Skylanders: Imaginators – Recensione
Skylanders è da qualche anno un mio passatempo segreto, uno di quei videogames di cui non parlo spesso, conscio del pregiudizio degli altri, ma che adoro invece giocare nel silenzio della mia casa. Lo trovo un buon prodotto, da intervallare a titoli più seriosi e complessi, grazie alla sua carica di colore e simpatia. Artefice del genere toys-to-life, la serie Activision continua a presentare nei negozi ogni santo ottobre, assieme a qualche rifinitura, nuove statuette e a volte anche novità importanti in grado di definire l’episodio appena uscito.
Un anno fa si trattava dei veicoli in Skylanders: Superchargers (forse il migliore della serie per tantissimi motivi), mentre oggi i protagonisti sono gli Imaginators da cui il gioco prende il nome: per la prima volta gli Skylanders sono creabili da zero.
Nello Starter Pack, o in qualsiasi confezione di Skylanders: Imaginators, Toys for Bob ha piazzato un cristallo di Imaginite, una specie di clessidra di plastica che racchiuderà la vostra nuova creazione. Ne esiste una diversa per ogni elemento delle Skylands e appoggiarla sulla base dopo l’installazione del gioco aprirà l’inedito ed esaustivo tool di creazione di Imaginators.
“Adoro il mio incubo”
È servito quindi arrivare al sesto episodio della serie prima che Activision decidesse di puntare sulla fantasia dei più piccoli – il pubblico target di Skylanders – e lasciasse loro libertà di non solo appassionarsi alle vicende di Stealth Elf, Spyro e Chompy Mage, ma di portare nelle Skylands un proprio alleato personalizzato con cui identificarsi o giocare. Ho posato quindi il mio oggettino di fuoco sopra alla base e mi sono trovato già di fronte al primo dubbio esistenziale: quale classe scegliere.
Ogni Skylander infatti ha circa una decina di specializzazioni tra cui scegliere, tra maghi, ninja, assassini o magari esperti di armi pesanti. Assurdamente ogni cristallo di Imaginite non permette di creare più di uno Skylander del proprio elemento. Una volta scelta la classe sarà fissa e irrevocabile: di conseguenza per poter creare il proprio esercito di mostriciattoli non bisognerà solo portarsi a casa un costoso cristallo per ogni elemento (8€), ma anche potenzialmente uno per classe. Non sto a fare i calcoli ma sono un sacco di soldi per una politica davvero draconiana da parte del publisher.
Fatta quindi la mia scelta definitiva, (Arciere, chiamato Archer in onore del gorgoniano di Small Soldiers), Imaginators mi ha ha fatto passare alla seconda fase della creazione, ossia l’aspetto del personaggio. Devo dire che, nonostante non si possano generare con grande profondità a partire da zero i tratti somatici, costruire il proprio Skylander assemblando teste, code, corpi, braccia e quant’altro, mi ha assolutamente soddisfatto. È possibile intervenire su elementi come le dimensioni e il colore di ogni pezzo e realizzare combinazioni davvero simpatiche e assurde, senza tralasciare la possibilità di dotare il personaggio di una voce personalizzata e un suo motto personale.
Devo dire che il mio non-sense “Adoro il mio Incubo” esce roboticamente bene dal mio gigante Archer tutto rosso con i suoi calzoncini da pugile, la coda di coccodrillo e il suo occhio giallo scintillante. Non preoccupatevi poi di non poter ritoccare il vostro eroe successivamente: in ogni momento infatti potrete sostituire i pezzi, l’equipaggiamento o qualsiasi elemento estetico del vostro Imaginator, dopo aver aperto un po’ di forzieri di Imaginite naturalmente.
SkyLootDers
Un altro esordio in Skylanders Imaginators è quello del loot in stile The Division o Destiny, elemento che sinceramente non mi sarei mai aspettato di vedere in Skylanders. Chiaramente si tratta di una versione edulcorata di quei meccanismi che regolano tanti altri titoli di successo di questi anni: in pratica ogni missione portata a termine o scadente minigioco concluso ci regaleranno scrigni violetti contenenti ogni tipo di oggetto/equipaggiamento utile alla creazione degli Imaginators. Esistono 4 livelli di rarità, da Normale a Supremo e la loro abbondanza ci spingerà a modificare il nostro alter-ego virtuale in maniera quasi compulsiva.
Near Miss
Passando al gameplay nudo e crudo, Skylanders: Imaginators non innova minimamente rispetto al passato, mantenendo un loop semplice e divertente da hack’n’slash/platformer molto di stampo anni ’90. Come accennato la varietà arriva sicuramente dai tanti personaggi accumulati negli anni e dai spesso deludenti minigiochi, seppur si senta la mancanza delle buone sezioni di guida di un anno fa. La storia è al solito ininfluente sebbene qualche gag divertente ci sia, invece dove Toys for Bob ha fatto un passo deciso nella direzione sbagliata è il level design.
Una delle principali ragioni per le quali apprezzo Skylanders è sempre stata la sorprendente direzione artistica, di livello eccelso e in grado di regalare grandi livelli onirici e spettacolari. Quest’anno, Imaginators delude moltissimo in questo aspetto, con aree molto banali e strutture esageratamente lineari. Il livello nettamente più riuscito è quello sviluppato dai ragazzi di Vicarious Visions e dedicato a Crash Bandycoot, il cui cammeo si è rivelato ben fatto e divertente. Un altro elemento che mi ha infastidito non poco è la quantità notevole di contenuti bloccati dietro all’acquisto di altre statuette, in particolare i grandi (e ben realizzati) Sensei, una nuova tipologia di personaggi introdotta per l’occasione.
In pratica i Sensei sono gli unici che possono accedere a tutta una serie di livelli complessi, per vedere tutti i quali vi toccherebbe di acquistarne uno per ogni elemento. Si tratta di una pratica non nuova in Skylanders così come negli altri toys-to-life, ma se un anno fa le cose erano davvero migliorate e semplicemente portandosi a casa due veicoli (uno volante e uno marino) si potevano visitare tutte le aree del gioco, questa volta Imaginators “suggerisce” troppe volte di dover acquistare un nuovo Skylander per sbloccare queste zone. Peccato.
Skylanders: Imaginators ha comunque buone carte da giocare: è bello da vedere, è abbastanza longevo, godibile e le novità introdotte funzionano. Gli Imaginators sono qui per restare e si può addirittura ordinare il proprio preferito e farselo stampare in 3D da Activision stessa. Tuttavia, sebbene avesse le potenzialità per chiudere il cerchio e finalmente stabilirsi nel gotha dei videogame, in tante situazioni il capitolo di quest’anno rappresenta un passo falso che fa riflettere. Siamo sicuri che non serva una pausa a questo franchise?
Pro
- Imaginators sono un’ottima idea
- C’è Crash
- Il gameplay resta immediato, vario e divertente
Contro
- Passi indietro notevoli nel level design
- Troppo contenuto bloccato se non si hanno più sensei
- Perché le classi si legano agli Imaginators?