Star Ocean: The Last Hope International – Recensione Star Ocean: The Last Hope International
In quel profondo e misterioso oceano di stelle chiamato Universo, l’uomo ha sempre cercato qualcosa che andasse oltre i propri limiti, al di là della propria immaginazione: la grandezza della Terra, per quanto immensa rispetto al piccolo uomo, non è mai riuscita a frenare la curiosità di un essere vivente che continua da secoli a chiedersi se è davvero solo, in questo infinito oceano di stelle. Poeti, letterati, scienziati, uomini di religione e chiunque altro si sono sempre interrogati sull’enorme mistero dello spazio oltre la Terra, o quantomeno, oltre il sistema solare ormai ben conosciuto: sembra ovvio ormai che nessun altro dei pianeti orbitanti attorno al Sole ospiti altre forme di vita, né dimostri condizioni accettabili per lo sviluppo di una specie vivente simile a quella terrestre. La ricerca, col tempo e con l’innovazione tecnologica, si è sempre spostata un po’ più in là, arrivando a coprire con lo sguardo anche anni luce, e con la mente obiettivi diversi. Se fino a qualche anno fa si cercava, infatti, vita intelligente su altri pianeti, lo sviluppo sempre più rapido di una mentalità (in)civile inquinante e imprudente ha negativamente urtato gli equilibri di Madre Natura, spingendo l’uomo in uno stato di allerta ancor’oggi sottovalutato. Riscaldamento globale, inquinamento delle falde acquifere, gas e rifiuti tossici sono solo alcuni dei problemi ambientali che affliggono il pianeta dell’uomo, ma ciò che potrebbe rivelarsi un pericolo ancora più ingente è sicuramente quello delle radiazioni.
Dal periodo della Guerra Fredda lo sviluppo sempre più massiccio di armi nucleari ha finito col creare un arsenale atomico capace di distruggere, qualora scoppiasse un conflitto, la Terra intera: anche risparmiando in qualche modo la popolazione, la radioattività annienterebbe l’uomo, la flora e la fauna in ogni zona colpita, mettendo a dura prova la sopravvivenza del pianeta. Spinti dal timore che ciò, un giorno o l’altro, possa anche capitare, gli scienziati e gli astronomi dell’età moderna hanno iniziato a rivolgersi verso lo Spazio, guardandolo non più come luogo sconosciuto e remoto, ma come possibile futura casa dell’uomo.
Tutto ciò è ancora utopico ai giorni nostri, ma in Star Ocean The Last Hope, nell’anno 2087, queste ultime ipotesi diventano una scomoda ma necessaria realtà.
L’uomo infatti non è riuscito a trattenere il suo istinto distruttivo, scatenando la tanto temuta World War III: in una catena obbligata di eventi e conseguenze, centinaia se non migliaia di ordigni nucleari si sono abbattuti su ogni zona della Terra, riducendola ad uno sterile masso inabitabile. La volontà di sopravvivere alla più grande crisi della storia spinge infine i potenti a fermarsi, e a cercare, insieme, una speranza per il futuro. L’ultima speranza: l’Universo.
Postura elegante per Reimi, la quale ha appena lanciato una freccia contro il nemico
The Last Hope: i semi della speranza
Star Ocean The Last Hope "International" (SO) inizia proprio da qui: anno 2087, si è appena conclusa la Terza Guerra Mondiale e ad uscirne sconfitta è la Terra intera; le radiazioni hanno reso impossibile la vita in gran parte del pianeta, mentre la popolazione è stata costretta a rifugiarsi nel sottosuolo. In questa enorme crisi, tutte le nazioni si uniscono nell’intento comune di rimediare a quella che potrebbe essere la causa della fine dell’uomo: considerando impossibile una permanenza sulla Terra, gli occhi si rivolgono verso l’Oceano di Stelle che li circonda, nella speranza che da qualche parte, nell’immensità dello Spazio, si celi una nuova casa per l’uomo.
Così la USTA, l’organizzazione mondiale che insegue quest’obiettivo, inizia col creare una squadra speciale di ricognizione (SRF) incaricata di esplorare l’Universo. Giovani volenterosi di tutto il mondo vengono reclutati e addestrati per resistere alle avversità nello Spazio e per raggiungere luoghi che mai nessun uomo ha raggiunto prima. Grazie alle incredibili innovazioni in materia di propulsione e alla scoperta del "warp" divengono possibili gli spostamenti ad anni luce di distanza, e dunque i viaggi nelle altre galassie.
Dopo il successo dei primi esperimenti, la SRF viene ufficialmente mobilitata e ha così inizio la prima missione: approdare su Aeos, primo pianeta con condizioni simili a quelle terrestri ad essere stato scoperto dalla USTA; l’obiettivo è quello di verificarne l’abitabilità ed eliminare tutti i possibili ostacoli, in vista di una futura colonizzazione. Una volta attivato il warp le cinque navi coinvolte partono alla volta di Aeos, ma purtroppo non tutto va come previsto.
Un’anomalia nella rotta costringe gli equipaggi ad un’uscita d’emergenza che, con grande fortuna, li porta comunque su Aeos, pur riscontrando numerosi danni: tre navi riescono a non avere grossi problemi, una sembra essere atterrata perfettamente mentre un’altra, la Aquila, rimane dispersa. La Calnus, inoltre, nella quale hanno viaggiato Edge Maverick e Reimi Saionji (i protagonisti della storia), viene subito attaccata da grossi mostri immuni alle armi tecnologicamente avanzate dei terrestri: nel bel mezzo dell’attacco, però, qualcosa dà una carica in più ad Edge, il quale recupera una lama e con essa riesce ad eliminare la minaccia. La morte dei capitani delle altre navi, la comparsa di nuovi e misteriosi alleati, l’obiettivo originario della missione (trovare pianeti abitabili) e l’esigenza di recuperare l’Aquila spingono il capitano della Calnus ad assumere il controllo della base su Aeos e ad assegnare a Edge, Reimi e Faize (un nuovo compagno) la stessa Calnus, così da poter continuare questo viaggio.
Nell’immensità dell’Universo verrà rivelata l’esistenza di numerose specie, alcune simili a quella terrestre, altre meno, ciascuna con un suo particolare grado di evoluzione e con proprie specialità. La ricerca dell’Aquila e dell’amico di una vita di Edge, Crowe, portano l’equipaggio alla conoscenza di nuovi mondi e di nuovi alleati, che si uniscono a questo viaggio sotto i valori dell’amicizia ma anche per "trovare la propria strada"; affrontando numerose avversità ma salvando anche la storia di diversi pianeti, e chissà che una di queste non abbia a che fare con quella della Terra.
Tre diverse razze aliene combattono fianco a fianco: un Eldariano, un Terrestre e un Mophus
Di sicuro c’è molto da vedere, per un gioco che su Xbox 360 occupa tre dvd e che promette almeno un centinaio di ore di gioco (tra storia, quest, crafting e sviluppo), tutte decisamente intriganti per chiunque ami il genere. Chi ha già provato gli altri Star Ocean può trovare inoltre diversi richiami al resto della saga (su tutti il pianeta Roak, con il suo caro Asmodeus) e un sistema di sviluppo/crafting/combattimento più che gradevole, mentre l’unico elemento incerto è l’eccessiva puerilità di alcune scene, decisamente infantili considerando il PEGI 12+: fortunatamente non è nulla di insopportabile e a qualcuno potrebbe anche strappare qualche sorriso, spesso in sintonia con quanto adeguatamente alternato alle scene più profonde del gioco.
Per il resto i personaggi sono tutti caratterizzati alla perfezione, ognuno con una propria storia, un grande carisma e comportamenti unici: con un equipaggio così variegato non si rischia assolutamente di cadere nella banalità e anzi fa piacere vedere i numerosi quadretti che si hanno durante le attese del warp o nelle varie scene, senza contare che persino i personaggi secondari godono della stessa cura.
In parole povere, una trama avvincente, gradevole, ricca di sorprese e ben raccontata, corredata anche di ottimi protagonisti e di personaggi secondari sempre convincenti, con una buona cura dei dettagli e una storyline di per sé molto interessante ambientata in un futuro "tutto sommato verosimile".