Spyro 2: Ripto’s Rage! – Recensione Spyro 2: Ripto’s Rage!
Spyro x Sparx: Tondemo Tours
Appena un anno fa iniziava l’avventura Insomniac nel campo del Platform, affidandosi all’immagine di un draghetto viola accompagnato da una libellula di nome Sparx. Dopo un primo capitolo che ci vedeva impegnati a scongelare i nostri compagni draghi congelati nel regno dei draghi, stavolta avremo una nuova avvincente avventura col nostro drago Spyro, che prova ad espatriare dal regno dei draghi insieme all’Insomniac, che prova a espatriare, anch’essa, nel mondo del Platform. È bastato un solo anno a Ted Price per ripetersi, riconfermare la storia del drago più tenero della storia dei videogiochi, ma forse un po’ più di sviluppo avrebbe portato ad una grafica migliore, che si mantiene ancora su livelli scarsi se volessimo paragonarli ad altri capolavori del momento molto più sviluppati.
Si va in vacanza al mare
Dimenticatevi della terra dei draghi, dimenticatevi dei vostri amici draghi, scordatevi i luoghi sconfinati pieni d’erba e privi di costruzioni, dimenticatevi di finire il tutto sputando fiamme contro le statue congelate dei vostri amici: adesso si cambia tutto. Nella terra de draghi cade una pioggia incessante che sta arrecando non pochi fastidi ai nostri amici Draghi, e uno tra questi non riesce davvero a sopportarla: parliamo di Spyro, che vorrebbe tanto trovarsi un posto al caldo, ad esempio una spiaggia tropicale. Spyro quindi, accompagnato dalla fedelissima Sparx, si recherà al portale dei viaggi pronto ad affrontare una bella vacanza rilassante all’insegna della pace e del caldo tropicale. Intanto ad Avalar, un regno parallelo a quello di Spyro, uno strano dinosauro antropomorfo è comparso dal nulla con l’intenzione di acquisire il potere incontrastato sulla regione ricca e prosperosa di Avalar: questi si chiama Ripto, seguito da Crash e Gulp, altri due dinosauri dalle sembianze stolte e dal livello cerebrale alquanto scarso. Elora, Hunter e il Professore, che a quanto pare sono gli unici abitanti di Avalar, sono costretti a trovare un rimedio a quanto accaduto, e riportare Ripto nel portale dal quale viene per riparare ad un errore di Hunter, un leopardo dalle sembianze umane, che aveva inserito il suo compleanno come coordinate del portale. Il Professore capisce che per salvare il regno c’è bisogno di un drago, e come far arrivare un drago nel loro regno? Facile: Spyro era in viaggio per i portali per arrivare alla spiaggia tropicale, solo che viene deviato per poter arrivare ad Avalar che, come subito si renderà conto, non è la sua meta vacanziera. Che dire: buona fortuna Spyro, drago sfortunato, forse arriverai alla tua spiaggia tanto desiderata.
Spyro vola lontano
La struttura del gioco è molto simile a quella della sua prima edizione, se non identica: il nostro piccolo drago si muove in ampi spazi recuperando gemme sparse e imbottigliate in vasi da frantumare o bruciare. Il platform si sviluppa nel modo più classico possibile tanto da non impegnare troppo le vostre risorse, facendovi ritrovare in una sorta di livello madre che si dirama, a sua volta, in molteplici sottolivelli, tutti affrontabili senza priorità di alcun tipo: una cosa che fa molto Crash Bandicoot. In ogni stadio secondario si ha a che fare con personaggi diversi, tutti molto teneri e simpatici, compresi i cosiddetti nemici che a prima vista non potrebbero mai suscitare istinti da killer in nessun essere vivente, persona o drago che sia, date le loro forme buffe e paffute: ma attenzione perchè l’abito non fa il monaco. Come bonus di fine stage Spyro riporta indietro un talismano utile per procedere nel gioco ed una o più sfere magiche necessarie per riattivare il portale che lo ha condotto ad Avalar e che lo riporterà indietro, o per meglio dire, alla sua meta vacanziera. Le capacità del nostro eroe alato comunque non restano immutate con l’andare avanti del gioco, poiché alla possibilità di arrostire gli avversari, caricarli e travolgerli, spiccare balzi più o meno lunghi si aggiungono le doti da sommozzatore, da arrampicatore, e "l’originalissimo" salto con ricaduta violenta al suolo che crediamo di aver già visto in qualche migliaia di altri giochi, a partire da Crash Bandicoot: ma tutto ciò, purtroppo, ha un prezzo, da pagare allo strozzino di turno, un orso in panciotto e occhialini che vi farà sborsare fior di gemme, ma, tranquilli, alla fine del gioco ridarà tutto il maltolto. Gemma dopo gemma, talismano su talismano si attraversano i quattro livelli madre, che rappresentano le stagioni dell’anno, affrontando uno per uno gli scagnozzi del perfido Ripto. Insomma se vi aveva convinto il primo capitolo non potete non acquistare il secondo che prende una nota molto più accentuata di Platform e che riesce ancora di più a coinvolgere il giocatore; se invece vi siete lasciati sfuggire il primo capitolo della saga del drago Spyro, è il momento buono per vedere di quanto lontano sa volare questo draghetto viola insieme alla sua libellula gialla.
Un drago quadrato
Avevamo visto uno Spyro "spoligonato", dalle forme alquanto astruse e dalla grafica nettamente inferiore a quella che eravamo abituati a vedere già qualche anno prima in giochi come Crash Bandicoot, ma ora possiamo finalmente godere un buon lavoro da parte della casa di Ted Price che elabora figure, si sempre molto geometriche e poco naturali, ma un qualcosa che fa ben presagire per il futuro, e ovviamente anche per il presente. Per il sonoro niente di molto innovativo: era ben elaborato nel capitolo precedente, si conferma in questo capitolo. Doppiaggio maestrale, come per il primo capitolo, con i doppiatori che confermano il fatto che parlare la lingua giusta nel posto giusto non fa altro che fomentare la qualità del prodotto. Gli effetti sonori fan sempre la loro figura grazie ai vari tintinni delle gemme raccolte, i colpi d’incornate date da Spyro e tutto il resto. Insomma un netto passo avanti rispetto al primo capitolo e un qualcosa che spiana la strada per il proseguo della saga.
Un grande cuore per un piccolo drago
Crash Bandicoot è Crash Bandicoot, ma forse l’Insomniac nel tentativo di raggiungere i suoi livelli ha troppo conformato il draghetto al Bandicoot rendendolo troppo simile in alcune accezioni. Per il resto ci sono alcuni livelli che riportano alla mente varie sezioni di altri Platform o addirittura allusioni a Super Mario, disse qualcuno richiamando l’attenzione del signor Miyamoto e il suo idraulico coi baffi neri. Ma comunque sia, se dovessimo paragonare questo draghetto dallo sguardo dolce e tenero con un idraulico col pancione e un topo arancione si saprebbe già chi sarebbe il vincitore: Spyro è un Platform di ieri, di oggi e di domani, un qualcosa di immortale che si è riservato il posto nel cuore di tanti amanti del genere e che sarà destinato ad una lunga e prosperosa vita in felice armonia. La Insomniac si spiana la strada verso il posto che meglio le compete.