Silent Hill HD Collection – Recensione Silent Hill HD Collection
Negli ultimi tempi sta avendo luogo un fenomeno particolare: la collection in HD. Le grandi saghe da sempre esercitano il loro fascino, e anche se spesso si tratta di giochi datati, molti giocatori sono disposti a spendere il prezzo pieno per rigiocare i loro vecchi amori sulle nuove console in HD. Sono un esempio di questa moda le collection di Devil May Cry, di Jack & Dexter oppure quella di Metal Gear Solid, che pur orfana del primo episodio, riesce a riportare in auge una saga mai sin troppo elogiata. Konami ci riprova con la Silent Hill collection, contenente il secondo e il terzo episodio rimasterizzati in HD. Si tratta di due tra i titoli survival horror più spaventosi e amati di tutti i tempi, che ora possono rivivere grazie alla potenza dell’alta definizione.
Silent Hill è una saga survival horror fatta di nebbia, atmosfere cupe e intricati drammi psicologici. I protagonisti sono uomini qualunque privi di abilità speciali o addestramento militare, sperduti in una cittadina, Silent Hill, a metà tra l’incubo e la veglia, pullulante di orrori ed enigmi. Si tratta di uno dei più celebri e amati esponenti del genere, secondo forse solo a Resident Evil; il punto forte della saga Konami non è tanto il combattimento, relegato anzi ad un ruolo secondario, ma la trama psicologica e l’atmosfera decadente e malata, capace di spaventare generazioni di videogiocatori e ulteriormente impreziosita dalle splendide musiche di Akira Yamaoka.
La colletcion è ovviamente cosa gradita, peccato per la mancanza del primo, glorioso capitolo, che come accaduto per la MGS collection, non è stato inserito per apparenti difficoltà tecniche. La scelta è alquanto discutibile, considerando i legami indissolubili che legano Silent Hill 2 al capostipite della saga. Chi non ha mai giocato, ai tempi, il primo stupendo Silent Hill faticherà a capire alcuni passaggi importanti. Rispetto alla MGS Collection, inoltre, qui la mancanza pesa molto di più. Nel cofanetto dedicato a Snake & Co. almeno era presente Peace Walker, per un totale di ben tre titoli. La Silent Hill Collection può vantarne solo due. Inserire anche il glorioso The Room non avrebbe guastato.
Silent Hill 2
Rivestire nuovamente i panni di James Sunderland dà i brividi. Se si è giocatori di vecchia data ed estimatori della saga, non si può rimanere indifferenti nel ritrovarsi nuovamente davanti a quel lago, con in mano nient’altro che la misteriosa lettera di Maria, la moglie di James morta ben tre anni prima. I nuovi giocatori non potranno fare a meno di chiedersi come sia possibile, e specialmente, cosa veramente sia Silent Hill. Un inferno in Terra oppure un luogo nascosto tra le pieghe della psiche umana?
Che Silent Hill sia un capolavoro è indubbio. Parliamo probabilmente del miglior episodio della saga, nonché di uno dei più grandi rappresentati del genere survival horror (ormai così profondamente stravolto), così bello che varrebbe, da solo, l’intera collection. Atmosfere contorte e malate, enigmi complessi e una trama costellata di drammi e di difficili momenti di espiazione fanno ancora di Silent Hill 2 un’esperienza da vivere almeno una volta nella propria carriera videoludica. Il titolo è davvero invecchiato bene, e nonostante i controlli obsoleti e le telecamere fisse possano apparire "vecchiume sorpassato", nessun survival horror attuale riesce a far rizzare i capelli sulla nuca come Silent Hill 2.
Ma se è vero che i meriti del gioco sono ampiamente conosciuti, ciò che ci interessa veramente e la nuova resa in alta definizione. La prima particolarità che salta agli occhi è la possibilità di scegliere il doppiaggio originale oppure un nuovo doppiaggio creato per l’occasione. Se quello originale ha l’indubbio merito di riportare ai fasti del tempo, quello nuovo risulta leggermente migliore qualitativamente, specialmente per quanto riguarda i personaggi di contorno. Purtroppo, tale cura non pare sia stata riposta nella rimasterizzazione grafica. Se è vero che texture e modelli poligonali sono stati ritoccati e migliorati, la nebbia, elemento di fondamentale importanza, è stata bellamente ignorata e riproposta in malo modo. Senza contare alcuni bug grafici, come la linea dell’orizzonte falsata o altre imperfezioni. Nonostante questo passo falso, Konami riesce a riscattarsi grazie all’inserimento di "Born from a wish", piccola avventura dedicata a Maria ambientata in una terrificante villa.
Silent Hill 3
Quel maledetto Luna Park. Chiunque abbia giocato a Silent Hill 3 probabilmente avrà profondi traumi legati a qualsiasi Luna Park, anche se privi di pupazzi insanguinati e orrori dilaganti. Il gioco faceva e fa ancora davvero paura, pur in maniera diversa rispetto ai due predecessori. Alle atmosfere malate e agli intrecci psicologici preferiva la potenza visiva, il macabro e lo splatter, direttamente gettati in faccia ad uno spettattore immerso in un orrore senza fine. Protagonista questa volta una ragazza, Heather, diciasettenne apparentemente tranquilla ma con un passato dimenticato da riportare a galla. Heather si reca a Silent Hill per vendicare la morte del padre, Harry Mason (protagonista del primo episodio), ucciso da una misteriosa setta eretica.
Pur rimanendo un titolo di tutto rispetto e decisamente fuori portata per tutti i giocatori facilmente impressionabili, Silent Hill 3 è meno bello del predecessore. Intendiamoci, parliamo pur sempre di un gioco di altissimo livello, ma un po’ incerto nella proposta ludica e nella narrazione, a tratti inesistente o noiosa, fatta di personaggi secondari un po’ vuoti e situazioni che scivolano facilmente nel banale. Nonostante questo, però, il titolo porta alto il suo nome e non sfigura affatto all’interno della gloriosa saga alla quale appartiene. Uscendo oggi, in un panorama survival horror in profonda crisi, Silent Hill 3 sarebbe probabilmente stato considerato come la rinascita del genere. Parliamo infatti di un bellissimo titolo, ormai con quasi 9 anni sul groppone, che ha come unico vero demerito quello di essere uscito dopo il capolavoro della saga (Silent Hill 2).
Per quanto riguarda la rimasterizzazione in HD, valgono bene o male le stesse considerazioni fatte per il secondo capitolo. A livello di texture e di modelli poligonali il lavoro svolto è stato egregio, mentre perdono un po’ tono gli effetti particellari. Dal punto di vista puramente grafico, comunque, Silent Hill 3 ha giovato maggiormente della nuova definizione rispetto al fratello maggiore. I fastidiosi caricamenti di un tempo sono stati enormemente ridimensionati o addirittura scomparsi, e le varie ambientazioni, specialmente quelle al coperto, risultano ancora più terrificanti che in passato. Il merito, più che del lavoro di rimasterizzazione, risiede tutto nell’eccellente motore grafico del titolo che, uscito ben due anni dopo Silent Hill 2, può vantare una tecnologia leggermente più matura e progredita rispetto al fratello maggiore. A minare il tutto, purtroppo, ecco sopraggiungere alcuni fastidiosi cali di frame-rate nelle sezioni più concitate. Un vero peccato.
Verdetto finale
Era difficile migliorare due titoli praticamente perfetti, ed infatti la HD Collection commette alcuni pasticci qua e là, specialmente dal punto di vista tecnico. Niente paura, si tratta di difettucci soprassedibili, specialmente se rapportati all’enorme qualità di due titoli entrati ormai nell’olimpo videoludico. Silent Hill 2 e 3 sono vere e proprie esperienze, terrificanti ma dotate di una bellezza che non può lasciare indifferenti. Certo, il voto finale della collection non può basarsi unicamente sulla bontà di due titoli comunque vecchi, ed infatti sarebbe stato più alto se solo Konami si fosse sforzata ad inserire anche il primo capitolo (o almeno il quarto) e qualche feature in più. In ogni caso, la collection rimane un acquisto obbligato per tutti i fan della saga e tutti gli amanti del genere, nonché un must have per chiunque si fosse perso queste due perle e avesse voglia di rimediare.