Sonic Superstars RECENSIONE Il miglior capitolo 2D
Ultimamente il medium videoludico sta ricevendo diversi riammodernamenti di saghe storiche. Tra evoluzioni e rivoluzioni, l’ago della bilancia deve cercare di essere quanto più bilanciato possibile per evitare di cadere nel “more of the same” o in un semplice omaggio che compie il passo più lungo della gamba.
Era il 2017 quando Sonic Team, o meglio, Christian Whitehead realizzò il tanto apprezzato Sonic Mania, ultimo capitolo della serie 2D di Sonic che accolse approvazioni da critica e pubblico. Il futuro del franchise è poi rimasto ancorato a capitoli 3D come Sonic Forces e il recente Sonic Frontiers.
In un’epoca in cui Sonic sta forse vivendo il suo rinascimento per via dei suoi numerosi progetti – film, serie animate su Netflix, fumetti e naturalmente videogiochi – il che, rende Sonic Superstars un titolo con l’arduo compito di dimostrare che il porcospino blu di SEGA è capace di correre nuovamente in due dimensioni.
Il tempismo dell’uscita di Sonic Superstars vede tra l’altro affiancarsi un certo idraulico nostrano con cui è anche possibile fare dei confronti meramente ideologici su questi due titoli.
Infatti, sia Sonic Superstars che Super Mario Bros Wonder sono l’esempio lampante di due IP storiche che pur mantenendo solida la base del gameplay, rinnovano tutto quello che ruota attorno a esso.
Sonic Superstars RECENSIONE Il miglior capitolo 2D?
Parlare di solide basi non è un caso in quanto proprio in Sonic Superstars si ritorna alle origini della serie ma con uno sguardo a ciò che i videogiochi moderni sanno offrire, sia visivamente che naturalmente ludicamente parlando.
Per far sì che il porcospino blu rimanesse iconico come ai suoi albori su Mega Drive è stato chiamato Naoto Ōshima, disegnatore originale di Sonic e Dr. Eggman.
Ōshima negli anni ha fondato una sua casa di produzione, Arzest ed è proprio questo binomio perfetto tra Arzest e Sonic Team che rende Sonic Superstars il punto di giunzione tra il passato e il presente (e futuro) dei capitoli a scorrimento laterale di Sonic.
La sensazione che ho provato fin da subito era quella di giocare a un gioco di Sonic tanto moderno quanto classico. Forse è proprio il caso di dirlo che la tag promozionale del gioco “Nuove emozioni. Classiche sensazioni” è veramente azzeccata.
Ci si muove con la stessa precisione dei capitoli originali avendo sempre la possibilità di comprendere ciò che accade a schermo senza confusione e con una sapiente costruzione degli atti che possono essere rigiocati tante volte scoprendo sempre nuovi passaggi.
Lo stesso Ōshima, insieme a Takashi Iizuka, mi ha raccontato di quanto fosse importante per loro creare una esperienza che fosse adatta a tutti i giocatori.
Ecco quindi come anche la scelta del design stesso di Sonic, Tails, Knuckles e Amy (ma se vogliamo anche di Eggman che qui ritorna al suo aspetto classico) è veicolata al regalare ai giocatori qualcosa di nuovo, accessibile ma consapevole della storicità del franchise.
Addio Green Hill Zone!
Originalità è la parola d’ordine di questo nuovo capitolo che – finalmente – abbandona anche le sue zone più tradizionali come Green Hill o Chemical Plant. Questa nuova avventura del porcospino blu e dei suoi amici, vede infatti un cambio di scenario.
In Sonic Superstars si esploreranno le North Star Islands, un arcipelago inesplorato in cui il Dr. Eggman brama il suo desiderio di conquista globale (strano eh), rubando come sempre gli indifesi animali della regione con l’intento di trasformarli in robot.
Oltre al Dr. Eggman fanno la loro comparsa anche Fang the Sniper (antagonista poco conosciuto, apparso in alcuni titoli per Game Gear come Triple Trouble e Sonic Drift 2) e Trip, un vero e proprio personaggio inedito con una storia tutta da scoprire.
Il ruolo di Fang nel gioco è equiparabile a quello che ebbe Metal Sonic in Sonic CD. Sarà dunque un rivale da affrontare durante l’avventura a più riprese con scontri basati più su inseguimenti e fughe da laser mortali, mescolando il classico platform dei titoli precedenti con novità decisamente interessanti.
Per la prima volta in un gioco Sonic, personalmente, non c’è stata una zona che non mi fosse piaciuta. Tutte le zone e atti del gioco sono ben costruiti, interessanti e visivamente belli da vedere. Colori sgargianti ed elementi 3D si mescolano sapientemente in una stratificazione degli sfondi che rendono Sonic Superstars il miglior Sonic 2D fino a oggi.
Anche la costruzione stessa dei percorsi è ben fatta. Di base rimane la regola nascosta dei giochi di Sonic in due dimensioni: più vai in alto più le cose sono facili, più vai in basso più i percorsi saranno difficili. Non mancano naturalmente segreti, passaggi nascosti e gli iconici special stage.
Uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente in questo nuovo capitolo della serie è proprio il voler regalare ai giocatori un esperienza pura di Sonic. Ci sono sezioni in cui si correrà velocemente tra una rampa e l’altra per poi subito passare a momenti dove invece ci si può prendere un ritmo più rilassato.
Le sezioni platform sono spesso legate a elementi unici di ogni mondo di gioco, come gli iconici flipper presenti in Pinball Carnival o le liane da sfruttare come trampolini di lancio in Speed Jungle. Ogni zona saprà rendersi memorabile grazie alla propria unicità, sia visiva che ludica.
Un’esperienza dunque bilanciata che diviene fondamentale in caso si giocherà in co-op, visto che il titolo può essere giocato fino a quattro giocatori (in locale). Se ti stai chiedendo: perché non c’è la co-op online? Arzest non ha incluso il multiplayer cooperativo online per evitare che il lag rovinasse l’esperienza dei giocatori.
Occhio al dettaglio
Sempre per ritornare a parlare di Sonic Mania, così come in quell’avventura gli atti terminavano con un collegamento diretto a quello successivo, anche in Superstars avviene qualcosa del genere ma con una marcia in più. Terminato un atto si passerà subito a quello successivo con una semplice transizione con i titoli iconici di inizio livello.
All’atto pratico ecco come al termine del primo atto di Bridge Island si passa subito al tramonto, proseguendo immediatamente da dove era terminato l’atto precedente. Uno dei tanti piccoli dettagli sparsi in tutto il gioco che aumentano il valore generale dell’opera.
Anche le boss fight sono state tutte interessanti da affrontare. Molti scontri di fine livello sono anche piuttosto atipici rispetto al passato, facendo un uso estensivo dello scenario o della tridimensionalità stessa degli avversari per rivelarne i punti deboli.
Ci saranno sia gli scontri più tradizionali con il boss di turno, ma anche sezioni in cui bisognerà fuggire da trappole – che ti manderanno dritto per dritto al game over – e contemporaneamente tenere conto di Fang che non starà di certo con le mani in mano e attaccherà costantemente i protagonisti dell’avventura.
Non mancano poi brevi intermezzi narrativi che non hanno né sottotitoli né parlato, proprio per regalare ai più nostalgici lo stile presente nei primissimi capitoli della serie.
Ho percepito durante tutta l’avventura una costanza nella qualità di ciò che vedevo a schermo. Ogni singola animazione era sempre ben realizzata, i nemici tanto bizzarri quanto coerenti con lo scenario e persino lo stesso Sonic reagisce con animazioni dettagliate a cosa gli sta accadendo intorno.
Ad esempio, durante le boss fight Sonic avrà una animazione diversa, con le gambe piegate, lo sguardo teso. Sono consapevole che è una finezza e forse non tutti se ne renderanno conto, eppure, sono piccoli dettagli come questi che confezionano un’esperienza certosina in Sonic Superstars.
A caccia di Chaos Emerald
Una delle grandi novità di Sonic Superstars risiede proprio negli iconici Chaos Emerald. I sette smeraldi da sempre usati dal porcospino blu per trasformarsi in Super Sonic. Tipicamente queste gemme svolgevano il ruolo di ultima risorsa contro il cattivo finale (90% delle volte sempre e solo l’iconico Dr. Eggman).
In questa nuova avventura però, i Chaos Emerald diventano parte integrante del gameplay. Sette smeraldi, sette abilità speciali da poter usare in qualsiasi momento – anche durante le boss fight – per garantire una varietà al gameplay tradizionale.
Bisogna dirlo, anzi, fui proprio io a chiedere in primo luogo questa cosa ad Iizuka e Ōshima: se i Chaos Emerald hanno abilità uniche e fanno quindi parte del gameplay, verranno date al giocatore o andranno cercati come sempre?
Ti ricordi la tag del gioco? “Nuove emozioni. Classiche sensazioni”, bene proprio come in tutti i giochi 2D di Sonic anche qui gli smeraldi vanno prima di tutto cercati e ottenuti.
In linea teorica, ma direi anche pratica, puoi concludere l’avventura senza prenderne neanche uno, oppure collezionarli tutti ma non sfruttare neanche una volta i poteri speciali. La libertà rimane sempre in mano al giocatore e questo è stato fatto sempre per garantire la massima accessibilità a tutti i tipi di giocatori.
Ho personalmente notato come effettivamente fosse molto più facile individuare gli anelli di accesso agli special stage, che sono di più e sparsi in diverse aree degli atti. Proprio gli special stage attingono dal passato ma sempre con quell’occhio di riguardo verso il futuro.
Gli stage speciali solitamente facevano uso del 3D o comunque cercavano di dare quella parvenza di tridimensionalità. Le tecnologie moderne fortunatamente hanno facilitato il lavoro al team di sviluppo che ha realizzato uno stile unico e divertente per raccogliere i Chaos Emerald.
Bisogna infatti oscillare tra diversi punti con la pressione di un tasto per slanciarsi fino a raggiungere lo Smeraldo del Caos che si muoverà per lo scenario. Se i primi saranno facili da raccogliere, più si andrà avanti più ardua sarà l’impresa.
Tant’è che in certe occasioni non conviene neanche inseguire la gemma ma piuttosto studiarsi con cura il percorso e attendere il momento giusto per agganciarsi a quest’ultima. Una sfida comunque divertente che regala ancor più soddisfazione non appena si scoprirà il nuovo potere speciale sbloccato.
I poteri sono tutti funzionali all’esplorazione o al combattimento. Ad esempio “Avatar” genera dei coloni che attaccano tutti i nemici a schermo ed è bastato usarlo contro il primissimo boss per mandarlo subito al tappeto.
In caso ti dovesse venire il dubbio su quando usare determinati poteri, ecco che in basso a destra apparirà una icona relativa a un determinato potere così da comprendere che forse in quel momento potrebbe servire usare una certa abilità.
Un esempio lampante avviene con il potere “Visione” che permette di scoprire piattaforme nascoste, e in questo caso, l’indicatore mi è tornato utile in tante occasioni.
L’unione fa la forza
Un primo assaggio di più personaggi giocabili venne introdotto con Sonic Origins – di cui trovi la recensione proprio qui – ma ancora una volta, ecco come Sonic Superstars compie quel passo in più.
Sonic, Tails, Amy e Knuckles sono i “quattro” protagonisti principali con cui è possibile giocare all’avventura, per la prima volta, in coop locale.
Ogni personaggio ha una sua abilità specifica, dal tradizionale Spin Dash di Sonic alla possibilità di planare e scalare le pareti con Knuckles o sfruttare il martello di Amy e infine volare in alto con le code di Tails, questo garantisce una rigiocabilità di tutti i livelli per scoprire parti inesplorate e segreti.
Ho avuto modo di fare qualche partita in co-op sia alla Gamescom sia durante la fase review e confermo le sensazioni avute già durante la mia breve sessione di gioco in quel di Colonia: la co-op funziona anche al netto dei ritmi veloci del gioco.
Dato che ogni livello è composto da zone platform in cui ci si prende una pausa dalle corse e momenti in cui invece si corre in fretta e furia, la gestione dei personaggi a schermo riesce a essere sempre centrata sull’azione senza distrarre mai uno dei due giocatori o dando priorità a qualcuno.
Inoltre, ho apprezzato che in caso si dovesse finire fuori dallo schermo non si morirà e con una semplice pressione di un tasto si tornerà subito in gioco.
Poi, ci sarebbe da discutere di qualcosa che si può fare dopo aver terminato l’avventura principale ma per evitare spoiler è meglio che mi fermo qui. Ti dico soltanto che se sei alla ricerca di una sfida più impegnativa, troverai pane per i tuoi denti, sia ludicamente che narrativamente parlando.
Modalità Battaglia e Crono
Se già l’intera avventura – che si può concludere in circa 6 ore – non dovesse bastare, ecco che ci si può divertire con delle offerte contenutistiche più legate all’online. C’è la possibilità di creare e personalizzare dei veri e propri robot sulla falsa riga di quelli usati da Eggman durante l’avventura.
Ogni elemento potrà essere modificato tramite un apposito negozio (accessibile anche dal mondo di gioco) che conterrà parti robotiche, sia generiche che ispirate a certi personaggi (come ad esempio Metal Sonic). Tutto ovviamente al costo di gettoni, reperibili durante l’avventura principale negli special stage.
Una volta creato il nostro robot ci si potrà sfidare in partite da otto giocatori – stavolta online – nella modalità battaglia. Prendete Fall Guys e fondetelo con Sonic, ecco il risultato è più o meno quello.
Si affronteranno diversi round con modalità particolari, sfide per lo più basate sull’ottenimento di un certo punteggio o sopravvivere senza cadere fuori dallo scenario. Ci saranno anche le gare a regalare sfide divertenti che al momento però non ho avuto modo di provare in multiplayer ma solamente offline.
C’è anche un indicatore del nostro grado a simboleggiare la nostra abilità in questa modalità. Un’aggiunta sicuramente apprezzata ma che probabilmente potrebbe avere una longevità abbastanza ridotta. Sonic Superstars non vuole di certo sfidare i titoli multiplayer… per ora.
Ultima ma non per importanza, la modalità Crono. Il classico time attack dove ci si potrà sbizzarrire nel cercare di ottenere il tempo migliore in ogni livello con le tradizionali classifiche mondali e tra amici.
In conclusione
Sonic Superstars è il miglior capitolo di Sonic a scorrimento laterale di sempre. Un egregio lavoro fatto da Sonic Team e Arzest che hanno saputo curare ogni aspetto del gioco. Dalle animazioni, agli scenari completamente nuovi e ricchi di dettagli alle boss fight sempre diverse e di difficoltà crescente.
Ogni aspetto del gioco è stato pensato per dare continuità a un franchise storico che, con questo capitolo, è riuscito a omaggiare, rispettare e portare avanti una formula di gioco divertente e veloce.
Le piccole ma gradite aggiunte della modalità battaglia e crono sono la ciliegina sulla torta di un pacchetto contenutistico che rende Sonic Superstars il giusto passo in avanti per la serie, capace di strizzare l’occhio ai veterani e accogliere a braccia aperte anche un nuovo pubblico.
Perfetto punto di giunzione tra passato e futuro
Pro
- Zone e Atti inediti e divertenti da giocare
- "Quattro" personaggi giocabili
- Scenari variopinti e belli da vedere
- Ottima colonna sonora
- I poteri degli Emerald sono utili e ben sfruttati
Contro
- Quanto durerà la modalità Battaglia?