama tanto ricalcata sui precedenti modelli! Eppure il tutto riesce come sempre incredibilmente coinvolgente.
Uno stile fresco e colorato, ma…
L’abito non fa il monaco; in un rpg, soprattutto, il vero giocatore non si lascia scoraggiare da un aspetto scarno. Suikoden V ha una grafica completamente poligonale che, difficile negarlo, non sfrutta neanche lontanamente le potenzialità di PlayStation2. Se azzardiamo un paragone con titoli graficamente riuscitissimi come Final Fantasy X-2, che pure è più vecchio di Suikoden V di ben due anni, non possiamo che restare delusi.
Le locations tendono ad assomigliarsi spesso un po’ troppo, e presentano un livello di dettaglio appena sufficiente. La telecamera, su cui il giocatore non ha alcun controllo se non la possibilità di zoomare l’inquadratura, non svolge sempre al meglio il suo lavoro, ed in alcune occasioni faticheremo a trovare la strada da percorrere perché nascosta da elementi del paesaggio 3D.
I modelli dei personaggi sono molto ben fatti, coloratissimi e fluidamente animati; non c’è alcun intento di fotorealismo, ed anzi il particolare character design vuole chiaramente rimandare all’aspetto cartoonesco dei primi capitoli della serie completamente bidimensionali.
La nota positiva vale però solo per i personaggi che trovano spazio nella trama del gioco, e solo nei momenti in cui la storia si sviluppa e viene mostrata una scena filmata. Quando invece i nostri alter ego parlano con qualcuno o camminano per una città o un dungeon, le animazioni sono ridotte al minimo sindacale, il che può essere avvilente.
La fluidità di movimenti permane anche nel corso delle battaglie, ma purtroppo neanche qui l’estetica dei nostri personaggi viene valorizzata: l’inquadratura fissa e distante dal party non ci permette di ammirane il buon livello di dettaglio se non per i pochissimi secondi successivi alla vittoria dello scontro.
In ultimo, gli effetti speciali di magie ed abilità di battaglia sono decisamente scarni, ripetitivi e per la maggior parte deludenti. Non vi verrà mai voglia di usare una magia solo per poterla ammirare, salvo alcune debite eccezioni.
Insomma: la grafica di Suikoden V è molto meno riuscita di quella 2D di Suikoden II, oltre che di quella dei titoli Ps2 più rappresentativi.
Guerra in musica
Il quinto capitolo vuole essere in parte un recupero dello stile del capolavoro della serie, ovvero il già citato Suikoden II. Uno dei tanti punti di forza di quel titolo era la colonna sonora caratterizzata da allegre e particolari musiche folkloristiche che variavano da luogo a luogo. Esse vengono in sostanza riprese in Suikoden V, che ha successo nel ricreare quelle atmosfere di esplorazione serena, ma a volte cupa e preoccupata, che si addicono alla sua trama dai toni sia epici che spensierati.
Il doppiaggio inglese e la recitazione degli attori è soddisfacente e le voci sembrano quasi sempre adatte ai molti personaggi che interpretano. Tuttavia, proprio per il grande numero di questi, e per il conseguente fatto che non tutti possono avere il medesimo rilievo nella storia principale, alcune battute ed effetti sonori di battaglia possono riuscire ridicoli, oltre che ripetitivi; il Principe, nostro alter-ego e protagonista dell’avventura, non ha battute parlate.
Giocabilità Epica
Ancora una volta, Suikoden V vuole essere come Suikoden II, l’incontrastato fiore all’occhiello della serie. Il gameplay riprende fedelmente lo schema classico, a cui apporta in ogni modo delle piccole migliorie davvero apprezzabili. Il party di battaglia torna ad essere composto da sei personaggi giocabili alla volta, a cui si accompagna però un “Entourage” di riserve sempre pronte ad entrare in azione se le loro abilità saranno richieste. E’ poi possibile disporre gli eroi secondo precisi schemi di guerra detti “Formazioni”, ognuna delle quali avrà vantaggi, svantaggi ed una peculiare abilità si supporto da poter usare una volta per battaglia.
Resta sostanzialmente invariato rispetto al secondo episodio il semplice e geniale sistema di gestione delle Rune: ogni personaggio può equipaggiare fino a tre sfere magiche (sulla mano destra, sulla mano sinistra, una sulla fronte), ed ognuna di queste gli conferirà la possibilità di adoperare fino a quattro devastanti abilità. I punti magia, cioè il numero di incantesimi che è possibile lanciare, aumentano con l’aumentare del livello dei personaggi.
Il vero cambiamento sta però nella gestione delle abilità: ogni personaggio potrà recarsi presso un maestro nell’arte magica o della lotta, ed allenarsi con lui: spendendo i Punti Abilità accumulati in battaglia, i personaggi potranno incrementare i propri parametri di guerra per diventare virtualmente invincibili.
Quando poi due o più parametri raggiungono i livelli richiesti, sarà possibile equipaggiare e far salire di livello abilità ancora più ottimizzanti del nostro status, le "Abilità Epiche", per apprendere le quali sarà però necessario trovare la relativa pergamena, prima.
Seppur a volte frenata da una non eccelsa gestione del menù degli oggetti e dell’equipaggiamento, la giocabilità di Suikoden V si mantiene al livello alto dei suoi predecessori, ed ha il suo punto di forza nella geniale semplicità di fondo del sistema di battaglia e nella varietà che apporta il fatto di intraprendere grandi combattimenti tra eserciti in stile gdr tattico o in 1 contro 1 in alternativa alle classiche random battles, che però restano fastidiose perché alla lunga poco utili, troppo semplici, numerose e flagellate da tempi di caricamento non inferiori ai 4 secondi.
Da villaggi a manieri, tra castori e negromanti
Molto più lungo ed articolato rispetto ai suoi predecessori, ed anche a molti altri rpg sul mercato, Suikoden V garantisce almeno 40 ore di gioco appassionante e coinvolgente, al servizio di una storia complessa e mai monotona. Ma il segno distintivo e marchio di fabbrica si Genso Suikoden è sempre stata l’epopea delle 108 stelle del destino. Ben 108 personaggi legati dalla sottile trama del fato anche questa volta dovranno essere riuniti per poter assistere al finale migliore che questa avventura ha da offrirci, e ottenerli tutti è una sfida per ogni giocatore che sia amante della saga. Completare tutte le sotto missioni relative ai personaggi secondari da reclutare, tra cui i fan di lunga data saranno felici di ritrovare vecchie glorie come Killey, George, Lorelai o Jeanne, porta la longevità del gioco all’onorevole media di 60 ore; inoltre, terminato il gioco una prima volta, verrà sbloccata una modalità New Game + dalla quale ripartire possedendo già gli oggetti della partita precedente, la qual cosa può invogliare a giocare il titolo almeno una seconda volta, nel caso ci sia dimenticato di qualcosa precedentemente.
Per concludere…
In definitiva, Suikoden V è un titolo non esente da difetti tecnici, e forse non molto originale se si sono già giocate le precedenti avventure. Tuttavia proprio le similitudini con il secondo capitolo in particolare ne fanno un grande gioco, in ogni caso sopra la media, che decisamente non può mancare nella collezione di un amante del genere rpg, soprattutto considerando la scelta commerciale di Konami di metterlo sul mercato ad un prezzo estremamente competitivo già alla prima uscita.