Sons of Valhalla RECENSIONE | L’universo vichingo in pixel art
Negli ultimi anni, la mitologia norrena ha conosciuto un’enorme popolarità, in particolare grazie a produzioni televisive di successo come Vikings e The Last Kingdom. Il mondo dei videogiochi non è stato da meno, cavalcando l’onda di un rinnovato interesse per le gesta dei vichinghi, attraverso produzioni del calibro di Valheim e For Honor.
Certamente, è possibile considerare Assassin’s Creed Valhalla l’apice di questa tendenza, offrendo un’esperienza di gioco ricca e coinvolgente che rappresenta l’Inghilterra del IX secolo in una chiave peculiare. Tuttavia, il fascino dei guerrieri del Nord ha ispirato sviluppatori di tutto il mondo, dando vita a una varietà di titoli che esplorano generi diversi.
Tra questi, Sons of Valhalla è certamente quello che si allontana dal canone classico della barbara furia di sangue, che un po’ caratterizza i combattenti del nord, per abbracciare invero una scelta ludica bizzarra ma efficace che combina il combattimento a scorrimento orizzontale con meccaniche tipiche della costruzione e gestione di una base, con allo sfondo un mondo vichingo brillantemente realizzato in pixel art.
Sons of Valhalla RECENSIONE | L’universo vichingo in pixel art
Nei panni di Thorald Olavson, un guerriero vichingo in cerca di vendetta, il giocatore avrà il compito di rintracciare lo Jarl che ha distrutto la sua casa e rapito la sua amata. La caccia condurrà il protagonista nella lontana Inghilterra, luogo nel quale sarà chiamato a costruire molteplici fortezze, radunare un’armata e conquistare villaggi per ottenere le risorse necessarie a portare a termine la sua vendetta.
Niente di sconvolgente, quindi. Partendo dal palazzo di Odino, situato in cielo, e accompagnati da una suadente melodia vichinga, il protagonista viene catapultato verso un luogo ostile, non prima però di aver ricevuto dal famoso Dio una benedizione, ovverosia la possibilità di dotarsi di alcune rune, da inserire in una apposita custodia suddivisa a seconda della componente da potenziare, che forniscono al nostro eroe una serie di benefici.
La scelta di proporre una trama relativamente semplice e priva di spunti fantasiosi non deve ingannare: Sons of Valhalla decide di andare oltre la componente narrativa, abbracciando l’idea di far leva su una struttura ludica che giocoforza ha la meglio sulle altre caratteristiche e che riesce a fare breccia immediatamente, in primo luogo per la sua intuitività.
Già, perché se da un lato l’approccio al gameplay del gioco potrebbe risultare atipico, atteso l’intreccio di meccaniche tipiche di un action bidimensionale con una struttura da city builder, dall’altro il tratto caratterizzante Sons of Valhalla è certamente l’immediatezza. Dal momento in cui toccheremo terra, infatti, anche grazie all’aiuto di un simpatico santone, impareremo le meccaniche base del titolo che, senza fronzoli, saranno centrali per l’evoluzione dello stesso.
Raccogli ciò che hai seminato
Vi chiederete, a questo punto, come si struttura l’impianto ludico di Sons of Valhalla. Occorre, però, premettere quanto segue: il giocatore controlla esclusivamente Thorald il quale è in possesso di determinate abilità nonché di una barra della salute e della stamina. Il protagonista può liberamente muoversi nel mondo di gioco e dunque spostarsi da un’area all’altra, meccanica che permette di ben gestire i villaggi e le diverse strutture.
Il titolo si articola in cinque stage, ciascuno dei quali composto da ulteriori sotto aree che alternano accampamenti e villaggi. Nei villaggi, il giocatore ha la possibilità di costruire diverse strutture che risultano cruciali per l’avanzamento del gioco mentre negli accampamenti è possibile stazionare per preparare l’offensiva verso il villaggio successivo.
La struttura principale è la Sala delle Feste: il suo livello determina il numero massimo di edifici realizzabili nel villaggio e incrementa il numero di uomini a disposizione di Thorald, permettendo a quest’ultimo di spendere monete per potenziare salute e barra della stamina. All’interno di ogni villaggio è possibile dunque edificare diverse strutture: si va dalla classica caserma sino alla tenda dello sciamano, passando per la capanna del fabbro.
La realizzazione degli edifici, nonché i miglioramenti degli stessi, hanno un costo: una certa quantità di legno, una determinata quantità di pesci nonché monete d’argento, la corrispettiva valuta del gioco. Importante risulta, dunque, realizzare un buon numero di capanni del falegname e del pescatore che permettono di aumentare la capienza dei materiali nonché la velocità di assortimento degli stessi.
Ogni costruzione ha una sua peculiarità che impatta sulle strategie offensive del giocatore: se, ad esempio, sarete chiamati ad assaltare un villaggio ben fortificato, il titolo consiglia immediatamente la costruzione di un ariete ovvero di una catapulta in modo che l’attacco alle mura nemiche sia giocoforza più efficace, ricordando, però, che tali macchine impegnano più uomini a disposizione di Thorald.
Sons of Valhalla permette di potenziare ogni struttura sino a un massimo di tre livelli purché si sia potenziata prima la Sala delle feste e il processo di potenziamento risulta assai lento all’inizio di ogni stage. Il graduale miglioramento della capacità produttiva della vostra città impatterà, pertanto, anche nella gestione della strategia offensiva che all’inizio dovrà giocoforza fare i conti con un approvvigionamento più lento.
Tuttavia, l’avanzamento attraverso le conseguenti linee di fronte, e dunque la conquista di tutti i villaggi presenti in un determinato stage, permettono di percepire concretamente la crescita e lo sviluppo dei propri villaggi e del proprio esercito, risultando sempre percepibile il senso di soddisfazione per aver portato a termine positivamente un determinato livello.
Ma quindi il combattimento è automatizzato in Sons of Valhalla?
Rispondiamo immediatamente al quesito rivolto: no! O meglio, parzialmente, in quanto l’impatto del giocatore si concretizza esclusivamente attraverso i colpi inflitti da Thorald e, per quanto abile sia il nostro eroe, il titolo sconsiglia fortemente di affrontare l’esercito nemico a testa bassa e dunque senza un numero di uomini a supporto del protagonista.
Il giocatore, durante i combattimenti, assume il ruolo di comandante, essendo chiamato a gestire l’avanzamento delle varie truppe. Attraverso due tasti specifici, è possibile impartire ordini precisi alle proprie forze, imponendo alle stesse di seguire Thorald, di attaccare l’esercito avversario ovvero di alzare lo scudo per proteggersi dagli attacchi a distanza e non del nemico.
A quanto sopra, Sons of Valhalla aggiunge un’ulteriore livello di controllo tattico, permettendo di personalizzare le opzioni di scelta. Il giocatore può infatti specificare quale categoria di combattente debba eseguire una determinata azione, assegnando compiti differenti a fanteria, arcieri e cavalleria. È possibile, a titolo esemplificativo, ordinare alla fanteria di seguire Thorald mentre gli arcieri si distanziano per attaccare da lontano.
Come detto, Sons of Valhalla implementa un sistema standard di salute e resistenza. Il giocatore avrà a disposizione due soli oggetti di recupero per ciascuna risorsa, che dovranno essere utilizzati con parsimonia. L’esaurimento delle risorse di recupero comporterà la necessità di ritirarsi in città. Durante la ritirata, le truppe del giocatore saranno lasciate a combattere autonomamente in prima linea.
Oltre alla spada, il giocatore avrà la possibilità di sbloccare diverse armi a distanza presso il fabbro e altre strutture della città. Qui si spazia dall’utilizzo del classico arco sino alla possibilità di lanciare giavellotti e bracieri contro i nemici , permettendo al giocatore di mantenere le distanze dai nemici, in particolare durante gli scontri più ardui.
La gestione equilibrata dello sviluppo urbano e della strategia militare rappresenta dunque un elemento chiave del gameplay di Sons of Valhalla. Il potenziamento delle capacità produttive della città permette di rafforzare l’esercito e attaccare obiettivi economici per alimentare la crescita. Tuttavia, l’estensione delle linee del fronte richiede un’attenta gestione delle linee di rifornimento per mantenere sempre alta l’efficacia delle truppe.
L’asso nella manica
Se, quanto puntualmente detto sino a ora, potrebbe rappresentare l’essenza di Sons of Valhalla, a questo punto risulta opportuno illustrare una componente che risulta chiave sia nella gestione e costruzione del villaggio sia nell’impostazione delle battaglie: le rune elementali, che il nostro eroe Thorald può equipaggiare all’interno della propria fondina.
Il titolo introduce queste chicche proprio all’inizio dell’epopea, nel momento in cui Odino getta Thorald sul campo di battaglia, dotando il protagonista di una sfera. Bisogna premettere che è la nostra fondina si divide in cinque scompartimenti, a seconda delle aree che vogliamo potenziare, e pertanto potremo aumentare eventualmente le abilità offensive degli arcieri, dei guerrieri ovvero delle macchine da guerra.
Ma non solo: le rune che Sons of Valhalla ci propone possono, come detto, impattare altresì sulla componente gestionale del titolo. Infatti, alcune rune permettono di ridurre, ad esempio, il costo per la costruzione di un determinato edificio ovvero di aumentare la velocità della costruzione dello stesso, risultando particolarmente efficaci per la gestione dei villaggi.
Particolare rilevanza assumono inoltre le rune specificamente dedicate alla figura di Thorald. Sons of Valhalla permette infatti al nostro eroe di dotarsi di rune che avranno la funzione di potenziare il proprio attacco diretto, ovvero l’attacco più potente, ma anche di imparare una nuova tipologia di attacco e dunque aumentare e differenziare la fase di battaglia.
La pixel art che non ti aspetti
A livello visivo Sons of Valhalla cattura l’attenzione fin dalle prime battute con una pixel art di peculiare bellezza. Lo studio indipendente Pixel Chest ha profuso un’enorme dedizione nella cura dei dettagli, regalando a noi un mondo vibrante e stratificato. L’ambiente realizzato a schermo è vivo, con scene vivaci ricche di attività.
Sebbene le ovvie limitazioni intrinseche nella realizzazione di un mondo bidimensionale, la vivacità del mondo di gioco mi ha sorpreso, complici sicuramente le barche che solcano il fiume che costeggia il nostro cammino e la fauna selvatica che guizza tra boschi rigogliosi. Ogni angolo di Sons of Valhalla trasuda vitalità e la profondità di campo è magistralmente resa, donando un senso di realismo e di vastità al paesaggio.
Un sistema di illuminazione dinamico impreziosisce ulteriormente l’esperienza visiva. Il titolo non manca di tramonti infuocati e nebbie mattutine e questi due elementi forniscono al gioco un senso di inclusione. La vita quotidiana nei villaggi non è statica ma ben orchestrata e i cittadini si affaccendano nelle loro attività quotidiane, tagliando legna, pescando o lavorando nei campi.
In Sons of Valhalla la sensazione di immersione è totale, e ci si sente davvero parte di questo mondo pulsante, in particolare nei campi di battaglia, costruiti dal team con grande realismo. Tutto contribuisce a creare un’atmosfera di cruda e drammatica intensità, dal fuoco che si dipana sulle strutture nemiche sino al sangue che cola giù a terra dopo un’uccisione.
In conclusione
Complessivamente, Sons of Valhalla si configura come un titolo ludico facilmente fruibile e immediato. La sapiente combinazione di elementi di combattimento e gestione delle risorse, calibrata con equilibrio, evita di appesantire l’esperienza di gioco e fornisce al giocatore un senso di crescita e sviluppo tangibile durante i singoli stage che compongono il titolo.
La pixel art, elemento di pregio assoluto, si offre allo sguardo come una vera e propria gioia estetica. Sebbene l’integrazione con il gameplay possa risultare talvolta ostacolata dalla necessità di focalizzare l’attenzione sugli aspetti in tempo reale di un titolo in continuo movimento, il gioco è consapevole di puntare quasi tutto sul gameplay (vedi anche dotAGE)
La componente strategica assume un ruolo di primaria importanza. La costruzione e la conquista di città, unite alla possibilità di personalizzare il caricamento delle rune, offrono molteplici opzioni per affrontare i raid. A tal fine, si rende necessaria un’attenta pianificazione e l’implementazione di tattiche di combattimento ponderate, che premiano l’approccio strategico prescelto.
Da segnalare, ma niente che incida concretamente sull’esperienza di gioco di Sons of Valhalla, alcuni cali di framerate durante le fasi più concitate del gioco. Attenzione, ci è stata fornita una versione “beta” (0.75), e, pertanto, si spera che tali intoppi possano essere risolti con la pubblicazione ufficiale del titolo.
In definitiva, Sons of Valhalla si propone come un’esperienza di gioco completa e appagante. La sinergia tra i già illustrati aspetti ludici, impreziosita da una veste grafica di valore, rende questo titolo meritevole di attenzione da parte degli appassionati del genere e consigliato in particolare per i possessori di Steam Deck.
Sons of Valhalla è un action game bidimensionale che combina il combattimento a scorrimento orizzontale con meccaniche tipiche dei city builder e lo fa egregiamente grazie soprattutto ad un gameplay intuitivo e solido
Pro
- Gameplay semplice ma solido
- Pixel art di pregio
- Melodia di sottofondo mai ingombrante
Contro
- Qualche calo di frame di troppo
- Relativamente semplice?