Skulls of the Shogun – Skulls of the Shogun
La software house 17-Bit, conosciuta un tempo come Haunted Temple Studios ma che ha cambiato nome in omaggio ai creatori di Worms, è uno studio molto giovane formato però da gente dalla grande esperienza che si è fatta le ossa in Electronic Arts e ha dato vita a capolavori assoluti come Command & Conquer e Medal of Honor o a personaggi di assoluto prestigio nel mondo dei videogiochi come Jake Kazdal. Come sappiamo, i giochi indie sono una parte incredibilmente amata dai fan di videogames. Titoli creati da sviluppatori indipendenti, a prezzi quasi sempre molto abbordabili, e che a volte si rivelano piccoli capolavori davvero imperdibili. Per il momento il PC è l’olimpo di questi giochi, come è ovvio che sia, e Steam li supporta in maniera ottima, anche grazie al Greenlight. Nonostante ciò, però, anche la Xbox ha sempre supportato parecchio tutte le produzioni indipendenti, inserendone molte all’interno del suo Marketplace. Il gioco di cui parleremo oggi si trova su entrambe le piattaforme, e il suo nome è Skulls of the Shogun.
Conquistiamo l’aldilà
Nonostante il fatto che ci troviamo di fronte scheletri, morte, e temi quindi alquanto macabri, il tutto è raccontato in una maniera così ridicola, colorata, e scanzonata da far giocare solo col sorriso sulle labbra. Il protagonista della storia è il generale Akamoto, un ufficiale giapponese che era in procinto di conquistare il Giappone grazie alle sue tattiche e al suo esercito, ma che si ritrova invece ucciso trafitto alle spalle da una spada. Nonostante ora si ritrovi nel mondo dei morti e sotto forma di scheletro, le sue ambizioni di conquista non sono scemate, e decide così di conquistare l’aldilà, solo per scoprire però che il suo secondo in comando l’ha già fatto prima di lui: costui, dopo averlo tradito e ucciso, si spaccia anche per il generale Akamoto stesso. Derubato quindi del nome, della sua seconda spada, e anche della vita, il protagonista giura vendetta.
Il gioco fin dalle prime battute ricorda parecchio da vicino Advance Wars per Nintendo Ds, con una spruzzata di Pixeljunk Monsters, Plants Vs Zombies ma anche Valkyria Chronicles. Si tratta quindi di uno strategico in tempo reale parecchio fluido e dinamico, privo praticamente di tempi morti e senza tutti quei tipici menù a scelta multipla. Lo stile grafico è molto accattivante, ed è anch’esso basato sulle due dimensioni, con l’utilizzo del cell-shading e personaggi in super deformed e dallo stile parecchio cartoonesco e dalla grande personalità. Un titolo che a quelli più in là con gli anni ricorderà molto anche le atmosfere dell’epoca d’oro delle 16 bit e dell’Amiga. Potremo cimentarci in una modalità principale chiamata in maniera piuttosto scarna Campagna. La trama è parecchio ridotta all’osso: siamo dei non morti che dovranno combattere senza sosta contro armate per poi affrontare, di tanto in tanto, Boss di fine livello. Anche le mappe di gioco sono piuttosto non convenzionali, tanto che sembra di trovarsi di fronte a un livello da action game bidimensionale con passaggi obbligati e scorciatoie praticabili. Controlleremo non un personaggio singolo ma un Comandante con vari sottoufficiali, e perderemo nel momento in cui l’energia del primo, appunto, arriverà a zero.
Massima Libertà
Negli RTS canonici, come già anticipato in precedenza, i movimenti dei personaggi avvengono esclusivamente all’interno di griglie rigide che limitano i movimenti in poche mosse limitate come nel gioco degli scacchi. Nel titolo in questione invece avremo un cerchio d’azione al cui interno ci potremo muoverci con estrema libertà. Le azioni da compiere le potremo scegliere in tempo reale con un solo menù al volo su schermo rapido e intuitivo. Il gameplay in questo modo risulta molto snello, e gli attacchi, le difese, le magie o le evocazioni possono essere selezionate con rapidità e facilità. Negli attacchi conterà molto come è naturale che sia la distanza, ma anche la presenza di eventuali ostacoli sulla traiettoria. Dovremo quindi pianificare ogni attacco con il massimo dell’attenzione, considerando armi e ambiente, utilizzando quindi un altissimo tasso di strategia. L’aspetto leggero è pura apparenza quindi; il gameplay è solido e molto strategico. L’azione cieca è infatti punita, e, ad esempio, benché il Comandante sia il guerriero più potente, non potremo mai e poi mai schierarlo in prima fila, altrimenti la partita terminerà immediatamente. Le classi principali sono tre: fanteria, cavalleria e arcieri, con peculiarità di movimento, di attacco e difesa. Le variabili sono comunque moltissime e ve ne renderete conto in maniera evidente procedendo nei vari livelli. Basti pensare che c’è addirittura da riflettere sul dove posizionare le nostre unità, dato che i colpi nemici possono far indietreggiare i nostri personaggi col rischio di farli cadere in crepacci, a meno che le nostre unità non siano vicine l’una all’altra dando vita ad una barriera spirituale difensiva. L’unico difetto è forse l’eccessiva confusione sullo schermo in alcune fasi particolarmente caotiche, cosa che vi confonderà e non vi permetterà di distinguere al meglio i vostri soldati dagli altri.
Evoco te!
Le ambientazioni, oltre ai ripari e alla difesa, offriranno anche dei templi in cui potremo evocare gli spiriti dei monaci guerrieri. Questa classe è imbattibile nel corpo a corpo, ha parecchie skills negli incantesimi d’attacco ma è ottima anche nei processi di guarigione. Avremo a disposizione anche delle aree infestate che potremo conquistare per ottenere riso ad ogni turno, la valuta che ci consentirà di usare gli incantesimi dei monaci e di evocare nuove unità tramite i santuari. Anche i teschi nemici avranno una grande importanza: una volta sconfitti i nostri avversari, infatti, il loro teschio rimarrà sul campo e potrà essere poi assimilato per guadagnare energia o, nel caso di tre di fila, anche un turno extra ad ogni round tramite la trasformazione dell’unità in demone. Un’ottima caratteristica del gioco è che è un cross platform, e quindi, grazie al cloud, potrà essere sfruttato su multipiattaforma. Potremo scatenare i nostri samurai non morti anche in multiplayer online e in locale fino a 4 giocatori e perfino in una modalità a turni non in diretta, come accade con Ruzzle, così da giocare con qualcuno ed effettuare il nostro turno semplicemente quando entriamo in gioco.
In conclusione
Quest’opera prima dei 17-Bit è da promuovere a pieni voti. Il gioco è un RTS fuori dagli schemi ma molto divertente, veloce ma al contempo piuttosto tattico e dotato di uno stile grafico accattivante e che strizza l’occhio agli anni Novanta. Il titolo ha anche molto humour, cosa che non guasta mai nel caso sia intelligente, alla stregua delle avventure grafiche di quegli anni. Forse questo aspetto scanzonato potrebbe insospettire i puristi del genere e non colpirli positivamente. Attendiamo espansioni per ulteriori sviluppi.