Spellsworn – Recensione
Nel lontano 2002 si affacciò sui nostri monitor il ruggente Warcraft 3 che, forte di un intramontabile carisma e di un fascino a dir poco seducente, centralizzò l’attenzione degli appassionati del genere e non solo, generando una nutrita schiera di figli illegittimi. Tali possono essere considerate le Mod generate da Warcraft 3, vi basti pensare a DOTA: Defense of the ancients, considerabile il primo vero Moba della storia, dal quale derivarono League of Legends di Riot Games e DOTA 2 stesso.
Un tuffo nel passato
Ci sono tuttavia delle Mod di Warcraft 3 meno conosciute, come ad esempio Warlocks. Spellsworn è la riproposizione di quella cara vecchia Mod scomparsa da più d’un decennio, in versione rimodernata ma non troppo. Spellsworn mantiene in toto la formula di gioco alla quale eravamo abituati, rendendola stand alone. In Spellsworn siamo chiamati a interpretare dei buffi maghetti confinati su di un isolotto circondato da un mare di lava in progressiva espansione, che devono darsele di santa ragione a suon di incantesimi al fine di prevalere sugli avversari.
Fireball!
Le modalità di gioco disponibili sono lo scontro a squadre o il tutti contro tutti. Una volta in partita, prima dell’inizio delle danze, ci verrà elargito un budget da spendere per acquistare una build di incantesimi da portare in battaglia; all’inizio di ogni round avremo la possibilità di aggiungere una spell alla nostra dotazione, potenziare una parte del nostro Kit, o rivedere la nostra strategia modificando interamente la nostra build.
Gli incantesimi acquistabili si dividono in cinque categorie: incantesimi offensivi, difensivi, ad area, di utilità e di mobilità. Non è possibile tuttavia selezionare per il proprio arsenale solo incantesimi di un tipo, in quanto sono presenti limitazioni di categoria per costringerci a variare il nostro Kit: degli otto incantesimi offensivi potremo portarne con noi solamente tre e dei sette difensivi solamente uno. Nonostante queste limitazioni apparentemente vincolanti, la varietà è il fulcro centrale di questo magico battle arena.
Estetica Anestetica
Il colpo d’occhio di Spellsworn ammicca ovviamente ai giocatori di vecchia data, tuttavia superato l’effetto nostalgia rimangono modelli poligonali spigolosi e animati grossolanamente. Vincendo le partite potremo ottenere delle casse contenenti elementi cosmetici, come skin per le armi o nuovi modelli per il nostro maghetto, tuttavia anch’essi non risultano particolarmente convincenti o ispirati, relegando Spellsworn nella cerchia dei titoli dal basso appeal. Per fortuna il cuore del gioco è incentrato nelle meccaniche di gameplay.
Più brillante e convincente il comparto audio, che si fregia di una colonna sonora funzionale e coinvolgente, mentre gli effetti sonori che accompagnano il lancio degli incantesimi regalano credibilità alle nostre azioni.
Matchmaking
Per buttarci nella mischia potremo affidarci al sistema di matchmaking automatizzato o sfruttare la funzione dei Server, dove potremo creare una partita o unirci ad una personalizzata già creata da un altro utente. Questo è il vero tasto dolente di Spellsworn: la funzionalità dei server sembra arrancare incerta, non riuscendo spesso a creare delle lobby sensate, ad esempio separando i giocatori in differenti lobby popolate da bot.
Sebbene Spellsworn sia uscito da pochi giorni dall’Early Access a pagamento per adottare la ben più popolare formula Free to Play, l’utenza media non riesce a superare i 20 giocatori online, di cui meno della metà realmente attivi, relegando l’esperienza di gioco ad un pvp tra umani e bot.
Nonostante Spellsworn si sia offerto al pubblico su Steam in chiave Free to Play, non è riuscito ad essere investito delle attenzioni che attendeva. Questa mancanza si riversa in maniera disastrosa sul gameplay, che presenta lobby semivuote dal Netcode traballante. Nonostante ciò il Battle Arena di Frogsongs Studios AB è divertente e frenetico, soprattutto se goduto in compagnia di qualche amico, ed è perfetto per rievocare la nostalgia delle Lan dello scorso decennio.
Pro
- Un tuffo nel passato
- Semplice, frenetico e divertente
- Free to Play
Contro
- Matchmaking non funzionale
- Utenza quasi inesistente
- Esteticamente poco convincente