Silent Hope RECENSIONE Un tuffo nell’Abisso
Che cosa accadrebbe se il mondo intero venisse privato dell’uso della parola? Quale speranza rimarrebbe all’umanità in un mondo completamente afono? Sono le interessanti premesse narrative che ci vengono introdotte in Silent Hope, un particolare dungeon-crawler che mescola le dinamiche tipiche del genere con un approccio più moderno ereditato dagli action RPG.
Prima di iniziare con la recensione di Silent Hope volevo fare una brevissima premessa: Silent Hope è un gioco completamente stand-alone, ma chi di voi conosce la serie di Rune Factory potrebbe riconoscere alcuni elementi, come oggetti e parte del bestiario, che i due titoli condividono facendo parte dello stesso universo narrativo. Detto questo, buttiamoci nel vivo della recensione!
Silent Hope RECENSIONE | Un mondo senza la parola
In principio il mondo di Silent Hope era una stupenda terra pacifica in cui regnavano pace e serenità. Purtroppo però il regno venne presto sconvolto da una terribile calamità e i suoi abitanti cominciarono a scagliarsi gli uni contro gli altri.
Fu così che improvvisamente il loro Re, è così che viene chiamato in questa storia, invocò una potente magia che rubò all’intero regno la capacità di parlare e subito dopo si tuffò nelle profondità dell’Abisso, senza lasciare alcuna traccia di se.
Sua figlia, la Principessa, pianse ininterrottamente per cento anni a causa dell’accaduto, fino a che le sue lacrime la rinchiusero in un’enorme goccia di cristallo. Il mondo rimase così intrappolato nel silenzio più totale fino a quando sette luci arcobaleno emersero improvvisamente dalle profondità dell’Abisso.
Le luci, tramutate in sette eroi, si presentarono al cospetto della Principessa, richiamate dalla sua profonda tristezza, ed in qualche modo erano anche in grado di sentirne i pensieri, come fossero parole. È così che inizia Silent Hope, un lungo viaggio nelle profondità dell’Abisso alla ricerca del Re e delle motivazioni che l’hanno spinto ad agire in quel modo.
Un sistema di gioco classico
A livello ludico Silent Hope si presenta come un dungeon-crawler con visuale isometrica piuttosto classico che utilizza però meccaniche di combattimento tipiche degli action RPG.
Il gioco non si perde in troppe spiegazioni e vi scaraventa fin da subito al centro dell’azione, facendovi imparare la maggior parte delle sue meccaniche direttamente sulla vostra pelle.
Il gameplay infatti può essere riassunto come un ciclo perpetuo di azioni, e situazioni, semplici e ben definite: Esplorazione, Combattimento e Ritirata (o Sconfitta). Il vostro obiettivo è infatti quello di esplorare a fondo l’Abisso per trovare indizi sull’ubicazione del Re e svelare i misteri di questo oscuro cratere apparentemente senza fine.
Il sistema di combattimento di Silent Hope è piuttosto semplice e risulta quindi subito immediato, ma non per questo meno efficace. Ogni personaggio appartiene ad una classe specifica (esploreremo questo punto più avanti) e dispone di tre sole tecniche, che spaziano dagli attacchi ad area ai buchi gravitazionali dove attirare i nemici fino al potenziamento delle statistiche dell’eroe.
Queste tecniche possono essere potenziate salendo di livello e spendendo i punti abilità guadagnati così da aumentarne l’efficacia contro i nemici. Le armi più potenti inoltre hanno a disposizione uno slot (simile al sistema delle Materie di Final Fantasy VII) in cui è possibile incastonare delle gemme per dotarle di abilità elementali o altre tipologie di bonus.
Il bestiario inoltre risulta sufficientemente variegato e dispone di una discreta selezione di nemici, che utilizzano pattern di attacco e di movimento molto diversi tra loro obbligando il giocatore a dover stare sempre allerta ed utilizzare il giusto approccio (e alle volte eroe) per affrontarli.
L’Abisso senza fondo
In Silent Hope, come già accennato, passerete la maggior parte del vostro tempo ad esplorare l’Abisso addentrandovi nei suoi meandri e cercando di scendere sempre più in profondità ad ogni vostro tentativo.
Per farlo avrete a disposizione sette diversi eroi, tanto nell’aspetto quanto nelle abilità, che dovrete potenziare per poter uscire vittoriosi dalle vostre pericolose spedizioni.
Sì perché l’Abisso è un luogo sinistro, labirintico, pieno di mostri, che si fa sempre più complicato tanto nella struttura quanto nella difficoltà delle sfide mano a mano che si scende nelle sue profondità. Inoltre cambia spesso aspetto in quanto composto da diversi regni che rievocano momenti chiave del mondo di Silent Hope prima che fosse colpito dalla calamità.
Ogni volta che verrete sconfitti o che deciderete di concludere volontariamente l’esplorazione tornerete al campo base e la struttura interna dell’Abisso muterà sensibilmente rispetto alla vostra precedente visita.
Ogni regno sotterraneo è infatti composto da un numero ben definito di piani che devono essere completati per poter passare al livello inferiore del cratere, e quindi al nuovo regno.
Il contenuto di ogni piano però è generato in maniera procedurale e si presenta quindi diverso ogni volta sia nella sua struttura interna che nel bestiario. Anche la posizione di ricompense e sfide particolari non verrà mantenuta rendendo ogni esplorazione diversa dalla precedente.
Detta così potrebbe sembrare una dinamica fin troppo punitiva ma fortunatamente a venire in vostro soccorso ci pensano i checkpoint, piccoli falò posti all’ingresso di alcuni piani strategici che vi permetteranno di riprendere l’esplorazione di un regno senza dover per forza ricominciare sempre dal primo piano.
Eroi inusuali
Non abbiamo ancora parlato dei protagonisti di Silent Hope che vi accompagneranno nel corso dell’avventura, e in realtà un motivo c’è. I personaggi di questa storia infatti non sono degli eroi e non hanno neanche un nome; vi vengono infatti presentati con il titolo della loro professione.
Questo perchè sono sostanzialmente persone comuni che dovranno fare gioco di squadra per cercare di trovare una soluzione alla catastrofe che si è abbattuta sul loro mondo. Tornando a parlare degli eroi, le loro classi in Silent Hope (e i loro nomi) sono sette –Viandante, Guerriero, Ladro, Arciere, Contadino, Combattente e Incantatore-.
Ognuno di essi dispone poi di due classi aggiuntive oltre a quella di partenza che andranno a specializzare i suoi talenti, e che devono essere sbloccate soddisfacendo appositi requisiti.
Seguendo le classiche regole dei giochi di ruolo anche in Silent Hope troviamo quindi personaggi che si trovano a loro agio a combattere dalla lunga distanza e altri che eccellono nel corpo a corpo. Alcuni sono rapidi e scattanti mentre altri sono più lenti ma dispongono di un potere d’attacco sensibilmente maggiore.
La loro professione però non fa riferimento solo al loro stile di combattimento, perché i sette eroi dovranno usarla per preparare le prossime spedizioni all’interno dell’Abisso in una piccola piazzetta alle pendici del suo ingresso, che funge da hub principale dell’esperienza.
Al cospetto della Principessa infatti i nostri eroi dovranno coltivare nuovi prodotti da impiegare poi in cucina così da preparare prelibati manicaretti da consumare subito prima di una spedizione, forgiare nuove armi ed equipaggiamenti e utilizzare anche l’alchimia per creare diversi tipi di materiali utili al crafting.
Infatti durante le vostre esplorazioni dovrete impegnarvi a raccogliere ogni genere di risorsa che vi troverete di fronte, tanto dall’ambiente stesso frugando dietro ogni angolo, quanto dalla sconfitta delle creature che abitano i diversi piani l’Abisso, in modo da poterle poi utilizzare al vostro rientro.
Se avete letto la recensione di Silent Hope fino a questo punto sicuramente vi sarete già posti questa domanda: devo per forza utilizzare e potenziare tutti e sette gli eroi? Posso cambiarli a piacimento durante l’esplorazione dell’Abisso? La risposta sintetica a queste domande è sì.
In alcuni piani dell’Abisso infatti troverete una lacrima di cristallo che vi permetterà di cambiare l’eroe con cui state affrontando l’esplorazione oppure di ritirarvi e tornare quindi al campo base.
Trattiamo in questa sede solo la prima ipotesi, nonostante sia sicuramente vero che potenziare tutti e sette gli eroi possa risultare piuttosto dispendioso in termini di tempo.
Il mio consiglio infatti in questo caso è di agire “a metà strada” e potenziare quindi almeno due-tre eroi con cui vi trovate a vostro agio, e che possibilmente possano adattarsi alla maggior parte delle situazioni e dei nemici che vi troverete ad affrontare nel corso dell’avventura.
Effettuare lo switch tra due personaggi poi non rappresenta solo un modo per poter progredire più velocemente nell’Abisso grazie alla possibilità di utilizzare più personaggi, ma garantisce anche un buff permanente al nuovo entrato che si andrà quindi ad aggiungere a quello ottenuto dai pasti consumati prima di iniziare l’esplorazione.
Silent Hope RECENSIONE | Ricognizione e Ritirata
Ormai lo avrete già capito, ma il fulcro del gameplay di Silent Hope si può tranquillamente riassumere come una continua esplorazione dell’Abisso, che affronterete infatti più e più volte tornando a casa sempre con qualcosa di nuovo e avendo scoperto di più sul mondo di gioco e i suoi misteri.
La domanda a questo punto potrebbe sorgere spontanea: si può arrivare alla fine del dungeon senza mai risalire in superficie? Teoricamente, certo! Praticamente, assolutamente no! Come già spiegato in precedenza infatti più si scende in profondità e più il percorso si fa intricato e costellato da potenti nemici.
Avrete inoltre a disposizione solo due pozioni per ogni personaggio e gli unici buff di cui potrete beneficiare saranno quelli ottenuti dai pasti consumati prima di scendere sottoterra e dell’eventuale switch di eroi. Non potrete quindi curare un singolo eroe oltre questo limite, a meno dei pochi punti dedicati presenti all’interno di alcuni piani dei dungeon.
Tornare alla base poi è molto utile e non solo per tirare un attimo il fiato tra un’esplorazione e l’altra. Vi permetterà infatti di riportare a casa tutte le risorse ottenute durante l’esplorazione ed è inoltre anche l’unico luogo dove potrete modificare e potenziare l’equipaggiamento degli eroi.
Va segnalato inoltre che in Silent Hope non esiste un vero e proprio Game Over in quanto la benedizione della Principessa, che narrativamente parlando è ciò che permette agli eroi di esplorare l’Abisso senza patirne la maledizione, vi salverà nel momento stesso in cui i vostri punti vita scenderanno a zero riportandovi istantaneamente in superficie.
Ovviamente però nel caso veniate sconfitti durante un’esplorazione troverete una penalità ad aspettarvi. Oltre a dover riprendere l’esplorazione dal checkpoint più recente infatti, perderete gran parte del bottino accumulato e rischierete quindi di tornare a casa a mani vuote e senza le risorse più rare ottenute.
Il mio consiglio quindi in questo caso è di esplorare sempre i piani fino in fondo, sconfiggendo ogni nemico ed aprendo ogni scrigno, senza percorrere unicamente la via che porta dritti al piano successivo, con la consapevolezza che potete comunque tornare in superficie in diverse occasioni.
All’interno dei dungeon inoltre alle volte troverete ad attendervi anche degli speciali varchi oscuri chiamati Fratture della Memoria (Memory Rift in inglese) e queste, se attraversate, vi porteranno all’interno di una dimensione parallela dove i nemici sono molto più pericolosi e uscirne vivi non sarà di certo una passeggiata.
Ovviamente però grandi rischi portano anche a grandi ricompense e se riuscirete a prevalere contro le minacce che vi si pareranno davanti otterrete sicuramente diversi oggetti rari e, se siete fortunati, anche una Memoria, che una volta tornati in superficie potrete donare alla Principessa per ottenere un blueprint di un equipaggiamento Leggendario.
Infine, per concludere questa lunga sezione dedicata al gameplay di Silent Hope, vi segnalo che il livello di sfida del gioco è generalmente discretamente alto e che se non utilizzerete le strategie giuste per affrontarlo è molto probabile che verrete sconfitti abbastanza spesso durante l’avventura.
Una fiaba in movimento
È il momento di passare finalmente al comparto tecnico e artistico della produzione. Il setting di Silent Hope è quello di un mondo fantasy piuttosto classico e con atmosfere che possono ricordare a più riprese quelle del famoso manga Made in Abyss (qui la scheda del gioco Made in Abyss: Binary Star Falling Into Darkness).
L’impianto artistico di Silent Hope non fa certo gridare al miracolo ma mette in scena le peripezie degli eroi utilizzando una grafica semplice ma ben curata, ambientandone le gesta in una credibile cornice dai colori accesi e toni fiabeschi. Il tema della fiaba poi si fa sentire con forza durante l’intera partita e non solo per l’aspetto visivo dell’opera.
La Principessa infatti narrerà l’intera avventura durante le vostre peregrinazioni nell’Abisso svelandovi al contempo diversi aspetti del regno e di suo padre, prima della sua discesa nel cratere oscuro. A livello di performance il gioco si comporta bene senza problemi grafici o di input lag, e si presenta con schermate pulite e leggibili e nemici sempre ben in evidenza.
Nulla da eccepire invece sulla colonna sonora, che non si fregia di tracce memorabili ma che risulta completamente a fuoco e accompagna in modo coerente le diverse situazioni che vi troverete ad affrontare.
Ho trovato alcuni temi più ispirati di altri ma nel complesso l’intera colonna sonora di Silent Hope risulta calzante rispetto alle variazioni di atmosfera proposte dai diversi regni.
C’è qualche ingenuità di troppo
Per quanto il gioco sia tutto sommato godibile e non risulti affetto da criticità particolari, sono purtroppo presenti un paio di ingenuità che non rendono l’esperienza di Silent Hope scorrevole come avrebbe potuto essere.
Questi problemi rientrano tutti nel ramo della cosiddetta quality of life, con troppi comandi manuali e ripetitivi da eseguire in continuazione che avrebbero sicuramente beneficiato di un’automatizzazione.
Cucinare e forgiare ad esempio sono attività che utilizzerete molto spesso nel corso della partita, e dover effettuare una singola operazione alla volta non è sicuramente il massimo della vita e rischia di spezzare troppo il ritmo dell’azione facendovi perdere più tempo di quanto sarebbe necessario.
Anche il sistema di gestione dell’equipaggiamento non risulta per niente immediato e sfortunatamente non è neanche sufficientemente spiegato nel brevissimo tutorial che viene proposto all’inizio del gioco. Potrete infatti modificare l’equipaggiamento degli eroi in un unico punto ben specifico dell’hub principale e solo del personaggio che state controllando in quel momento.
Non sono problemi gravi sia chiaro ma potevano essere tranquillamente evitati con un minimo sforzo in più da parte del team di sviluppo perché alla fine vanno comunque a macchiare l’esperienza in uno degli aspetti più semplici ma anche dei più utilizzati all’interno del gioco.
Infine come ultima nota negativa devo segnalarvi che Silent Hope non dispone dei sottotitoli in italiano e che dovrete quindi giocare l’intera avventura con i testi in lingua inglese, mentre per quanto riguarda il doppiaggio avrete libertà di scelta tra l’audio inglese e quello giapponese.
Silent Hope RECENSIONE | In conclusione
Siamo giunti alle battute finali di questa recensione. Silent Hope (qui la pagina Steam del gioco) è in conclusione un gioco complessivamente godibile che non tenta di varcare i confini del genere di riferimento ma che intrattiene nel modo giusto con un’esperienza a fuoco che non presenta tra l’altro problematiche degne di nota.
I toni fiabeschi della produzione poi si sposano molto bene con la messinscena e rendono piacevole l’intera traversata che, accompagnata da un gameplay semplice ma allo stesso tempo soddisfacente, spingono il giocatore a volersi migliorare costantemente mentre si addentra sempre più nelle profondità dell’Abisso.
Alcune ingenuità tecniche legate alla progressione degli eroi alla lunga possono rivelarsi fastidiose ed appesantire un po’ troppo l’esperienza generale ma non rappresentano in ogni caso un ostacolo alla godibilità generale del titolo e non arrivano a causare all’utente episodi di frustrazione ma solo un po’ di noia.
Se siete quindi amanti degli action RPG e dei dungeon-crawler sicuramente troverete in Silent Hope un’esperienza pienamente nelle vostre corde e non farete caso ai piccoli inciampi di una produzione che, nonostante avrebbe probabilmente potuto dare qualcosa in più, si presenta pulita e piacevole durante la trentina di ore che occorrono a portarla a termine.
Per concludere quindi, vi ricordo che Silent Hope sarà pubblicato da Marvelous il prossimo 3 Ottobre 2023 come esclusiva console su Nintendo Switch e che il gioco sarà disponibile anche in versione fisica. Uscirà inoltre lo stesso giorno anche su PC tramite Steam, ma ovviamente in questo caso solo in versione digitale.
Se vi andasse di acquistare Silent Hope ad un prezzo scontato, potete farlo seguendo questo link.
Un dungeon-crawler dal gusto classico.
Pro
- Visivamente molto pulito
- I toni fiabeschi si sposano bene con il tema del gioco
- Sistema di combattimento semplice ma efficace
Contro
- Sistema di progressione da rivedere
- La storia sa un po' di già visto