Star Wars: Squadrons – Recensione
Sono ben 17 anni che gli appassionati di Guerre Stellari stanno aspettando questo momento. Da quando il terzo capitolo della mai troppo lodata serie di Star Wars: Rogue Squadron fece capolino su GameCube (ignorate le missioni a piedi, please) e ci mise per l’ultima volta al timone di un X-Wing nei cieli della galassia in un gioco completamente dedicato alle sfide tra le navi ideate da George Lucas almeno. Perché sì, l’antipasto di Star Wars: Battlefront nel 2015 con la sua modalità Squadrone di Caccia era in parte servito a riportare alla mente i fasti anni ’90 di X-Wing vs Tie-Fighter e appunto Rogue Squadron, ma è solo oggi con la release di Star Wars: Squadrons su Xbox One, PlayStation 4, PC e Google Stadia che Electronic Arts ci riporta a combattere nello spazio come si deve, con un titolo dedicato e dal budget non indifferente. E venduto al prezzo scontato di 39,99€, oltretutto.
Che dite, tutto questo suona bene, ma non riuscite a fidarvi di Electronic Arts, specialmente se si tratta di un gioco online? Tutto comprensibile, ma sappiate che Star Wars: Squadrons non offre il fianco a nessuna possibile critica sulla gestione dei DLC, contenuti aggiuntivi e microtransazioni. Il team di EA Motive è stato molto chiaro fin dall’inizio: investite i vostri 40 euro e otterrete tutto quello che c’è sul disco, niente più, niente meno. In Squadrons infatti sono presenti due tipi di valute, una utile a sbloccare nuovi componenti, scudi e armi per il vostro caccia stellare e l’altra per abbellirlo o vestire come il più elegante pilota dell’Impero. Senza contare che potrete anche investire alcuni dei vostri guadagni in un bobblehead di un Ewok, assolutamente immancabile sul vostro cruscotto. Tutto questo senza assolutamente nessuna microtransazione o download aggiuntivi, né ora né mai.
C’è un caccia stellare per ognuno di noi
E questa si dimostra, dopo la prova su strada del titolo, generalmente una buona notizia, ma in parte anche uno dei motivi per i quali Star Wars: Squadrons potrebbe sì sorprendervi, ma solo per un periodo di tempo limitato. Come detto in apertura di recensione, Squadrons è uno sparatutto in prima persona multigiocatore, con due modalità dedicate alle sfide online 5v5 nei cieli della galassia lontana lontana, mettendoci alla guida di uno degli 8 velivoli disponibili, divisi in due fazioni (Impero e Repubblica) e 4 classi dal comportamento in battaglia decisamente diverso: Caccia, Intercettore, Bombardiere e Supporto. Le sottili e meno sottili differenze, punti di forza e debolezza e comportamento in volo tra gli 8 caccia sono il fulcro dell’esperienza con il gioco e frutto di un lavoro encomiabile sia visivo sia di bilanciamento da parte degli sviluppatori.
Prendiamo ad esempio i due caccia principali, quelli che conosciamo tutti e davano il titolo al gioco del 1997: l’X-Wing di skywalkeriana memoria e il TIE-Fighter con il suo celebre “swooosh”. A prima vista e come statistiche potrebbero sembrare un po’ come la classe “assalto” in molti FPS: dispositivi affidabili che si adattano a tutte le stagioni e probabilmente quasi indistinguibili pad alla mano. Invece Star Wars: Squadrons qui dimostra una profondità invidiabile e uno studio del materiale al quale si ispira davvero notevole, andando a differenziare le due navette in maniera decisa: guidare un TIE sarà più veloce con brevi scatti ripetuti in quanto il boost si ricaricherà più rapidamente, mentre l’X-Wing potrà contare su 4 laser sparati allo stesso momento e sui suoi scudi deflettori, assenti invece nei velivoli dell’Impero.
Impero che però potrà compensare con una potenza di fuoco generalmente maggiore e un sistema per re-indirizzare energia dal motore alle armi e viceversa. Se aggiungiamo le tante armi disponibili tra mine, missili a ricerca, torrette e la personalizzazione di motori, scafi e deflettori, oltre alle diverse resistenze e abilità che offrono per esempio il potente Bombardiere Ala-Y o il Mietitore TIE di supporto, è facile capire come il gioco di squadra e l’esperienza saranno fondamentali per avere la meglio sui nemici nei deathmatch.
Lezioni di volo
Perché Star Wars: Squadrons non è l’esperienza arcade che potreste aspettarvi: è un titolo competitivo che richiederà allenamento, attenzione continua a tutti i sistemi e non solo di familiarizzare con tutte queste astronavi ma anche di prendere confidenza con un sistema di controlli a dir poco celestiale nella sua gestione del volo ma non semplice da digerire. Non struggetevi nel caso vi servisse un po’ di tempo per padroneggiare la gestione dei due analogici per la direzione (stick destro) e accelerazione + rollio (sinistro): è assolutamente normale sbagliare all’inizio, ma sarà altrettanto soddisfacente quando riuscirete a cavarvela dalle situazioni più complicate con agilità (il gioco vi viene poi incontro con danni da impatto limitati) dopo aver fatto esperienza.
Esperienza che vi consigliamo di accumulare con la modalità Storia in singolo giocatore, una fetta più importante di Star Wars: Squadrons rispetto alle attese. Nella storia, divisa in 14 missioni dalla durata di 20 minuti circa, seguiremo le vicende di due squadriglie (Vanguard e Titan) rispettivamente appartenenti alla Repubblica e all’Impero, con tanto di cutscene, dialoghi e briefing pre-battaglia. Non aspettatevi colpi di scena pazzeschi, ma la qualità delle scene e della caratterizzazione dei personaggi ci ha stupito in positivo. Quello che invece convince meno è la varietà delle missioni: innanzitutto sono tutte ambientate nello spazio, senza nessun momento anche fugace sulla superficie di un pianeta; in secondo luogo si vede abbastanza chiaramente che luoghi, situazioni, navi e meccaniche del single player sono semplicemente quelle del multi ma remixate. Alla lunga, ne abbiamo sofferto un po’, anche perché le location sono solo 6 e includono storia e mappe multigiocatore: non tante.
Un’esperienza Star Wars spettacolare su ogni piattaforma
Dopo esservi cimentati in qualche sfida deathmatch e aver completato la campagna, accumulerete le ore con l’ultima modalità: le Battaglie Flotta (Fleet Battles). Qui, il gameplay trova la quadratura del cerchio, in una sfida dalle grandi dimensioni che vedrà i 10 giocatori affrontarsi per riuscire a distruggere la nave ammiraglia della flotta avversaria, con meccaniche che ricordano in parte quelle di un MOBA e già viste in altri sparatutto (Titanfall o Battlefield). Il campo sarà infatti riempito non solo dalle navette controllate dai giocatori e dalle grosse ammiraglie armate di tutto punto, ma anche di altri velivoli controllati dall’IA. Ogni abbattimento che riuscirete a portare a termine regalerà punti morale al vostro team, permettendovi a turni di attaccare tutti i sistemi complessi (scudi, raggio traente, navigazione) della Fregata o dello Star Destroyer, fino alla distruzione di uno di essi e vittoria per la squadriglia riuscita nell’impresa.
Una scarica di adrenalina che può cambiare padrone in ogni momento: così sono le Fleet Battles di Star Wars: Squadrons, un gioco che oltre a un gameplay veloce ed efficace offre anche comparti tecnici di prim’ordine (4K e 60 frame al secondo praticamente fissi su Xbox One X, e bene – a parte qualche rallentamento sporadico nelle ultime missioni della Storia – anche su One S) con altissimo livello di dettaglio e alcuni dei panorami più belli del mondo videoludico. Senza contare che su PC e PlayStation 4 potete anche affrontare in VR l’intero gioco!
Per la chiosa finale di un prodotto che ci ha assolutamente convinto e del quale consigliamo l’acquisto a tutti i fan di Star Wars e a chi cercasse una sfida multigiocatore dalla curva d’apprendimento alta, ci ricolleghiamo al nostro discorso iniziale su DLC e microtransazioni. Chiaramente EA Motive ha voluto distanziarsi dal passato burrascoso di Electronic Arts in materia e regalarci un gioco vecchio stile: 40 euro, prezzo accessibile e quello che c’è non è poco, assolutamente. Tuttavia questo non presentarsi come un Game as a Service non aiuterà certo l’unico vero difetto di Star Wars: Squadrons, ovverosia la sua longevità: una volta completata la storia, il multiplayer potrà accompagnarvi per parecchio tempo ma siamo certi che la presenza di sole 6 mappe e 2 modalità potrà stancare prima o poi. Nell’immediato però, dopo Star Wars: Jedi Fallen Order di un anno fa, la travagliata relazione tra Guerre Stellari e Electronic Arts ci regala un secondo successo consecutivo, un titolo davvero rifinito che dimostra la maturità di queste console pronte ad andare in pensione ma ancora in grado di regalarci tante emozioni.
Pro
- Prestazioni quasi perfette su tutte le console
- Giocabile tutto in VR
- Si vola che è un piacere anche con il joypad
- La Storia è longeva e piacevole
Contro
- Vorremmo ancora più contenuti
- A volte troppo difficile seminare i nemici negli 1v1
- Non c’è il Millennium Falcon