Star Wars: The Force Unleashed II – Recensione Star Wars: Il potere della forza II
L’obiettivo di una demo è quello di presentare il gioco agli utenti, e di farlo nel migliore dei modi. A volte ciò non accade, ma se poi si va a provare il prodotto finale, ci si accorge che l’impressione avuta dalla versione di prova è completamente diversa da quella scaturita dal gioco completo. Ciò, però, può accadere anche in negativo: un titolo dalla demo sembra eccezionale, ma poi, a conti fatti, non si rivela niente di così esaltante. A dare prova di quest’ultima affermazione ci pensa il titolo che ci apprestiamo a recensire: Star wars: il potere della forza II. Dalla trial version esaminata qualche settimana fa, eravamo stati letteralmente folgorati dalla qualità che pareva mostrare il prodotto, ma, con copia finale alla mano, le grandi aspettative andate creandosi non sono state mantenute.
Il ritorno di Starkiller
Una perplessità che avevamo già in sede di anteprima riguardava il lato narrativo, che poteva rivelarsi poco profondo e chiaro. Purtroppo le nostre paure si sono materializzate, ma non sarebbe tuttavia corretto denigrare completamente la trama del titolo sotto esame. Star wars: il potere della forza II, mostra comunque qualche buono spunto, che sfortunatamente è ristretto nella parte iniziale e quella finale, nel mezzo, il gioco, offre davvero pochissimi momenti interessanti dove poter capire e approfondire le vicende narrate. Nonostante venga collegato abbastanza bene con il finale del capitolo passato, l’intreccio narrativo non decolla mai e rimane sempre su livelli medio-bassi. In più, proprio paragonata al capitolo precedente, la storia non si collega e non si incastra bene con la saga cinematografica, risultando abbastanza isolata e inconcludente, visto il finale che non dice praticamente nulla e che getta le basi per un ipotetico terzo capitolo. Nell’avventura vestiamo i panni di Starkiller, lo stesso protagonista del precedente episodio, o meglio, del suo clone. Nel primo titolo veniva posto molto l’accento sulla psicologia debole e soggetta agli ordini di Darth Vader, che aveva il protagonista; questa volta Starkiller viene emotivamente stravolto dagli sceneggiatori, visto anche il finale precedente, e ci troviamo a guidare una persona che pensa solo alla sua amata rapita dall’ex maestro, e totalmente incurante del fine comunitario che ha la missione che sta portando avanti insieme al generale Kota. Possiamo quindi dire che la trama non è certamente il punto forte del titolo, ma si dimostra piacevole da seguire.
Il lato oscuro
Dicevamo che della trama qualcosa di "cattivo" ce lo aspettavamo, ma non immaginavamo che il titolo potesse presentare grosse lacune anche a livello di gameplay, soprattutto nella varietà e quantità di situazioni proposte: nella demo, di circa 15 minuti, il tempo stimato per portarla a termine, eravamo rimasti davvero sorpresi dalla varierà e qualità delle situazioni proposte. Ma col senno di poi ci siamo resi conto che qualcosa non andava. Il gioco è un classicissimo action, con una altrettanto classica crescita del personaggio, figlia di God of war, e un lato esplorativo completamente assente a causa della linearità dei livelli. Anche se l’azione è a tratti divertente, non stupisce mai il giocatore con trovate geniali, ma addolcisce la pillola, come si suol dire, con alcune idee quantomeno simpatiche. L’impressione che si ha quando si inizia ad avanzare nell’avventura è un senso di diluizione eccessiva: i combattimenti con nemici minori servono a riempire gli spazi che ci separano dai boss o da una cut scene, e ciò non gioca assolutamente a vantaggio del titolo che, nonostante ciò, ha una longevità davvero troppo esigua che si aggira intorno alle 6 ore se giocato a medio e le 4, massimo 5, se giocato in modalità facile. Gli extra e le sfide, a nostro avviso, sono solo un mero tentativo da parte degli sviluppatori di allungare un brodo, che già durante l’avventura è parso molto acquoso.
L’insoddisfazione
Neanche il sistema di combattimento lascia soddisfatto il giocatore: ci sono un buon numero di mosse diverse, ma le combo sono completamente assenti o ridotte all’osso in alcuni casi. Ciò è senz’altro un problema, dal momento che, con gli ultimi action usciti, sotto questo punto di vista la qualità e la quantità sono state innalzate di parecchio. Per il resto il gameplay è del tutto simile a God of war, con una barra della "furia" (chiamiamola così) che si ricarica ogni tot uccisioni e quella dell’energia, che si ripristina con le sfere verdi lasciate dai nemici uccisi, oltre quelle bianche utili per la crescita delle diverse mosse. Sparsi per i livelli troviamo anche degli olocron che aumentano la potenza della spada laser, la lunghezza della barra vitale e quella dell’energia della forza. Proprio su quest’ultima c’è da fare un piccolo discorso: la forza è infatti il fulcro del gameplay, l’elemento che caratterizzava anche il precedente capitolo, e che quasi sicuramente accomunerà anche il prossimo gioco della serie. Tramite questo, Starkiller ha la possibilità di tirare fulmini, emanare campi di forza, spostare oggetti e lanciare sfere di energia. Purtroppo, però, nonostante il discreto numero di poteri, si è portati a utilizzarli sempre nella stessa maniera per tutto l’arco della risicata avventura, ma qui torniamo al problema della mancanza di idee di cui abbiamo parlato poco fa. Fortunatamente, nonostante i numerosi limiti che porta, Star wars: il potere della forza II si dimostra un gioco discretamente divertente, e in alcuni combattimenti anche sufficientemente profondo: dei nemici, infatti, non subiscono danni dai poteri della forza e bisogna necessariamente attaccarli corpo a corpo. Sono senz’altro piccolezze che non rialzano dalla massa il prodotto Activision, ma comunque lo rendono apprezzabile.
Siamo tutti forti
I poteri generati dalla forza permettono, come detto, di sbalzare nemici e oggetti per aria, e proprio in queste occasioni è apprezzabile il lavoro svolto dagli sviluppatori su questo fronte: il motore Havok, ottimamente sfruttato, non mostra incertezze, tranne in qualche occasione, apparendo realistico e performante come in pochi altri giochi. Andando invece a parlare del comparto grafico del prodotto non possiamo che complimentarci per l’ottimo lavoro svolto, che ci mostra una veste ottima e a tratti sorprendente, soprattutto nelle discese libere, dove su schermo appaiono decine e decine di esplosioni ed elementi, senza pesanti cali di framerate. La qualità delle texture è buona, la mole poligonale su schermo è incredibile e l’aliasing è ridotto ai minimi termini grazie a un sapiente uso dell’effetto blur, comunque mai invadente o fastidioso. La colonna sonora che ci accompagna è ovviamente, per larghi tratti, ripresa dalla trilogia Lucas, ma nonostante ciò è sempre orecchiabile ed emozionante; forse non molto incisiva, a causa della scarsa qualità narrativa, ma comunque piacevolissima d’ascoltare. Segnaliamo, inoltre, anche l’incredibile povertà di ambientazioni, che si riflettono sulla varietà del prodotto.
Commento
Purtroppo Star wars: il potere della forza II non sorprende, ma anzi delude chi aveva provato la demo: il gioco finale si è rivelato un prodotto poco più che discreto che non si alza dalla massa di giochi che girano per il limbo delle occasioni perse. Sicuramente migliore del precedente capitolo, ma assolutamente sotto le aspettative che ci eravamo prefissati. Il comparto grafico ottimo non aiuta di certo il titolo a riprendersi dai pesanti problemi che lo affliggono, primo tra tutti la longevità. Concludendo, possiamo quindi definire senza preoccupazioni che Star wars: il potere della forza II è il classico more of the same. Quest’ultima definizione, che significa letteralmente "Più dello stesso", sta diventando pericolosamente un minimo comune denominatore delle produzioni che portano una cifra numerica alla fine del titolo, e questo non ci piace per niente.