Soundfall – Recensione

Il genere musicale nei videogames è praticamente morto dai tempi di Guitar Hero, e anche i Rhythm Game non se la passano molto bene. Volenti o nolenti (sarebbe meglio dire “dolenti” -ndr) è un genere che non ha ancora trovato un valido riscontro nelle console portatili di nuova generazione come Steam Deck e Nintendo Switch, né tanto meno in quelle fisse come PlayStation 5 o Xbox Series S/X. Gli unici fruitori rimangono gli aficionados che utilizzano un PC o una console delle generazioni passate. Ma il fatto che sia un genere di nicchia non ha fermato il team di sviluppo Drastic Games, che con gli editori di Noodlecake Studios ha deciso di lanciare sul mercato un nuovo titolo: Soundfall.

Sviluppato per PC (Steam), Nintendo Switch, PlayStation 5, Xbox One, PlayStation 4, e Xbox Series X/S, Soundfall è un titolo indie che cerca di unire l’action con atipica visuale isometrica a con il Rhythm game. Il risultato ottenuto mi avrà convinto? Scopriamolo insieme!

Soundfall fa della trama un accenno e, se devo essere onesto, questa è una pecca che sempre più di frequente riscontro nei nuovi titoli e che a mio parere non fa altro che diminuire la profondità del titolo in sé e lo spessore della caratterizzazione dei protagonisti.

Con un incipit scarno ma supportato da qualche breve filmato – che devo ammettere essere carino – scopro che la protagonista, che rimbalza tra lavoro e passione per la musica, nel mettere le sue cuffie viene catapultata a Symphonia, dove in quattro e quattro otto viene eletta a baluardo dell’armonia e chiamata a combattere contro le malvage forze della dissonanza.

Un presupposto del genere, anche se nel proseguire la storia viene man mano sviscerata un pochino meglio, andrebbe approfondito prima di lanciare la protagonista nel tutorial; capisco che nel mondo dell’immaginazione tutto è possibile ma qui forse è persino troppo. Almeno si sarebbe potuto condire il tutto con qualche badilata di autoironia e qualche sfondamento della quarta parete che personalmente apprezzo e la cosa avrebbe avuto più senso e mi sarei pure divertito. E invece nulla: mi trovo catapultato nell’azione.

Se ti va di capire al volo il gameplay di Soundfall pensa a Crypt of the NecroDancer: hai un mondo diviso a schemi singoli e con una visuale isometrica, ma mentre il movimento è libero da vincoli, il fuoco e lo scatto sono strettamente collegati al ritmo di gioco dettato dalla melodia di fondo.

Una barra posta al centro in basso decide il ritmo delle decine di canzoni a disposizione, tutte molto orecchiabili, e il compito del giocatore è in pratica quello di premere il tasto di fuoco e quello adibito allo scatto a ritmo, per massimizzare il danno inflitto ai vari nemici sullo schermo.

Se come me hai la coordinazione di un bradipo, potrai aiutarti con un metronomo attivabile dalle impostazioni e con il direzionamento del fuoco adibito allo stick sinistro messo in automatico, ma fai attenzione: rompere la catena del ritmo ti penalizzerà con scatti mancati e colpi deboli e, se come me ti ostinerai a non acchiappare una nota neanche per sbaglio, ti ritroverai con la protagonista freezata per alcuni istanti.

Non potendo parlare di componente RPG del titolo va comunque evidenziata una grande quantità di armi e armature che purtroppo non variano a sufficienza la componente action dato che, all’atto pratico, variano solo il potere di attacco. Certo, grazie a personaggi sbloccabili e a una coppia di armi a distanza e ravvicinata, il gameplay di Soundfall rimane gustoso ma forse in questo senso si poteva anche fare qualcosa di più.

Una buona varietà di track e di nemici a schermo rende Soundfall piacevole da giocare, e la trama principale scorre senza troppi intoppi anche se il meglio viene regalato dal comparto multiplayer: giocare su schermo condiviso, online o in locale, è un’esperienza davvero divertente, che grazie alla magia della musica unisce e coinvolge.

Quello che oltretutto viene molto in aiuto di Soundfall è l’impatto visivo semplice ma molto colorato, che permette di immergersi nel titolo a pieno godendo di ogni singolo momento di gioco. Anche la possibilità di ripetere gli stage con i brani già sbloccati rende il titolo piacevole soprattutto visto che a brani diversi corrispondono  differenti ricompense.

La struttura di Soundfall è scevra da qualsivoglia bug o problema (la versione che ho testato è quella per Nintendo Switch, ve lo dico per correttezza), e questo è apprezzabile in un titolo indie, anche se è inutile nascondersi dietro a un dito: un gioco del genere non impegna di certo a fondo l’hardware delle console su cui viene proposto. Un plauso va però fatto ai brani: oggi riuscire a produrre o trovare brani per un titolo come Soundfall, che accompagnino la sfida in un crescendo di difficoltà senza per questo risultare banali e che riescano a coinvolgere il giocatore in un circolo vizioso di ritmo e azione, non è cosa facile.

In questo i dev sono riusciti in pieno e dato anche il costo contenuto del titolo (specialmente su Steam dove mentre sto scrivendo è ancora presente lo sconto del 15%) rendono Soundfall un esperienza davvero appagante.

Soundfall è un titolo che promette di miscelare insieme i punti di forza degli action a visuale isometrica e i Rhythm game in un turbinio di colori. A conti fatti l’operazione può dirsi riuscita e (a patto di avere maggior coordinazione e senso del ritmo del sottoscritto) vi ritroverete tra le mani un gioiellino. Ne consiglio l’utilizzo con le cuffie e in portabilità per un’immersione totale, e mi raccomando: non dimenticare di visitare il menù delle opzioni, che permette di livellare la difficoltà e regolare l’audio per un esperienza ottimale.