Starfield RECENSIONE IN PROGRESS

Recensito su Xbox Series X

Starfield recensione in progress

Perchè Starfield recensione in progress? Per la vastità del titolo, ho ritenuto prematuro tirare le somme ora e ho preferito avere più tempo per poter sviscerare la trama e quello che, letteralmente, è il suo universo di gioco. Un’attesa in più che è ben poca cosa rispetto al periodo che è intercorso prima di poter mettere le mani sul lavoro di Bethesda.

In verità sono passati appena cinque anni dal primo annuncio ufficiale di Starfield, e dieci dai primi concept, ma questo lasso di tempo è sembrato un’eternità. Una di quelle attese spasmodiche che vengono generate solitamente dalla promessa di un grande videogioco. E così è.

Dietro Starfield abbiamo una serie di circostanze che abbracciano vari attori, andando ben oltre il semplice interesse verso un videogioco, ed è giusto ricordare tre momenti fondamentali: 11 Giugno 2018 con il suo annuncio ufficiale, 21 Settembre 2020 con l’acquisizione di ZeniMax Media da parte di Microsoft e 12 Maggio 2022 con il posticipo sulla data di uscita.

Into the Starfield RECENSIONE in progress

Sono tre date cardine che ruotano attorno a Bethesda Game Studios e al suo game director Todd Howard ponendo sulle loro spalle un pesante fardello. In primis quello di dare ragione a Microsoft sulle motivazioni che l’hanno portata a un’acquisizione volta principalmente, da quanto è emerso di recente, all’assicurarsi la presenza di Starfield sulle proprie console.

In secondo luogo l’uscita di Starfield è un momento chiave per questa generazione di console, e nello specifico per Xbox Series X|S. Lo stesso Todd Howard ha più volte ribadito che la volontà dello studio di ambientare un gioco nello spazio ha radici ormai lontane, ma che la tecnologia delle console non era ancora pronta per supportare (o sarebbe meglio dire sopportare) una tale sfida.

Infine, la buona riuscita dell’operazione Starfield, dopo il passo falso di Redfall, rappresenta la prima vera killer application per questa generazione di console dell’azienda di Redmond, riportando in auge un concetto di esclusività tripla A che risulta da fin troppo tempo alieno in casa Xbox, esclusion fatta per i suoi franchise storici.

Motori pronti, navigatore impostato… e si parte

Fatta questa lunga premessa è giunto finalmente il momento tanto atteso e decantato: il conto alla rovescia è finito, i reattori e i motori gravitazionali della nostra nave spaziale sono pronti e l’immensità del campo stellare non aspetta altro che accompagnarci in questa incredibile avventura.

Ti rendi conto di avere di fronte un titolo epocale quando il tuo corpo reagisce con un fremito di piacere al suo avvio. Sarà la passione per la fantascienza, sarà quel main theme epico che entra subito in testa o, forse, è la semplice emozione di quando finalmente provi qualcosa di nuovo per la prima volta.

Starfield Recensione in progress

Starfield recensione in progress – L’incipit del gioco

L’hanno ribadito più volte ma in effetti è così: Starfield è la prima nuova ip di Bethesda da oltre 25 anni e rappresenta un lavoro eccezionale, volto alla costruzione di un futuro distopico in cui l’umanità ha dovuto abbandonare il suo pianeta prima di collassare insieme alla sua atmosfera.

Starfield inizia nel 2330 e, senza addentrarci nella cronologia storica dell’umanità (disponibile qui), vede il protagonista al primo giorno di lavoro come minatore per la Argos Extractors, una compagnia mineraria che sta lavorando a uno scavo per un misterioso committente. L’escamotage per non svelare nulla del nostro personaggio, coperto da tuta e casco integrale da minatore, è tanto semplice quanto efficace.

Il prologo, come accennato anche nella nostra anteprima dalla Gamescom 2023, è il classico tutorial dei comandi base e vede il novellino fare il lavoro sporco per completare uno scavo e recuperare un misterioso manufatto, richiesto dal committente. Un lavoro pesante e rischioso certo, per via dei pericolosi smottamenti tipici delle miniere, ma sicuramente semplice.

Tuttavia il contatto con il prezioso oggetto ci porta a una visione che trascende l’umana comprensione e a uno svenimento. Altro escamotage che, al risveglio, ci porta alla creazione delle fattezze del o della protagonista con un ottimo editor che ruberà diverso tempo a chi ama le personalizzazioni minuziose.

La creazione del personaggio e il suo background

L’elemento interessante della creazione del proprio alter ego riguarda il background da scegliere tra i numerosi presenti, incluso quello senza un passato definito. Ognuno di essi garantirà tre abilità innate mentre tre tratti caratteristici, selezionabili a scelta, andranno a definire ancora meglio il passato del personaggio, influenzando poi dialoghi e situazioni di gioco.

Tornando alla trama, finalmente viene svelato Barrett, il committente dietro al recupero del manufatto, membro dell’organizzazione di esploratori spaziali che prende il nome di Constellation. Interessato dalla visione scatenata dal contatto col manufatto, svela di aver lui stesso sperimentato una medesima esperienza rivelando l’esistenza di altri manufatti.

Ma non c’è più tempo per le chiacchiere perché, con l’idea di discutere meglio la questione nella sede di Constellation situata a Nuova Atlantide sul pianeta Jemison, la situazione si fa tesa per lo sbarco di un manipolo di pirati spaziali della Flotta Cremisi. Vecchie conoscenze di Barrett.

L’esploratore ha infatti la fama, non confermata, di scovatore di tesori e i pirati sono certi che nasconda un bel bottino sulla sua nave spaziale. La situazione è critica e i minatori imbracciano le armi ed è così che veniamo introdotti al gunplay di Starfield. Una delle tante sfaccettature di un gameplay ricchissimo.

Starfield Recensione in progress

Constellation, equipaggio, navi e avamposti

Non andrò a svelare troppi elementi della trama ma Barrett ci cederà il suo chronomark (necessario per l’accesso alla Loggia, sede di Constellation) e la sua navicella (che ospita il robot Vasco) al fine di portare il manufatto dai suoi compagni e poter discutere i passi successivi allo straordinario ritrovamento. L’epilogo dell’incipit è presto detto: ci verrà proposto di continuare la collaborazione con gli esploratori, diventando a tutti gli effetti parte di Constellation.

In qualità di esploratore avremo una totale libertà, come da tradizione per gli Action RPG di casa Bethesda, decidendo se seguire la trama principale (attestata attorno alle 40-50 ore dallo studio di sviluppo) o perderci nelle numerosissime missioni secondarie, attività o ingresso nelle varie fazioni, come i Marine UC o la Milizia Freestar. Banalmente potremo decidere di concentrarci sul recupero di risorse fino a poter costruire uno o più avamposti.

A tal proposito, sarà fondamentale arricchire il proprio equipaggio e, nonostante fin da subito verremo affiancati da alcune illustri personalità di Constellation con cui approfondire legami e creare relazioni, sarà possibile assoldare a pagamento nuovi compagni. Alcuni come semplice manovalanza, altri maggiormente caratterizzati e dotati di dialoghi unici. Ognuno di essi presenterà abilità peculiari da sfruttare nelle numerose situazioni di gameplay.

Durante le fasi esplorative e di gunplay potremo scegliere di avere al nostro fianco un membro dell’equipaggio mentre il resto della ciurma dovrà attendere sulla navicella, in grado di ospitare un numero limitato di unità in base alla dimensione della stessa, alla Loggia o sui vari pianeti in cui verranno assoldati.

Per modificare le presenze sulla nave sarà sufficiente accedere al menù di gioco, entrare nella sezione “Navi” dove, oltre a esaminare caratteristiche e stiva del mezzo, potremo gestire l’equipaggio. Le restanti voci del menù presentano la classica gestione di inventario e abilità, missioni, panoramica sul personaggio e sul pianeta in cui siamo atterrati.

Starfield e la componente gestionale

Prima di parlare di gunplay e combattimenti tra astronavi spendo qualche parola sulla personalizzazione delle navicelle e sulla creazione degli avamposti. Starfield presenta, infatti, delle sorprendenti caratteristiche da gestionale che, se sviscerate, permetteranno la costruzioni di imponenti basi sui pianeti esplorati o di navi originali e nuove di zecca.

Sul fronte navi potremo modificare o potenziare quelle preesistenti, ad esempio perchè non provare a replicare la Normandy di Mass Effect? Impresa non semplice, perchè il game design di Starfield è unico e non si basa su uno stile marcatamente sci-fi ma piuttosto su quello definito “Nasa Punk“, caratterizzato da tecnologie credibili e in linea con quelle dell’organizzazione statunitense.

Per quanto riguarda gli avamposti troviamo un buon numero di strutture componibili e tantissimi oggetti e dettagli per personalizzarne gli interni. Lo scopo sarà quello di estrarre materie prime, individuabili tramite lo scanner in dotazione al nostro esploratore o alla nostra esploratrice, ma ci si potrà concentrare anche solo sulla costruzione di una colonia.

Starfield Recensione in progress

Per fare tutto ciò saranno necessari crediti, tantissimi crediti, ma anche materiali vari recuperabili durante razzie in missione o sui pianeti. Lo scanner sarà fondamentale per questo scopo e ci permetterà, inoltre, di scoprire maggiori dettagli sui tanti biomi che visiteremo nelle peregrinazioni spaziali.

So bene qual è la domanda che frulla per la testa alla maggior parte: ma quanti pianeti ci sono? Non è impossibile contarli ma è decisamente difficile. Sulla mappa vi sono un centinaio di sistemi stellari che nascondono un numero variabile di pianeti e lune, per un totale che dovrebbe superare i mille.

L’esplorazione dei pianeti: libertà assoluta oppure no?

Non sono ancora in grado di confermare i numeri diffusi da Bethesda, ma si direbbero realistici. Del resto, se gli spostamenti tra i pianeti sono agevolati dai salti gravitazionali tra più sistemi, in base alla capienza dei serbatoi della nave (che si ricaricheranno automaticamente), l’esplorazione richiede tempo e pazienza.

Uno dei quesiti che sono emersi maggiormente in questo periodo riguarda proprio l’esplorazione sul pianeta: è possibile percorrere l’intera circonferenza dei pianeti a piedi? La risposta è sì, ma c’è un’importante specifica da fare: ogni pianeta si comporrà di regioni non visibili esternamente ma che verranno generate durante il primo approdo con la nave.

Per chiarire meglio il punto posso dire che, una volta atterrati e visualizzata la mappa del terreno, vi saranno dei confini invalicabili e sarà necessario tornare indietro o riprendere la navicella e atterrare in un altro punto del pianeta per esplorare un’altra regione. Parlo comunque di porzioni di mappa molto vaste, per ogni pianeta, e con diversi punti di interesse.

A tal proposito avrei gradito un mezzo da sbarco, un classico rover spaziale che avrebbe fatto comodo per trasportare i pesanti materiali che recuperemo grazie al Recisore in nostro possesso, eredità della breve parentesi da minatore. Anche in Starfield il nostro inventario sarà limitato da una massa trasportabile, estendibile tramite abilità o equipaggiamento.

L’importanza della pianificazione in Starfield

Cosa comporterà trasportare un peso eccesivo? Il consumo maggiore di ossigeno con conseguente aumento di anidride carbonica che porterà infine a una riduzione dell’energia vitale. Sarà comunque possibile diminuire il peso, oltre che scartando oggetti inutili, trasferendo oggetti, armi o materiali al membro dell’equipaggio che ci accompagnerà oppure svuotando le tasche nella stiva della nave (anch’essa con limiti di capienza).

Quindi è ormai palese che l’hud di Starfield presenta l’indicatore del Chronomark con informazioni sull’atmosfera del pianeta (gravità, ossigeno e temperatura), una comoda bussola che evidenzia la direzione della missione, barra O²/CO², arma equipaggiata e relative munizioni mentre l’uso dello scanner fornirà ulteriori informazioni ambientali e punti d’interesse.

Starfield Recensione in progress

Fondamentale, dunque, avere sott’occhio le varie informazioni sul pianeta ed equipaggiare la tuta spaziale adatta per poter sopravvivere in ambienti non idonei alla vita umana perchè troppo freddi, caldi o privi di ossigeno. La tuta ci permetterà inoltre di sopravvivere a contatti con materiali radioattivi ma, a seconda delle caratteristiche della stessa, non potrà evitare contaminazioni o infortuni.

Bisognerà, quindi, evitare azioni impulsive per non rischiare di provocare menomazioni al nostro personaggio, le quali si rifletteranno in un degrado delle sue abilità in combattimento e nei movimenti. Gli stati alterati sono comunque curabili tramite una visita dal medico o utilizzando il medicamento più appropriato, acquistabile o creabile nei banchi di lavoro.

Pianeti ostili e ospitali

Ovviamente non tutti i pianeti saranno ostili o generati in maniera procedurale, ma troveremo luoghi creati ad  hoc e ospitali come Jemison dove si trova la sede della Loggia, situata a Nuova Atlantide nel sistema Alpha Centauri. Il primo sbarco sulla capitale dell’Unione Coloniale lascia a bocca aperta per il bellssimo design creato da Bethesda Game Studios ma, soprattutto, per la sua vitalità.

Un via vai continuo di persone in cui imbattersi, numerose strutture, negozi e così via. Certo le interazioni con i “normali cittadini” saranno limitate ma è comunque piacevole vedere tanto movimento e tanti possibili bersagli per i borseggiatori, qualora si voglia percorrere la strada della criminalità.

Non mancano le forze armate e il conseguente rischio di essere arrestati se colti in flagranza di reato o finire con una taglia sulla propria testa per contrabbando, furti e così via. In caso di arresto, la prigione e il pagamento della taglia ci riporteranno poi in libertà.

Le skill di Starfield e la loro importanza

Ormai dovrebbe essere chiaro quanto sia vasto Starfield, sia come area di esplorazione sia come profondità e varietà di gameplay, il quale viene arricchito dai 5 rami di abilità presenti (fisico, sociale, combattimento, scienza e tecnologia) in grado di influenzare le competenze e le possibilità del nostro o della nostra alter ego.

Con il passaggio di livello si otterrà un punto abilità spendibile nei vari rami che strutturano le categorie disponibili, e fin qui nulla di nuovo. Tuttavia, Starfield presenta una meccanica di crescita del personaggio semplice ma intrigante: per aumentare i gradi di una skill sarà prima necessario completare specifiche azioni in modo da padroneggiare la tecnica e poterla migliorare.

Altra feature davvero apprezzabile riguarda la necessità di sbloccare determinate abilità e gradi per poter pilotare navi avanzate, scassinare serrature complesse o affinare il crafting sbloccando nuove creazioni e potenziamenti nei cinque banchi di lavoro disponibili (oggetti industriali per avamposto, miglioramenti tuta e zaino spaziale, armi, oggetti curativi e cibo nella cucina da campo).

Sarà importante dunque sbloccare determinate abilità in base alla direzione che vogliamo imprimere alla storia e alle azioni del  protagonista, approfondendo determinati campi di ricerca nell’apposito laboratorio di ricerca, strumento presente in varie location di gioco e che permette, spendendo materiali, di apprendere e sbloccare nuove opzioni nei banchi di lavoro.

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Ovviamente le abilità si riflettono anche nelle fasi di combattimento tramite armi da mischia e da fuoco o negli scontri spaziali tra astronavi. Oltre alle armi bianche troveremo classiche pistole, fucili automatici dotati di classici proiettili e dispositivi laser tecnologicamente avanzati, tutti con caratteristiche differenti da sfruttare a seconda del nemico (umano, robotico o animale).

La componente shooter in Starfield

Le fasi di gunplay sono assolutamente divertenti sia in ambienti chiusi dove sfruttare determinati oggetti a nostro vantaggio e, soprattutto, negli spazi aperti in cui avvalersi dei balzi del jetpack equipaggiato. Il tutto è poi reso credibile dalle reazioni dei nemici ai nostri colpi e alle situazioni create: colpire il nemico alla gamba farà cadere a terra il nemico o lo rallenterà.

Ho davvero apprezzato poi il comportamento dell’IA quando, sconfitta la maggior parte di nemici, tenterà di fuggire o trovare riparo mentre, al contrario, non mi hanno soddisfatto le reazioni sul fronte offensivo: poco dinamismo che si tradurrà in una semplice pioggia di fuoco corale, senza tattiche di aggiramento o approcci più variegati.

In generale, anche a livello di difficoltà normale, gli scontri a fuoco contro altri esseri umani saranno gestibili nonostante l’alto numero di nemici ma diventeranno più ostici contro robot o  mandrie di fauna aliena (soprattutto il temibile Terromorfo). Discorso a parte per i combattimenti tra astronavi.

Ci sono diversi fattori che rendono il combattimento tra navicelle impegnativo: disparità numerica, abilità del pilota ed eventuali gap tecnologici. Nel primo caso la routine sarà quella di affrontare 3-4 navicelle nemiche (solitamente Pirati o Spazianti) mentre per acquisire maggiore abilità da pilota sarà necessario provare e riprovare movimenti e tattiche per acquisire confidenza coi controlli di gioco.

Sul fronte tecnologico avremo a disposizioni varie tipologie di armamenti come laser e missili, in grado di danneggiare scudi e scafo, o raggi che potranno mettere fuori uso motori o torrette nemiche. Sarà quindi fondamentale preparare a dovere la propria nave, potenziandola e distribuendo saggiamente le risorse del reattore su armi, scudo e motori.

Inutile dire che i combattimenti con le navicelle saranno sì ostici ma assolutamente appaganti ed emozionanti, soprattutto quando si prenderà la mano con i sistemi di puntamento e movimento dei nostri mezzi. Insomma un’altra tipologia di gameplay presente all’interno di Starfield.

Starfield e il suo Creation Engine 2

Ci avviamo alla conclusione di questa lunga disamina sul lavoro fatto da Todd Howard e i suoi tantissimi collaboratori e non potevamo parlare degli aspetti tecnici di Starfield. Del resto Bethesda ha fatto slittare l’uscita del gioco di un anno proprio per affinare e ripulire la build finale prima dell’uscita.

Starfield Recensione in progress

Lo dico subito: Starfield è un titolo giocabile al 100% senza problematiche serie. Durante il periodo che ha anticipato la fine dell’embargo sono andato incontro a qualche bug e qualche arresto inaspettato, ma davvero poca cosa all’interno di un gioco di tale portata. Oltretutto la patch day-one risolverà proprio la maggior parte di queste problematiche.

Sul versante tecnico Starfield è impressionante grazie al suo Creation Engine 2, motore grafico proprietario di Bethesda, in grado di apportare dei giochi di luce e ombre spettacolari e realistici. Su Xbox Series X gira a 30 fps stabili salvo rarissime situazioni, in cui si notano dei cali, ma questo non avviene mai durante i combattimenti, a garanzia dell’ottimo lavoro svolto.

Ricchisismo di dettagli ambientali, soprattutto negli interni, si notano alcune texture sottotono in certi pianeti mentre vi è un netto miglioramento nelle espressioni facciali, più credibili e dettagliate rispetto, ovviamente, al passato. Insomma, lo studio sembra aver preso a cuore i feedback dei giocatori e ha tentato di superare i propri limiti evitando di incorrere nei soliti errori.

Effetti visivi meravigliosi caratterizzano le sequenze scriptate durante i salti gravitazionali, lo spostamento tra pianeti nello stesso sistema stellare, il decollo e l’approdo delle navicelle, regalando intermezzi spettacolari che mascherano i caricamenti necessari per un gioco tanto esteso.

Ecco quindi che la tecnologia delle console di questa generazione, e soprattutto dei PC di oggi, entra in gioco: senza la potenza di calcolo di CPU e GPU odierne e, soprattutto, senza le performance delle attuali memorie ssd avremmo caricamenti interminabili e tedianti.

Il comparto sonoro

Sul fronte audio il navigato Inon Zur, oltre ad aver regalato un main theme riuscitissimo, confeziona una colonna sonora evocativa e malinconica ma al tempo stesso avvolgente e rilassante, a seconda delle situazioni di gioco, confermando un comparto audio strepitoso fatto di suoni e rumori assolutamente coinvolgenti.

Posso solo consigliare, per saggiarne la bontà, di indossare un paio di buone cuffie o auricolari prima del decollo della vostra navicella (ma probabilmente, senza un buon impianto audio, sarebbero da usare per buona parte del tempo): l’esperienza uditiva e sensoriale sarà incredibilmente appagante.

Al termine di questo lungo viaggio, senza aver ancora raggiunto l’agognata meta, posso dire che il doppiaggio esclusivamente in inglese risulta convincente e sentito, grazie al cast scelto, mentre sul fronte localizzazione tutto risulta perfetto senza errori di sorta. Unico neo? Seguire i sottotitoli in alcune situazioni.

Capiterà infatti di ascoltare i dialoghi di un compagno mentre si avanza tra la folla e ritrovarsi in primo piano il sottotitolo di un commento fatto da un passante, cosa da poco ma che potrebbe creare qualche problema per chi non mastica l’inglese e non può seguire il “parlato”. Si tratta comunque di dialoghi secondari e non principali, i quali avvengono senza interruzioni in situazioni scriptate.

Starfield Recensione in progress

Starfield la conclusione di un viaggio o il suo inizio?

In attesa di poter dare un voto, Starfield recensione in progress rappresenta una disamina attenta e priva di spoiler dei molteplici aspetti presenti nel titolo Bethesda Game Studios. Starfield è un grande gioco, oserei dire epocale, di cui parleremo e, soprattutto, giocheremo a lungo. Ma allora perchè non è ancora presente un voto?

Non è pensabile dare un giudizio a Starfield senza aver sviscerato a fondo la trama principale e le varie componenti del suo vasto gameplay. Soprattutto all’interno di un titolo che premia la volontà di seguire missioni e attività secondarie, tutt’altro che banali e in grado di regalare linee narrative impressionanti, variegate e articolate che attingono a letteratura e filmografia fantascientifica ma anche da situazioni reali.

Starfield necessità di 50, 100, 200 o 300 ore di gioco? Questo dipende dal modo in cui ognuno di noi deciderà di affrontare questo imponente gioco. L’appuntamento comunque rimane tra qualche tempo per tirare le somme e parlare di alcuni aspetti che, volente o nolente, è prematuro citare.

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Starfield RECENSIONE IN PROGRESS Bethesda ha centrato l'obbiettivo

In attesa di potergli dare un voto, questa RECENSIONE IN PROGRESS di Starfield rappresenta una disamina attenta e priva di spoiler dei molteplici aspetti presenti nel titolo Bethesda Game Studios.

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