Slay the Princess RIVELAZIONE INDIE dell’anno
Il 2023 è stata un’annata eccezionale per i videogiochi, con titoli storici in praticamente ogni genere videoludico. Non poteva quindi mancare l’usuale rivelazione indie, quel gioco che esce da qualche sviluppatore talentuosissimo ma meno in vista dei grandi studi tripla A. Se l’anno scorso vi parlai di Inscryption, quest’anno vi propongo Slay the Princess.
Si tratta di un’avventura grafica interattiva, molto più visual novel che titolo in stile avventure grafiche della LucasArts e sento già molti storcere il naso. Tuttavia si tratta di un gioco che merita l’attenzione di tutti, non solo dei fan delle visual novel (nei quali, ammetto, sono presente) grazie alla dimostrazione di creatività tipica dei migliori giochi indipendenti.
Slay the Princess è una visual novel che non sovverte le aspettative del giocatore, usa la sovversione come base della sua storia.
Una cosa che viene detta spesso parlando di molto indie di successo è che “sovvertono le aspettative”. Cioè cercano di sorprendere i giocatori ribaltando i classici stereotipi narrativi a cui siamo ormai abituati. Slay the Princess fa un passo in più; il vero gioco inizia solo dopo la sovversione e sfida il giocatore ad esplorare una storia che sembra un enigma.
Il titolo parla direttamente a chi lo sta giocando, chiedendo di fare continuamente scelte chiave, le quali plasmeranno la storia. In base alla decisioni cambieranno gli eventi, ma non solo. Slay the Princess stesso si evolverà ed adatterà a ciò che sceglierete, cercando di essere sempre un passo avanti a voi.
Interagire con il mondo di gioco comincia così ad assumere un sapore diverso dal previsto. Non sembra di star leggendo una storia, piuttosto sembra di essere in competizione con la stessa. Gli eventi intrappolano il giocatore in quello che sembra un enorme enigma ed è molto interessante cercare una via d’uscita.
Atmosfera curata ad-hoc
Ad aiutare l’illusione dell’essere in trappola ci sono i toni horror di gran parte delle narrative ci pensa un ottimo doppiaggio. Discutere questo elemento nel dettaglio è difficile senza scendere in spoiler, tuttavia sappiate che le performance dei doppiatori sono incredibili.
La principessa è particolarmente caratterizzata grazie alla sua doppiatrice, oltre che ai dialoghi. Con una sola frase può farti capire il tono dell’intera scena e di conseguenza farti capire immediatamente le conseguenze delle tue scelte precedenti.
In generale tutto il settore audio del progetto è gestito bene. Il sound design è eccezionale, come d’obbligo per titoli horror (o comunque a tema horror) e non ho mai sentito nulla che mi facesse perdere l’immersione. Le colonne sonore sono carine, non le trovo incredibili ma fanno il loro e non sono il focus in un gioco di questo tipo.
Direzione artistica fiabesca
Ogni singolo elemento di Slay the Princess ha l’aspetto di un disegno proveniente da un vecchio libro di fiabe. Ciò implica che non si avranno sempre artwork molto dettagliati o curati nei minimi dettagli; prevale invece un tratto spesso sporco e a volte quasi simile a delle bozze.
Non sto sottolineando la cosa come un aspetto negativo dell’esperienza, anzi, è un altro dettaglio che aiuta l’intera visione di gioco a unirsi e trasmettere al meglio l’incubo della narrazione. Ogni design, ogni espressione, ogni ambientazione e ogni piccolo cambiamento dovuto alle tue scelte trasmette subito ciò che serve.
Il cuore del gioco però, sono i dialoghi
A fine esperienza, ciò che più mi è rimasto impresso sono i dialoghi. Il gioco è quasi completamente scritto sotto forma di dialogo, tanto che anche il narratore parla direttamente al giocatore e tramite questi si va pian piano a formare una storia più ampia.
Affrontare ogni singola situazione postami davanti non annoia mai. I cambiamenti nei comportamenti della principessa sono sempre molto evidenti e non si limitano a cambiare una frase o due con scelte molto simili.
Sono stato particolarmente sorpreso quando, nel tentativo di tornare in una scena già affrontata, mi son ritrovato in uno scenario completamente inaspettato. Le mie scelte erano leggermente diverse da quelle fatte in precedenza ma di fatto molto simili. Mi aspettavo di manipolare il gioco nel condurmi dove volevo, invece non è stato così.
Sfortunatamente ho trovato molto meno interessante la trama globale, quella che si forma all’esterno delle singole scene. Se durante un primo playthrough (dalla durata di circa 2 ore) ero intrigato dalla natura labirintica della narrazione, il finale mi ha lasciato abbastanza indifferente e non mi ha spinto a voler sapere molto di più.
Non si tratta di un brutto epilogo, né di uno scritto male, tuttavia la qualità delle singole scene che lo precedono è tanto alta da evidenziare nettamente il calo quando poi si ottengono le risposte tanto desiderate. Anche questo, volendo, è un cliché del genere horror ma ahimè non l’ho mai particolarmente apprezzato.
Slay the Princess è probabilmente la più grande sorpresa indie dell’anno. Una visual novel che non reinventa il genere ma usa le sue basilari meccaniche per rinchiudere il giocatore in un labirinto di ansia e orrore, con ottima direzione artistica, fantastico doppiaggio inglese e narrazione di alto livello.
Purtroppo perde molto fascino dopo aver raggiunto il primo vero finale, tuttavia è un’esperienza che non posso non consigliare a qualsiasi fan dell’horror.
Slay the Princess è uno dei rari horror in grado di spaventare veramente.
Pro
- Narrazione interessante
- Ottima comprensione dell'horror
- Stile grafico adatto e gradevole
- Fantastiche performance dei doppiatori
Contro
- Finale un po' deludente