SpellForce III: Fallen God – Recensione
All’interno del mercato videoludico alcuni dei giochi di ruolo già in passato hanno dimostrato di avere qualcosa in più rispetto agli stessi prodotti appartenenti al genere. Un esempio è stato Pathfinder: Kingmaker, il quale aggiungeva a delle meccaniche basate su Dungeons & Dragons degli elementi gestionali. Un altro esempio è Deus Ex: Mankind Divided, che permetteva all’utente di scegliere se massacrare ogni singolo NPC presente nel gioco oppure – quando possibile – di risolvere in modi più pacifichi i diversi problemi che si potevano incontrare durante il cammino.
Anche SpellForce III: Fallen God rientra perfettamente in questo argomento, per dei motivi di cui vi parleremo in questa sede. Si tratta di un gioco di ruolo ibrido con caratteristiche tipiche degli strategici in tempo reale. È stato sviluppato da Grimlore Games e pubblicato da THQ Nordic su PC, come forma di contenuto scaricabile stand-alone.
SpellForce III: Fallen God è ambientato cinquant’anni dopo la piaga del Sanguesporco, che ha portato la tribù di troll dei Lunanuova sull’orlo dell’estinzione. Il male in questione ha infatti non solo ucciso alcuni degli esseri, ma ha anche reso i pochi sopravvissuti sterili. L’obbiettivo della tribù è resuscitare un Dio caduto al fine di poter rimuovere la piaga, ma non sarà affatto facile perché gli Ossamolle proveranno a disintegrare quel poco che rimane di loro.
La vicenda ha è incentrata su quattro troll uno dei quali è Nerbok, che diventerà presto il nuovo capo tribù. Nel rivestire tale ruolo, Nerbok si troverà a difendere il suo popolo combattendo svariate battaglie sanguinose.
Dopo una creazione dei personaggi principali molto semplice, l’inizio della campagna butta il giocatore direttamente in uno scenario che ha lo scopo di spiegare il funzionamento delle meccaniche. Se per qualche ragione SpellForce III: Fallen God dovesse risultare troppo complesso, il giocatore in ogni momento può controllare l’insieme delle voci nell’apposita sezione del tutorial.
Qui si impara prima a gestire la squadra, poi a comandare un’intero insediamento tribale. È possibile interagire con l’ambiente in diversi modi: con i contenitori di oggetti come le casse, con i cumuli di risorse, oppure con determinate strutture. Durante i combattimenti è possibile utilizzare le abilità degli eroi, ottenibili attraverso un semplice sistema di level-up che aumenta grazie al compimento di obbiettivi e quest relativi allo scenario. Ogni eroe possiede una certa classe, e attraverso essa si possono imparare diverse skill che favoriranno l’esito delle battaglie.
Per quanto riguarda l’aspetto strategico di SpellForce III: Fallen God, esiste una struttura chiamata Cuore della Tribù che ha il compito di vero e proprio punto centrale e di controllo per costruire gli altri impianti. Questi comprendono edifici per raccogliere risorse o per reclutare e specializzare le truppe dell’esercito. Ad esempio edificando un Abbattialberi vicino a una foresta i minion lavoratori forniranno automaticamente un guadagno costante di legname che verrà aggiunto alla riserva, così come per le altre risorse.
Inoltre è presente una modalità schermaglia da poter giocare con altri utenti o contro l’intelligenza artificiale. Ma non finisce qui, perché gli sviluppatori assieme al lancio del titolo hanno deciso di rilasciare una versione multiplayer e free-to-play, chiamata VersusEdition. Anche essa offre partite in schermaglia contro l’IA, oltre a comprende una modalità PvP classificata.
Il prodotto è stato creato attraverso l’utilizzo di Script Engine, un motore grafico creato autonomamente da Grimlore Games. Vengono costruiti degli ottimi scenari con visione dall’alto, caratterizzati da colori chiari con forte predominanza del verde. Ogni ambiente risulta essere molto ma molto ricco di elementi che rendono pieni gli scenari.
Nulla da dire sulle musiche da compagnia, nelle quali risalta particolarmente all’orecchio il suono deciso delle percussioni.
In un gioco così grande e complesso è assolutamente normale riscontrare dei piccoli problemi. Uno di questi è che le animazioni sono un pochino plastiche ma sostanzialmente non causano un eccessivo fastidio e non alterano in modo negativo il gameplay.
Inoltre – seppur l’adattamento alla lingua italiana sia fatto abbastanza bene – i dialoghi a lungo andare potrebbero risultare parecchio pesanti da leggere, anche a causa dell’enorme quantitativo di informazioni che vengono esplicate istantaneamente già nei primissimi momenti di gioco.
SpellForce III: Fallen God è sicuramente un gioco molto vario e complesso, ma attraverso spiegazioni e tutorial risulta essere più facile del previsto. Le particolari meccaniche ibride tra gioco di ruolo e di strategia rendono il titolo fortemente interessante. All’interno dell’enorme prodotto si possono riscontrare fattori non proprio realizzati alla perfezione, come le animazioni, che però non infastidiscono in alcun modo il gameplay.
Pro
- Ottimi scenari di gioco
- Belle musiche dinamiche e di compagnia
- Gameplay ibrido interessante
Contro
- Animazioni un pochino plastiche
- Dialoghi che alla lunga diventano pesanti da leggere