Steelrising – Recensione
Libertà, uguaglianza, fratellanza, cosa sono se non parole svuotate di significato nel momento in cui un sovrano ordina di zittire il suo stesso popolo tramite l’ausilio di azzardi meccanici? Se l’essere umano manda avanti un mucchio di rotelle al suo posto per imporre la legge della repressione violenta, ha ancora senso combattere? La risposta potrebbe celarsi tra gli ingranaggi di Steelrising.
Da Spiders arriva ora una nuova risposta al desiderio di vestire i Soulslike di un completo diverso da quello dei maestri sarti chiamati FromSoftware. Dopo Bound By Flame, il team d’oltralpe è riuscito a crescere progressivamente tanto nelle ambizioni quanto nelle realizzazioni di sfumature diverse dell’action RPG, passando da The Technomancer a Greedfall e oggi alla loro ultima fatica per PlayStation 5 (la versione presa in esame), Xbox Series X e PC. Steelrising è senza mezzi termini il punto più alto degli sviluppatori, ma al contempo soltanto un piccolo passo avanti rispetto al loro seminato. Ora il Gameplay, ora la direzione artistica sono studiati a dovere, eppure l’intero pacchetto scricchiola per qualche ingenuità. Pur nelle avversità, ho attivato Aegis e ho brandito le lame da un lato e il tricolore dall’altro per… La libertà? La pace di chi?
La rivoluzione c’est moi
Francia, 1789. Una polveriera più grande della reggia di Versailles covava sotto il fiume Senna da molto tempo, solo in attesa di una miccia che potesse mettere a ferro e fuoco la capitale. Luigi XVI ha raccolto lo scettro già malconcio dei suoi predecessori e si è imposto non solo come unica voce, ma come Dio in Terra. Lo ha fatto respingendo qualsiasi velleità di uguaglianza propugnata dal terzo stato, lo ha distrutto prima reprimendo la presa della Bastiglia, poi attingendo a un esercito diverso, quello degli automi a firma di Eugène de Vaucanson. All’incirca dopo il Giuramento della Pallacorda (20 giugno 1789) la storia reale prende un sentiero distorto, un percorso parallelo rispetto ai nostri libri scolastici che vengono riscritti nella versione capovolta di Steelrising.
L’Antico Regime non deve morire e allora ogni protesta viene zittita nel sangue, tanto che a un certo punto Vaucanson stesso è inorridito per gli eccessi del re, ma per tutta risposta questo ultimo lo ha fatto imprigionare e ha confiscato la sua opera magna, Aegis. Agile come nessun altro, la danzatrice flessuosa fu assemblata per intrattenere la corte, salvo poi essere riprogrammata per scopi bellici. Una macchina da combattimento così spaventosa deve servire uno scopo alto, infatti Luigi XVI la designò come guardia del corpo della sua regina Maria Antonietta, che progressivamente si trovò confinata nella sua sfarzosa stanza. Travolta dalla perdita dei figli Sofia Elena e Luigi Giuseppe, la regale consorte decide di andare contro suo marito e attiva l’automa femminile. La missione è della massima importanza: Aegis dovrà scovare il suo creatore, nascosto tra i vicoli di Parigi, l’unico in grado di estinguere gli spargimenti di sangue.
Che sia per il contatto con gli esseri umani, che sia per la sua sofisticata fattura, la protagonista acquisirà via via coscienza di sé, ma con tale consapevolezza sopraggiungono delle responsabilità risiedenti nelle scelte da compiere. La voglia di affrontare partite diverse di Steelrising viene in parte dalla possibilità di diramare la trama secondo le proprie decisioni; a onor del vero non si trattano di trovate originali in termini di scrittura né di svolgimento, ma arricchiscono la trama quel tanto che basta per tenere sulle spine fino alla conclusione. Più che nello svolgimento degli eventi infatti – con delle strategie e una regia vecchia scuola che alterna filmati lunghi e fasi di gioco – il fascino irresistibile di Steelrising risiede nel concept narrativo in sé, nell’idea di mescolare automi e Rivoluzione francese, andando così a trovare un filo – o una rotella – tra il topos della creazione antropomorfa che si avvicina a noi e gli ideali di quel tempo.
Ballerina meccanica
A proposito di scelte, si parte dal principio, dall’accensione di Aegis. La protagonista meccanica può essere personalizzata tanto a livello estetico, quanto nello stile di combattimento. Si parte da un editor molto semplice, dalle variabili piuttosto limitate: capigliatura, volto nel generale e materiale di costruzione è tutto ciò che serve per oliare la propria guerriera. Oltre alle responsabilità decisionali sopra citate, la rigiocabilità di Steelrising è data soprattutto dalle sue possibilità di gameplay, dalle quattro classi iniziali alle loro diramazioni. Queste sono la guardia del corpo, la soldatessa, l’alchimista e la ballerina, con la prima che per esempio sfoggia un martello colossale, mentre la terza si avvale di armi magiche. La mia ginoide ha preso vita come una leggiadra danzatrice, vantando un ventaglio tagliente tanto letale nel corpo a corpo quanto utile come difesa fisica.
Se Greedfall poneva l’accento sull’ambientazione e sulla trama, il cuore dell’ultima fatica di Spiders risiede nel suo sistema di combattimento mutuato dai lavori di FromSoftware. Ecco che già dal menù iniziale sarà possibile dare uno sguardo alle statistiche primarie dell’alter ego, prediligendo di conseguenza un fattore rispetto a un altro e avendo la sicurezza di poterli aumentare nel corso di tutta la campagna grazie ai tanti indumenti sparsi per il gioco. Vi basti pensare che solo nel tragitto dalla camera della regina a Parigi, i nemici lasceranno cadere svariati copricapi, pantaloni, stivali e altro, andando a comporre un quadro ruolistico abbastanza ricco da ingolosire chi viene dall’Interregno o dai piani di Gwyn.
Ruolismo steampunk
Volendo dare un chiave di lettura personale rispetto al fantasy possente di Dark Souls, gli autori hanno confezionato una gamma di elementi che rendono il loro lavoro più dinamico e frenetico, forti di un personaggio slanciato e già dotato di una base caratteriale. Ogni scontro si trasforma pertanto in una coreografia improvvisata dal giocatore e composta di parate, schivate e balzi leggiadri concatenati a vari tipi di attacchi. Oltre al colpo base e a quello caricato, Aegis può saltare e piombare a terra o concatenare delle mosse in aria (una sorta di versione molto semplificata di Bayonetta). La corsa e queste ultime vanno cadenzate in maniera ragionata, data la presenza di una barra della resistenza, qui chiamata autonomia, molto sensibile; in caso di surriscaldamento, sarete impossibilitati a compiere qualsiasi sforzo e dovrete sbrigarvi a premere un tasto apposito per raffreddare il corpo in tilt.
Aegis vanta un equipaggiamento composito tra una borsa nella quale inserire bombe elementali, pozioni curative e altro, insieme a due distinte armi liberamente intercambiabili. Per le strade devastate di Parigi sarà possibile raccattare fino a quaranta strumenti distinti tra ventagli, catene, lance, tonfa, artigli, spade, mazze e persino una ruota, a cui si aggiungono delle pistole speciali. Il guizzo dello studio transalpino risiede nella gamma di pattern offensivi in dotazione ai singoli oggetti, tanto che se con un ventaglio potrete creare uno scudo quasi impenetrabile, con gli artigli potrete eseguire una sorta di affondo dai danni ingenti. L’arma da fuoco permette d’infliggere danni temporanei ai nemici, come quelli progressivi del fuoco, o l’immobilità dovuta al congelamento, avendo questa dei proiettili appositi. Nonostante le munizioni non siano infinite, in questo emerge qualche crepa nell’equilibrio generale delle battaglie, poiché tramutare gli avversari artificiali in statuine ghiacciate sfalda qualsivoglia presupposto di scontro da gioco di ruolo basato su studio e pratica; in generale, i poteri di questo tipo rischiano d’ingolosire al punto da abusarne. Per i non avvezzi al genere, esiste una modalità assistita attivabile a piacimento che, pur non annullando la difficoltà, consente al giocatore di avere molte facilitazioni.
Un regime da restaurare
Piuttosto che aprirsi a un Open World, la Francia distopica di Steelrising è costituita da vari livelli strutturati in corridoi e zone più ampie, seppure limitate in maniera evidente. Il salto di Aegis e il rampino recuperabile dopo un determinato momento accompagnano un level design che cerca di sfruttare la verticalità di una metropoli ottocentesca tanto caotica e arroccata sui suoi edifici quanto sporca e infida nei suoi interni. Il risultato è tuttavia una serie di punti sopraelevati e piazze collegate attraverso passaggi da aprire per aiutarsi in caso di game over, con l’unica eccezione di qualche pertugio secondario dove scovare dei forzieri. Insomma, l’urbanistica di questa capitale avrebbe meritato una complessità maggiore anche in virtù delle sue premesse.
Uno dei punti di forza di Steelrising è la sua direzione artistica: la commistione tra una rappresentazione distorta della Rivoluzione francese e il gusto steampunk della robotica e della meccanica risulta vincente e capace di affascinare il giocatore. Per non parlare delle riproposizioni di strutture reali, come il Grand Châtelet, una fortezza dell’Ancién Regime che scrittori dell’epoca definivano fetido a causa degli sbocchi delle fognature e del sangue essiccato proveniente dai bordelli nelle vicinanze, o ancora si ritroverà la Tour du Temple, un edificio costruito dall’Ordine dei Templari che funse da prigione, prima di essere abbattuto da Napoleone Bonaparte. Questa colonna stilistica mostra però delle crepe virando sulla pura tecnica: le animazioni sono piuttosto legnose, alcune hitbox dei nemici imprecise e in generale il livello di dettaglio delle ambientazioni è appena sufficiente. La colonna sonora non eccelle, ma si configura come un degno accompagnamento alla missione di pace sanguinosa di Aegis. Piccola nota finale: mi è dispiaciuto non scoprire un supporto degno alle caratteristiche del DualSense di Sony, che con i suoi trigger adattivi e il feedback aptico avrebbe galvanizzato l’esperienza per gli utenti PlayStation 5.
Steelrising è insieme il punto più alto di Spiders e la reiterazione di difetti comuni a più loro giochi. Ammantato da uno stile storico artistico suggestivo, l’action RPG per PC e Console di nuova generazione non riesce davvero a tagliare i ponti con la precedente, dovendosi accontentare di animazioni e grafica migliorabili. A fronte di un level design poco convincente, l’ultima fatica del team transalpino ha saputo convincermi a incastrare gli ingranaggi, ad assemblare i miei arti, a lanciarmi nella guerra di un popolo dilaniato dal suo sangue e forse a scoprire la mia libertà, la mia uguaglianza a loro, la fratellanza tanto ricercata.
Pro
- Idea narrativa intrigante
- Una Francia distopica dal gusto steampunk affascinante
- Sistema di combattimento vario, personalizzabile e frenetico...
Contro
- ... Afflitto dalla possibilità di abusare degli attacchi elementali
- Animazioni legnose e qualche hitbox poco riuscita
- Level design troppo basilare